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Meglio soli che male accompagnati. La strada di M5S secondo Ferraresi

ferraresi

L’ex sottosegretario pentastellato: “Sono rimasti nel Movimento coloro che, coerentemente, portano avanti una visione di politica e di Paese. Certe battaglie non le fa più nessuno se non i 5 Stelle”. E le alleanze? “Il Pd ha scelto di allearsi con una serie di soggetti politici centristi che hanno posto il veto sulla nostra presenza. Ne prendiamo atto”

“Il Movimento ha fatto di tutto per proseguire nel cammino comune del campo progressista. Il Pd ha scelto l’ammucchiata centrista. Ne prendiamo atto e corriamo da soli”. Vittorio Ferraresi, ex sottosegretario alla Giustizia e deputato grillino fedelissimo a Giuseppe Conte, sulle alleanze in vista delle urne la vede così. “I percorsi comuni devono basarsi sui temi, non sui veti incrociati”.

A cosa si riferisce?

Il Pd ha scelto di allearsi con una serie di soggetti politici centristi che hanno posto il veto sulla presenza, nel campo progressista, del Movimento 5 Stelle. Il parametro politico adottato è stato quello del “Draghi sì” o “Draghi no”. Mi pare quanto meno riduttivo. A me pare che le alleanze si debbano fare sui temi e sui programmi.

Per il Pd il fatto che abbiate fatto mancare l’appoggio all’esecutivo Draghi è stato determinante…

Draghi era da tempo che non voleva più fare il presidente del Consiglio. Per lo meno da quando gli è stata sbarrata la strada per salire al Colle. Per come la vedo io, il Movimento 5 Stelle ha aspettato fin troppo prima di metterlo alle strette. Ma, ancora una volta, su temi reali che servivano a dare risposte a imprese e famiglie come superbonus e salario minimo, non per protagonismi politici. I nostri non erano piagnistei.

Conte ha detto che sarete un polo alternativo a quelli di centrodestra e centrosinistra. Come affronterete la campagna elettorale?

Come sempre, concentrandoci sui temi a noi cari a partire dalla giustizia sociale, le problematiche ambientali e quelle legate al benessere delle famiglie italiane. Peraltro tutti argomenti contenuti nel documento che abbiamo consegnato a Draghi prima dello scioglimento del governo. Sono convinto che questo nuovo percorso ci rafforzerà.

Beh, diciamo che il Movimento sta perdendo non pochi pezzi per strada. Non ultime le dimissioni da capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera di Davide Crippa…

Sono convinto che alcune uscite che si stanno verificando in questi giorni, in realtà, fossero già premeditate all’indomani della caduta del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

A chi fa riferimento?

Parlo in generale, di un atteggiamento diffuso che ho visto tra le file di alcuni transfughi. Già da allora avevo notato che molti stavano lavorando non più per il gruppo, ma per sé stessi. E le defezioni di questi ultimi tempi ne sono la dimostrazione. Queste persone che sono rimaste, troppo a lungo, all’interno del Movimento non credendo più nei nostri valori ci hanno fortemente danneggiato. Per cui, ora che sono usciti potremo ripartire con maggior vigore e coesione.

Sono rimasti nel Movimento solo i pasdaran. 

No, sono rimasti nel Movimento coloro che, coerentemente, portano avanti una visione di politica e di Paese. Certe battaglie non le fa più nessuno se non i 5 Stelle. Milito in questa realtà politica dal 2008. E, nonostante i vari cambiamenti che per certi versi sono anche fisiologici, i principi sono rimasti sempre gli stessi.

Col Pd, dunque, è un addio?

Direi che alla luce delle uscite di questi ultimi giorni, non ci sia più margine di condivisione di un percorso comune.

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