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Governo a casa, resta la pazzia dei partiti. Scrive Reina

Le elezioni politiche prossime del 25 settembre saranno un vero spartiacque tra europeisti, atlantisti, e sovranisti antieuropei. Ci sarà bisogno di una severa vigilanza per evitare interferenze interne e internazionali, se non si vogliono correre pericolose avventure

Crisi di governo, ultimo atto. Ieri sera il Presidente Mattarella e il presidente Draghi, dopo le votazioni di mercoledì al Senato, hanno posto il sigillo sulla fine della XVIII legislatura e aperto le procedure per le prossime elezioni politiche, che si terranno il 25 settembre. Si conclude così in modo indecoroso, si potrebbe usare un termine molto più pesante e realistico, una legislatura che è nata male e finita peggio. Ha visto all’opera partiti che potrebbero chiamarsi anche in altro modo, tanto la sostanza non muta. La pochezza della loro azione è stata di scarso rilievo per l’intero Paese, ma di grande peso per gli interessi di sé stessi e delle loro case politiche.

La conferma di tutto questo è testimoniata dai comportamenti assurdi e schizofrenici degli esponenti del M5S e del cdx, tranne FdI. A tutti sarebbe il caso di praticare un Tso visto che addossano le responsabilità dell’attuale crisi di governo al presidente Draghi, teorie che non stanno né in cielo né in terra, da rabbrividire. Altri con falsa benevolenza, al limite dell’indecenza, come Berlusconi, sostengono che è stato Draghi a voler lasciare, perché era stanco. La sbornia che sta investendo i responsabili di questo momento critico è senza precedenti.

Non c’è un sentire sincero su interesse nazionale, europeo, atlantico: valori fondamentali alla base della nostra democrazia repubblicana. Ne hanno dato prova sin dal 24 febbraio, con l’inizio della guerra Russia-Ucraina: ci sono state chiare dimostrazioni di fede nei confronti di Putin e contro l’Ucraina. Chi ha ostacolato Draghi dal primo momento è stato Conte e alcuni esponenti del suo gruppo che hanno girato e rigirato le carte per non votare i provvedimenti del governo italiano a favore della martoriata Ucraina. Sono noti gli atti pubblici di devozione di Salvini nei confronti di Putin. È superfluo raccontare della buona amicizia di Berlusconi con il compagno Putin. Non sono cose campate in aria, fantasie, fanno parte di una realtà arcinota.

L’opposizione dell’Italia guidata da Draghi nei confronti della Russia, che continua a praticare una gratuita e violenta aggressione al popolo ucraino, è stata sempre mal digerita da Salvini, Berlusconi e Conte. Molti hanno ascoltato il grido di esultanza di Medvedev amico di Putin sulle difficoltà di governo in Inghilterra, Francia, e adesso in Italia, una posizione pericolosa che tende a disarticolare l’Unione europea e a creare difficoltà all’Occidente e alla Nato.

Avere teste di ponte in questi Paesi democratici europei è la strategia studiata di Putin per destabilizzarli. Le elezioni politiche prossime del 25 settembre saranno un vero spartiacque tra europeisti, atlantisti, e sovranisti antieuropei. Ci sarà bisogno di una severa vigilanza per evitare interferenze interne e internazionali, se non si vogliono correre pericolose avventure.

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