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In Cina è sciopero del mutuo. Pechino sconta l’altra pandemia

Dopo le drammatiche proteste di migliaia di risparmiatori rimasti senza un soldo a causa della crisi di liquidità delle piccole banche legate al mattone, ora tocca ai fornitori e alle ditte edili ingaggiate dai colossi falliti alzare la voce. Smettendo di pagare il mutuo personale

Non è come ai tempi dei subprime, sia chiaro. Anche se una qualche assonanza c’è. Però la Cina la crisi dei mutui la sta toccando con mano, sperimentando sulla pelle dei suoi stessi cittadini. Nei giorni scorsi Formiche.net ha raccontato della drammatica rivolta di centinaia di risparmiatori cinesi imbufaliti contro le piccole banche di provincia rimaste a secco di liquidità a causa dei prestiti concessi ai giganti del mattone, Evergrande in testa, e mai più rivisti. Per tutta risposta, quasi un’ultima disperata rappresaglia, molte famiglie hanno deciso di smettere di pagare il mutuo gravante sulla propria abitazione.

Ora la protesta si sta espandendo pericolosamente. E al centro ci sono sempre loro, i grandi gruppi immobiliari causa del disastro prima finanziario e poi sociale cinese. Succede infatti che i titolari delle ditte minori, piccoli costruttori, fornitori, arredatori e disegnatori ingaggiati dai colossi del mattone per realizzare le migliaia di case rimaste invendute e origine della grande bolla, non sono stati pagati. Per il semplice motivo che le abitazioni non sono state piazzate sul mercato, impedendo così a Evergrande e Shimao, tanto per citarne due, di ottenere la cassa con cui pagare i fornitori. Considerata l’elevata esposizione debitoria dei medesimi gruppi a monte, solo la vendita delle case avrebbe potuto mantenerli solventi verso le imprese più piccole.

E invece no. E allora le stesse imprese e i rispettivi titolari hanno fatto quello che potevano fare, ovvero smettere di pagare il mutuo per l’acquisto dell’abitazione di famiglia. Uno sciopero del mutuo in piena regola. “Abbiamo lottato per più di un anno, abbiamo venduto i nostri beni e le nostre auto e abbiamo esaurito le nostre carte di credito per pagare i conti”, si legge nella lettera, indirizzata alle banche e alle autorità provinciali dello Hubei, da parte di alcuni risparmiatori.

Tutto questo continua a preoccupare il governo cinese che sta elaborando il progetto di un mega fondo di salvataggio per le società più indebitate a partire da Evergrande, zavorrata da 305 miliardi di dollari di debiti. Ora emerge che la Banca centrale cinese, direttamente coinvolta nel progetto, emetterà mille miliardi di yuan (148 miliardi di dollari) in prestiti per salvare gli sviluppi immobiliari in stallo, dal momento che il mattone incide per il 28% del Pil della seconda maggiore economia al mondo.


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