Diffusa la rosa di date disponibili per la partenza della missione Artemis 1, che potrebbe avvenire già il 29 agosto. Mentre per il ritorno dell’essere umano sulla Luna bisognerà attendere almeno fino al 2026, ma questa volta non sarà solo per compiere piccoli (grandi) passi: l’intenzione è restarci, anche con case lunari made in Italy
Cos’hanno in comune il 29 agosto, il 2 settembre e il 5 settembre? Sono le tre possibili date individuate dalla Nasa per il lancio della prima missione Artemis. il programma spaziale guidato dall’Agenzia spaziale statunitense che porterà il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna. Si tratterà di un volo senza equipaggio che aprirà la strada al ritorno dell’umanità sul nostro satellite. Quest’anno, tra l’altro, ha segnato il 53simo anniversario da quell’ormai lontano 20 luglio 1969, quando Neil Amstrong e Buzz Aldrin, due dei tre astronauti impegnati nella missione Apollo 11, mossero i primi passi sul suolo lunare. Questa volta, però, l’intento è restarci. A dare la notizia sulle possibili date per la missione è stato Jim Free, amministratore associato della Nasa per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione, durante una teleconferenza indetta proprio in occasione dell’anniversario dell’allunaggio.
Diverse finestre di lancio e prossime fasi
La diffusione delle tre date dipende dalle diverse finestre di lancio a disposizione, cioè quegli intervalli di tempo durante cui un veicolo deve essere lanciato per raggiungere la destinazione nel minor tempo possibile (e relativo risparmio dei consumi). Nel dettaglio, il 29 agosto la finestra di lancio disponibile dal Kennedy Space Center in Florida si aprirebbe intorno alle 14:33 (ora italiana), per una durata totale di due ore. Se la missione partisse in questa prima data, terminerebbe 42 giorni dopo con relativo ammaraggio il 10 ottobre. Mentre il 2 settembre la finestra di lancio di due ore inizierebbe alle 18:48 (ora italiana), per poi concludersi 39 giorni dopo, l’11 ottobre. Per ultimo, il 5 settembre la finestra di lancio di un’ora e mezza si aprirà alle 23:12 (ora italiana), così che la missione si concluda 42 giorni dopo, il 17 ottobre. Per il volo dei primi astronauti bisognerà invece attendere la missione Artemis 3, la cui data di lancio era inizialmente prevista per il 2024, slittata tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
Direzione Luna: a bordo c’è anche l’Italia
Rispetto ad Apollo, programma prettamente statunitense, Artemis vede invece un forte contributo internazionale, tra cui quello dell’Italia, tra i primi firmatari degli Artemis Accords a ottobre del 2020. Il programma impiegherà, infatti, moduli per l’equipaggio e servizi di telecomunicazione di produzione italiana. Il nostro Paese, inoltre, avrà un ruolo cruciale nella realizzazione della parte dotata di finestre del Modulo di servizio europeo (Esm), del lander logistico lunare e del modulo human landing lunare. Partecipare ad Artemis rappresenta un risultato significativo per il nostro Paese, nonché una riconferma delle potenzialità in campo spaziale. L’Italia è infatti uno dei pochi Paesi al mondo ad aver sviluppato una filiera completa di prodotti e servizi nel settore, raggiungendo un’autonomia strategica che la rende competitiva. Per il nostro Paese, Leonardo realizza per i diversi Esm i pannelli fotovoltaici e le unità di controllo e distribuzione della potenza, sistemi progettati per garantire l’alimentazione di tutta l’elettronica di bordo e il benessere degli astronauti diretti verso la Luna. Inoltre, attraverso la sua partecipata Thales Alenia Space, joint venture con Thales (67%), sviluppa e fornisce sistemi fondamentali per l’Esm, tra cui protezione strutturale e micro-meteorica, controllo termico e stoccaggio e distribuzione dei materiali di consumo.
Case lunari
Il programma con cui la Nasa punta a riportare il prossimo uomo e la prima donna sulla Luna, getterà le basi per una presenza a lungo termine sulla superficie del satellite, dove convaliderà anche i sistemi abitativi nello spazio profondo, indispensabili per le future missioni su Marte. Per il futuro, inoltre, attraverso l’Esa il nostro Paese parteciperà alla realizzazione del modulo abitativo I-Hab per il Lunar Gateway, un progetto guidato da Thales Alenia Space. L’azienda, sempre attraverso l’Esa, è anche coinvolta nel progetto per sviluppare un sistema per la produzione di ossigeno direttamente sulla Luna utilizzando l’elettrolisi del sale fuso per estrarre ossigeno dalla “regolite” (roccia lunare) al fine di sostentare le future colonie lunari. Tutto questo contribuirà al progetto più ampio di abitare sulla Luna in case made in Italy, tema che è stato al centro di quanto previsto dall’accordo stipulato a giugno dall’Agenzia spaziale italiana e la Nasa, in occasione della visita dell’amministratore dell’agenzia americana, Bill Nelson.