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Che cosa chiede la Bce in cambio del mini bazooka per l’Italia

Come la Grecia? Si vocifera di un rigido controllo di Francoforte su Roma nell’ambito del fondo europeo di salvataggio (Mes)

Un mini bazooka targato Bce in cambio di un protocollo di controlli sui conti italiani (ovvero il Mes). Stanno lavorando probabilmente a questa ipotesi i tecnici di Francoforte impegnati a confezionare un pacchetto di interventi che dovrebbero essere annunciati giovedì prossimo, in occasione di un consiglio delicatissimo e, allo stesso tempo, molto chiacchierato. Fino ad oggi le strategie di Christine Lagarde hanno sollevato alcuni dubbi circa la tempistica di reazione della banca centrale rispetto alla Fed.

Mini bazooka

Guerra, gas e debito italiano impongono una reazione più veloce, quando invece secondo alcuni commentatori tedeschi la Bce sta procedendo ancora troppo a rilento. L’inflazione europea e la crisi di governo in Italia sono due elementi altamente critici che si sommano alla congiuntura internazionale legata al caro energia e all’instabilità dei mercati. Per questa ragione la Bce da un lato è molto preoccupata dal possibile passo indietro di Mario Draghi (“garante del debito italiano”) e dall’altro studia mosse alternative: una di queste potrebbe appunto essere un acquisto mirato di nostri titoli di Stato. Il vantaggio risiederebbe in una boccata di ossigeno per le finanze italiane, in un momento in cui il debito pubblico aumenta costantemente e le nuove strategie di approvvigionamento energetico rappresentano un dato di oggettiva preoccupazione per come verranno gestite nel breve-medio periodo.

Che cosa in cambio

La moneta di scambio per questo passo di Francoforte potrebbe essere quella legata ad un controllo più rigido, sulla falsa riga di quello che è stato applicato alla Grecia, equivalente ad un regime di vigilanza da parte di Francoforte tramite il protocollo del fondo europeo di salvataggio.

Più in generale la Bce è attesa al varco da molti, visto il rischio recessione per l’Europa che si somma alla credibilità della Banca centrale, su cui pende la spada di Damocle dei Paesi altamente indebitati come appunto l’Italia, che incide idealmente e valorialmente sull’intero mercato dei capitali. Senza dimenticare che dopo 20 anni l’euro è ormai prossimo alla parità con il dollaro mentre la sterlina tocca il minimo di due anni. Già Nomura ha parlato apertamente di crisi economica per le operazioni al momento bloccate sul gasdotto Nord Stream 1 che vedono direttamente o indirettamente coinvolti i sistemi industriali di Germania e Italia.

Scenari

A capo del Mes c’è ancora Klaus Regling di cui si discute il successore: al momento il diretto interessato ha escluso una nuova crisi dell’euro, ma si tratta di una presa di posizione che non annulla le incertezze complessive sullo status quo. “Non vedo una crisi solo perché l’inflazione aumenta”, ha detto giorni fa al termine dei lavori di un Eurogruppo.

Per cui giovedì si potrebbe assistere al varo del cosiddetto “meccanismo di protezione della trasmissione” dalla Banca centrale per contrastare gli aumenti ingiustificati dei costi di finanziamento di un Paese tramite l’acquisto di sue obbligazioni. Lagarde ha detto ai funzionari europei che la Bce non avrebbe permesso che questo “rischio di frammentazione” si verificasse e “ostacolerebbe” la trasmissione regolare delle sue decisioni politiche. “Devi ucciderlo sul nascere”, ha sentenziato l’ex numero uno del Fmi.

@FDepalo



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