Intervista all’ex ministro dell’Economia e delle Finanze: una crescita sopra le attese vale molto di più di un’inflazione record. Yellen ha detto bene, negli Usa hanno fatto male i conti del costo della vita (e degli stimoli). La Lega non dovrebbe essere al governo e non solo perché flirta con Mosca
Tra Pil e inflazione, vince il primo, senza se e senza ma. Poi, se il costo della vita, in Italia ormai ai massimi dal 1986, rallenta la sua corsa, tanto meglio. Vincenzo Visco, economista e più volte al vertice del ministero dell’Economia e delle Finanze ha pochi dubbi quando gli si chiede se i due dati arrivati poche ore fa, un Pil rivisto al rialzo nel primo trimestre a fronte di un’inflazione mai così elevata (6,9% a maggio), rappresentano nel complesso una bella o brutta notizia.
La crescita italiana corre più del previsto, ma l’inflazione tocca livelli mai visti. Aumenta la ricchezza nazionale ma anche il costo della vita. Accettabile?
Senza ombra di dubbio, sì. Una crescita al di sopra delle aspettative è un qualcosa di insperato, ricordiamoci che negli ultimi 20 anni siamo sempre stati il fanalino di coda in Europa. Il saldo, dunque, mi pare positivo.
Però la vita costa sempre di più. E per chi ha un reddito fisso sono dolori. Non mi dica che va tutto bene…
Paghiamo il conto dell’aumento spropositato delle materie prime, lo ha ricordato proprio il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle ultime Considerazioni finali. Se può consolarci, la Germania sta messa peggio, perché è più dipendente di noi. Roma come Berlino hanno una grande manifattura e usano molto gas, ma la nostra inflazione è inferiore a quella tedesca.
Il termine gas chiama in causa la questione del tetto al prezzo dell’energia. L’Europa ne discute, ma secondo lei arriverà mai un’intesa?
A sentire le dichiarazioni dei leader dell’Ue sembra che una convergenza sia possibile. Anche se, a onore del vero, si tratta solo di un accordo preliminare, politico, che poi va strutturato e nuovamente condiviso. Forse è tutto ancora troppo aleatorio.
Spero non le dispiaccia se insisto sull’inflazione. A luglio la Bce aumenterà, seppur di poco, il costo del denaro. C’è chi nutre dubbi sull’effettiva portata di tale misura nel contrasto al costo della vita. Lei cosa pensa?
Le banche centrali si stanno muovendo e fanno bene. Ma penso che avrebbero dovuto farlo prima e invece hanno preso in mano la situazione con un po’ di ritardo.
Il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha ammesso di aver sbagliato i calcoli sull’inflazione americana, ai massimi da 40 anni. Ma allora nessuno ci ha capito nulla sui prezzi, nemmeno negli Usa, è così?
No, direi che non è proprio così. Molti hanno capito subito il problema che stava giungendo. Dopo la pandemia e il blocco dei trasporti, in tanti pensavano che ci sarebbe stato uno shock, post-pandemico. Poi, arrivati in questo periodo dell’anno, ci si aspettava che i prezzi scendessero di nuovo, peccato che è scoppiata la guerra, che ha innescato nuovamente i rialzi. Rispondendole sugli Stati Uniti, vuole sapere quale è stato l’errore madornale?
Siamo qui per questo…
Negli Stati Uniti i piani pandemici di Joe Biden hanno rappresentato una manovra espansiva spropositata, la quale ha innescato la spirale domanda-salari, infiammando l’inflazione. Eccolo l’errore, le imprese hanno cominciato ad assumere e si è creata una specie di euforia che ha spinto i prezzi. Aveva ragione Larry Summers (direttore del Consiglio Economico Nazionale con Obama, ndr), quando si è scagliato contro la Casa Bianca.
E in Italia? Rischiamo quella spirale tanto pericolosa di cui ha appena parlato?
No, qui il problema sono le materie prime, i salari non crescono. Anzi, semmai è tempo di aiutare sul serio le famiglie, anche a costo di mettere una patrimoniale sopra certi redditi…
La patrimoniale, un termine che fa sempre il suo effetto. Ma diciamoci la verità, succederà mai?
No, perché finché c’è la Lega nel governo la patrimoniale non vedrà la luce. O se preferisce le posso dire che questo governo non è capace, non con certi partiti dentro.
Scusi, ma cosa dovrebbe fare allora Draghi?
Rinunciare al sostegno di Matteo Salvini. Si ricorda cosa fece De Gasperi, nel 1947? Allontanò il leader del Pci, Togliatti, dal governo. Ora risponda lei a una domanda, le pare normale che il capo di un partito di governo stia complottando con la Russia, contro il governo italiano?
Mi perdoni ma non sono io che debbo rispondere.
Va bene. Ma ricordiamoci che la Lega ha praticamente bevuto, sabotato e annacquato buona parte del ddl Concorrenza, a cominciare dai balneari. E allora dico, Draghi si liberi della Lega e farà un altro anno di esecutivo molto buono. E magari anche la patrimoniale.