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Usa e Taiwan preparano il dialogo strategico. Appuntamento in California

Previsti entro fine mese i Monterey Talks per discutere come difendere l’isola dalla Cina imparando dalla lezione dell’Ucraina. L’amministrazione Biden spinge per rafforzare la strategia del “porcospino”

Prima l’iniziativa commerciale. Ora il dialogo strategico. Davanti alla minaccia della Cina, decisa a portare a termine la (“ri”)unificazione anche con mezzi militari, Taiwan e Stati Uniti serrano i ranghi.

Nei giorni scorsi i due governi avevano annunciato la U.S.-Taiwan Initiative on 21st-Century Trade con una riunione prevista alla fine di questo mese a Washington. Tanti i temi al centro dell’iniziativa: commercio, pratiche normative, agricoltura, lotta alla corruzione, sostegno alle piccole e medie imprese, commercio digitale, politiche per i lavori, sostegno all’ambiente e all’azione per il clima, norme, imprese statali, politiche e pratiche anti-mercato. Entro fine giungo, forse già la prossima settimana, si dovrebbero tenere i cosiddetti Monterey Talks, il più importante appuntamento per la collaborazione strategica tra Taiwan e Stati Uniti. A guidare la delegazione taiwanese è atteso Wellington Koo, segretario generale del Consiglio per la sicurezza nazionale. A capo di quella statunitense, invece, dovrebbe esserci Ely Ratner, assistant secretary del Pentagono per la sicurezza dell’Indo-Pacifico.

La difesa di Taiwan e dello status quo è una priorità per gli Stati Uniti. Come farlo, però, è un punto su cui Washington e Taipei non sono perfettamente allineate. L’invasione russa dell’Ucraina non ha scalfito la determinazione del leader Xi Jinping a ottenere il controllo su Taiwan “ma penso che sia qualcosa che sta influenzando i loro calcoli su come e quando farlo”, ha dichiarato recentemente William Burns, direttore della Cia. In particolare, presume che i cinesi “siano stati sorpresi dalle prestazioni militari russe. Sospetto che siano stati colpiti dal modo in cui gli ucraini, attraverso uno sforzo di ‘tutta la società’, hanno resistito. Penso che siano stati colpiti dal modo in cui, in particolare, l’Alleanza transatlantica si è riunita per imporre costi economici alla Russia a seguito di questa aggressione. Credo quindi che stiano valutando con molta attenzione questi aspetti”.

Così, l’amministrazione Biden sta cercando di spingere Taiwan a imparare la lezione ucraina, rafforzare la sua strategia di difesa cosiddetta del “porcospino” e comprare armi e mezzi in grado di proteggere l’isola dalla Cina (droni, missili anticarro Stinger e antiaerei Javelin) respingendo alcune richieste di mezzi pesanti come l’elicottero MH-60R Seahawk, ritenuti dagli americani utili solo in tempo di pace. L’obiettivo di Washington è garantire a Taipei una certa autonomia strategica per renderla in grado di reagire da sola a un attacco cinese senza la necessità di un intervento statunitense: trasformare un’eventuale invasione anfibia (asset su cui Pechino sta rafforzando le truppe) in una disfatta come successo a Kiev per certi versi. Tuttavia, come ha raccontato il New York Times, di mezzo ci sono anche le divergenze nel governo di Taipei: la presidente Tsai Ing-wen sta cercando di orientare l’esercito verso la guerra asimmetrica scontrandosi con la resistenza di alcuni funzionari della Difesa.

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