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Demos accoglie la proposta di Letta per una lista aperta. Scrive Giro

Demos risponde alla proposta di lista aperta ed espansiva di Enrico Letta. C’è poco tempo ma sarà importante lavorare da subito a un programma elettorale assieme al Pd, Articolo 1 e alle altre forze che si uniranno al progetto, per offrire al Paese un’idea di futuro convincente. L’intervento di Mario Giro, presidente Demos

Il dibattito che si è aperto nel centrosinistra e nel centro sulla proposta del segretario del Pd Enrico Letta, ricalca ancora troppo i vecchi schemi. Era questo il senso del cantiere aperto con le Agorà democratiche che hanno preceduto il progetto di una lista del Pd aperta, democratica e progressista oltre che evolutiva: partire dalle idee e discutere i contenuti tra chi si sente coinvolto.

Nessuno è escluso da tale apertura ma nemmeno proprietario della lista a priori: i veti sono controproducenti. In una situazione in cui le reti si sono sfilacciate e la trama sociale si è sbrindellata, occorre ricostruire tessuto e rappresentanza laddove ce n’è poca o per nulla. Il Pd apre un cantiere: lo può fare perché resta il partito più grande. Gli altri partiti possono trovarvi il loro spazio in un dialogo: ma ciò che è davvero importante è cogliere l’occasione per includere pezzi interi di società e realtà oggi periferiche o assenti. Serve anche a riassorbire anche l’astensionismo.

Democrazia Solidale ha iniziato il suo cammino meno di 4 anni fa, nell’ottobre del 2018: è ancora una forza piccola ma cresce a livello dei territori, dei comuni e delle regioni. Sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali: eletti che stanno conducendo un dialogo serrato sulla vita democratica dei cittadini e sui bisogni più urgenti. Cresce dal basso una realtà legata al sociale, una delle emergenze più acute che purtroppo sta aumentando a causa della crisi.

Contemporaneamente Demos vuole rappresentare quella parte della società attiva, che si impegna e guarda al mondo con occhi non spaventati ma interessata al dialogo e al convivere. In un mondo fluido e sempre più articolato, Demos cerca di incarnare una scelta per il vivere insieme – è anche un suo slogan: la forza del noi!- attenta ai temi della pace, in favore di una soluzione politica della guerra in Ucraina e di tanti altri conflitti, sensibile alla lotta contro le diseguaglianze e interessata alla sostenibilità ambientale.

Radicata nei valori del cattolicesimo sociale e nella cultura umanistica laica, Demos guarda con attenzione agli allarmi lanciati da papa Francesco nella Laudato Sì e nella Fratelli Tutti, come ispirazione per un mondo meno ingiusto. Per questo Demos ha partecipato alle Agorà fin dall’inizio, moltiplicandole sui territori, e accoglie con interesse la proposta di Enrico Letta. C’è poco tempo ma sarà importante lavorare da subito ad un programma elettorale assieme al Pd, Articolo 1 e alle altre forze che si uniranno al progetto, per offrire al Paese un’idea di futuro convincente.

La destra italiana è forte, così come in Europa, ma non invincibile: il populismo e il sovranismo di questi anni hanno spazzato l’opinione pubblica con ondate di paura e allarmismo basato sul rancore sociale. Ancora oggi questa destra riparte dagli stessi vecchi slogan: una propaganda della paura che occorre contrastare senza diffondere altrettanta paura in senso inverso. Nemmeno le idee tecnocratiche potranno convincere: non persuade gli italiani accusandoli di lassismo o di vivere di sussidi (che poi è una vecchissima accusa, quasi un luogo comune). Occorre rassicurare e far sentire la vicinanza delle forze politiche ai problemi quotidiani e al grande tema del futuro. Quest’ultimo è la cosa più importante: si possono avere ottime idee pragmatiche ma la cosa necessaria è radicarle in una visione di futuro italiana ed europea tutta da costruire. Non è cercando di aver ragione sugli altri che si ottiene tale risultato, ma piuttosto con un dialogo aperto e la costruzione solidale e sintonica di una visione per il domani.

Gli italiani tutti – anche quelli arrabbiati – cercano tale proposta per il futuro che valga per loro stessi e per i loro figli e nipoti. Dovremo descrivergli questa Italia futura che vogliamo.

 

 


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