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Il diplomatico-terrorista iraniano che rischia di tornare in patria

Il governo belga ha presentato in parlamento una convenzione sul trasferimento di persone condannate a Teheran. Per la Resistenza è una proposta “vergognosa” che tutela il regime e mette a rischio i cittadini europei 

Potrebbe tornare in patria Assadollah Assadi, diplomatico iraniano condannato dal tribunale di Anversa a 20 anni di carcere. È stato ritenuto dalla giustizia belga la “mente operativa” dell’attentato sventato dalle polizie di Belgio e Francia il 30 giugno 2018 a Villepinte, in Francia, contro il raduno della Resistenza iraniana. Presenti decine di migliaia di persone, tra cui diversi esponenti di spicco della politica internazionale, tra cui l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, fedelissimo dell’allora presidente statunitense Donald Trump.

Il 29 giugno, il governo belga ha presentato in parlamento una proposta di legge per approvare una convenzione sul trasferimento di persone condannate in Iran. Per Teheran potrebbe essere una vittoria: dopo aver fallito con la carta dell’immunità diplomatica, non erano riusciti a riportarlo in patria neppure aprendo a uno scambio con uno dei tanti ricercatori europei con doppia nazionalità rinchiusi nelle prigioni iraniane, come aveva fatto intendere Mohammad Javad Zarif, allora ministro degli Esteri, intervenendo a dicembre ai Med Dialogues 2020 organizzati dall’Ispi e dalla Farnesina.

Il Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana ha criticato duramente la “vergognosa” proposta. “Se questa iniziativa legislativa sarà ratificata, nessuno in Europa potrà sentirsi al sicuro e tutelato dagli assassini che governano l’Iran”, ha dichiarato la presidente Maryam Rajavi che ha rivolto un appello ai parlamentari belgi, agli eurodeputati e ai parlamentari di altri Paesi europei, agli avvocati e alle personalità politiche, affinché agiscano con urgenza per impedire la ratifica del trattato.

Assadi, terzo consigliere dell’ambasciata iraniana a Vienna, è stato condannato dal tribunale di Anversa nel giugno 2021 e non ha presentato appello rendendo la condanna definitiva. È stato il primo diplomatico a essere processato in Europa per coinvolgimento diretto in attività terroristiche. I suoi tre complici sono stati condannati a 17 e 18 anni di carcere, sentenze confermate in appello e addirittura aggravate per uno di loro, lo scorso maggio. Il tribunale non ha chiaramente indicato il regime iraniano come sponsor diretto dell’attacco. Tuttavia, come aveva raccontato il Corriere della Sera, Assadi è un membro dell’intelligence di Teheran, con alle spalle una lungo attività di Iraq. Girava l’Europa – compresa l’Italia – sotto il nome di Daniel, “scontata cortina fumogena per un personaggio ritenuto il responsabile del settore Europa meridionale all’interno del network khomeinista”.

Nel corso di una conferenza stampa a febbraio dell’anno scorso, Hamid Bayat, ambasciatore iraniano in Italia, aveva dichiarato che Teheran ritiene “tutta questa vicenda un complotto. Non accettiamo la giurisdizione del tribunale e la legittimità della sentenza. Perché Assadi ha immunità diplomatica” (l’uomo è stato arrestato in Germania, dove non godeva di questo privilegio, dove si trovava in vacanza, e poi è stato estradato in Belgio). E a domanda di Formiche.net aveva aggiunto: “Complotto risultato congiunto dell’organizzazione terroristica Mojahedin del popolo e di Israele”.


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