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Conte-Draghi? Incontro inutile. Il Pd ora spera nel proporzionale. Parla Sorgi

Il notista politico: “L’ex premier mantiene la sua credibilità come leader nella misura in cui rimane al governo. Se si mette a fare il Di Battista, si rende ridicolo”. E sul Pd: “Letta, da filo maggioritario, seppur non in maniera esplicita sta diventando un sostenitore del proporzionale”

Un incontro tutto sommato “inutile”. Lo bolla così Marcello Sorgi, notista politico e già direttore de La Stampa, il vertice tra il leader pentastellato Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi. Quanto meno poco significativo sotto il profilo della permanenza “del Movimento 5 Stelle al governo”.

Giuseppe Conte ha chiesto discontinuità a Draghi. 

Sì, ma nell’elenco di temi che sono stati discussi ne mancano due fondamentali: ossia quello del termovalorizzatore di Roma e quello legato all’invio delle armi all’Ucraina. Fronte, quest’ultimo, profondamente divisivo specie in casa 5 Stelle. Il documento mi sembra una pura operazione propagandistica.

Dunque, ora che accadrà?

Se il Movimento desidera risposte per i cittadini che pagano i riverberi della guerra, dell’inflazione e del caro energia, che votassero i decreti che propone l’esecutivo. Per questo mi auguro che votino la fiducia al Dl Aiuti.

Nel Movimento 5 Stelle serpeggiano comunque spaccature. 

Certo, in questo momento il partito è diviso sostanzialmente in due macro aree. Da un lato c’è una fronda apertamente ostile alla permanenza all’interno di questa maggioranza. D’altra parte c’è l’ala più governista. In mezzo, c’è Conte.

Alla luce di questa incontro come si dovrà configurare il ruolo di Conte?

Conte comunque è riuscito, tra mille difficoltà, a tenere compatte queste due anime. È una figura capace evidentemente di fare sintesi. Conosce il ruolo dell’Italia, anche in virtù del suo ruolo da ex premier.

Riuscirà a rappresentare anche l’area più anti-Draghi che orbita attorno alla galassia grillina?

L’ex premier mantiene la sua credibilità come leader nella misura in cui rimane al governo. Se si mette a fare il Di Battista, si rende ridicolo. O meglio, non è un percorso che si può fare dalla sera alla mattina. E il caso Di Maio ne è un esempio lampante.

Cosa intende dire?

Per diventare così governista e draghiano, il titolare della Farnesina ha dovuto compiere un percorso di anni. Addirittura arrivando a consumare la frattura con il Movimento. Vorrei ricordare che Di Maio, in un tempo non troppo remoto, spalleggiò il gilet gialli.

Nonostante le rassicurazioni, il Pd sembra sempre di più abbandonare il campo largo. Che intenzioni ha il segretario Letta?

Il Pd ha l’intenzione di viaggiare in autonomia. E questa svolta di Letta sul fronte della legge elettorale in salsa proporzionale è esemplificativa. In un certo senso i dem si stanno creando un'”assicurazione” qualora il Movimento 5 Stelle non sia più attendibile come partner in ottica di trattativa di governo. Insomma Letta, da filo maggioritario, seppur non in maniera esplicita sta diventando un sostenitore del proporzionale. E questo, è un dato politico da tenere in debita considerazione.

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