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Giallo del grano sulla Zhibek Zholy. La Turchia di nuovo contro l’Occidente?

Kiev contro Ankara, ha ignorato l’appello per fermare la nave con carico rubato. Il ministero degli Esteri ucraino ha convocato l’ambasciatore turco per chiedere una spiegazione. Non solo, è arrivata anche un’altra mossa scomposta dalla Turchia…

Ieri il plutonio, oggi il grano: gli 007 di mezzo mondo sono impegnati nel mar Nero a caccia di grano. La guerra in Ucraina non solo sta minacciando il prossimo raccolto ma ha, come è noto, bloccato le spedizioni preventivate con il risultato che il prezioso seme è diventato una clava geopolitica nelle mani di chi lo blocca (Russia) o non lo sblocca (Turchia).

Qui Mar Nero

Nel Mar Nero si registra il giallo del mercantile Zhibek Zholy, che trasportava grano presumibilmente rubato dall’Ucraina: è tornato nelle acque territoriali russe, dal porto turco di Karasu ha improvvisamente virato per poi spegnere apparentemente il suo transponder e scomparire alla vista. Secondo il governo ucraino la nave battente bandiera russa era partita dal porto di Berdyansk, dopo aver raccolto il grano confiscato. La Russia ha replicato che la nave avrebbe consegnato grano a “Paesi amici”, come Siria e Iran.

Ma non è tutto, perché il ministero degli Esteri ucraino ha convocato l’ambasciatore turco per chiedere una spiegazione: “Ignorando un appello dell’Ucraina, la nave è stata rilasciata la sera del 6 luglio”. Kiev è delusa dal fatto che Ankara non abbia sequestrato la nave, come da sua richiesta. Si arricchisce così la pagina del traffico illecito (e geopolitico) di grano: secondo la Nasa la Russia controlla ormai il 22% dei terreni agricoli ucraini.

Ankara & Mosca

A neanche una settimana dal crollo del veto turco sull’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, però, arriva un’altra mossa scomposta della Turchia: l’incontro tra il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu e l’omologo russo Sergey Lavrov a Bali ha seguito di pochissime ore il rilascio turco della nave russa sospettata di trasportare grano ucraino rubato. Mosca ha definito il vertice indonesiano come tappa fondamentale per un ulteriore coordinamento che garantisca la sicurezza dei civili e degli operatori economici in Ucraina, compresi quelli stranieri, ma al di là delle parole ufficiali spicca la partita, oscura, giocata sul grano proprio dalla Turchia.

Cavusoglu ha messo l’accento su temi primari come appunto la sicurezza alimentare ma, in occasione della prima grande conferenza internazionale di Lavrov (in Indonesia) da quando il suo Paese ha invaso l’Ucraina, la Turchia non è riuscita a dare risposte trasparenti alla voce grano.

Scenari

Durante il G20 in Indonesia Lavrov ha sì aperto alla possibilità di discutere nuove soluzioni con Ucraina e Turchia ma nei fatti non ha firmato alcun impegno vero. Lavrov tra l’altro è stato anche evitato in occasione delle foto ufficiali: leader occidentali come il segretario di Stato americano Anthony Blinken e il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock lo hanno palesemente evitato rifiutandosi di incontrarlo. Inoltre le delegazioni americana, canadese ed europea hanno lasciato l’assise quando i funzionari russi stavano per parlare e Lavrov ha tenuto incontri bilaterali con il turco Mevlüt Çavuşoğlu e il cinese Wang Yi.

Mentre le schermaglie geopolitiche proseguono, i numeri preoccupano: secondo le stime diffuse dalla più grande associazione di produttori ed esportatori in Ucraina, il raccolto dovrebbe diminuire del 40% per il grano e del 30% per il mais. Una mannaia non solo per l’economia locale ma per l’intero indotto e per quel gruppo di clienti, come quelli del versante nordafricano, che senza il grano ucraino rischiano la carestia e quindi anche la destabilizzazione socio-politica (Libia, Libano, Tunisia).



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