Hossein Amir-Abdollahian è atteso a Roma la prossima settimana, a quanto risulta a Formiche.net. L’ambasciata di Teheran non smentisce ma chiede di aspettare. Nucleare ed energia i possibili temi
Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Esteri iraniano, è atteso in Italia la prossima settimana, stando a quanto appreso da Formiche.net. Dovrebbe incontrare l’omologo Luigi Di Maio, recarsi in Vaticano e partecipare ad alcuni eventi e incontri politici a Roma.
Ad alcune domande di Formiche.net sulla visita, sull’ipotesi di un viaggio con più tappe in Europa, sui temi degli incontri e sui negoziati per il ritorno all’accordo nucleare Jcpoa, l’ambasciata iraniana in Italia ha risposto tramite un portavoce non smentendo la visita ma invitando ad “aspettare” fino a quando non “rilasceremo una dichiarazione”.
L’ambasciata iraniana presso la Santa Sede non ha risposto a una simile richiesta di informazioni.
Diversi i temi bilaterali e regionali che potrebbero essere al centro della visita a Roma del ministro, figura molto vicina a Qassem Soleimani, comandante delle Quds Force ucciso da un drone statunitense all’inizio del 2020. In particolare l’energia, con l’Italia impegnata nella ricerca di fonti di approvvigionamento per sganciarsi dalla dipendenza russa. Il governo è impegnato su questo dossier, a partire dal presidente Mario Draghi che l’ha affrontato nelle recenti missioni in Israele e in Turchia.
Nella recente relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica, il Copasir ha indicato come l’Iran potrebbe “tornare ad essere un partner di primo piano”. Il conflitto in Ucraina “ha fornito una nuova spinta per la ripresa degli accordi sul nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran che, sebbene osteggiati da Israele e da alcuni Paesi arabi, potrebbero dare luogo a nuovi equilibri nella partita energetica”, si legge nel documento. L’Italia, scrive il comitato presieduto dal senatore Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, “potrebbe sfruttare le ottime relazioni commerciali con questo Paese che potrebbe costituire un ulteriore sbocco alternativo per il reperimento del gas in sostituzione di quello russo. Teheran, peraltro, ha espresso il proposito di costruire una flotta di metaniere e navi con la finalità di sviluppare una propria industria del GNL e quindi anche questa prospettiva potrebbe rappresentare un’opportunità per il mercato italiano”.
Tuttavia, come già sottolineato su Formiche.net, ci sono alcuni problemi. “Le attuali condizioni politiche e tecniche, nonché l’alto livello di incertezza futura” “limitano fortemente il reale potenziale sostitutivo” dell’Iran, ha osservato Jacopo Scita, Al-Sabah doctoral fellow presso la School of Government and International Affairs dell’inglese Durham University. Inoltre, attualmente, “la produzione di gas iraniana va quasi interamente a soddisfare la domanda interna”, per questo “sul breve-medio periodo è difficile” che l’Iran torni a essere un partner di primo piano per l’Italia, ha spiegato Annalisa Perteghella, senior policy advisor del think tank italiano Ecco. “Anche a livello infrastrutturale è complesso”, ha aggiunto.
Nelle scorse settimane Amir-Abdollahian ha ospitato a Teheran l’omologo russo Sergei Lavrov. Nell’occasione ha ribadito il sostegno iraniano alla via diplomatica per porre fine alla guerra n Ucraina. “Crediamo che le azioni americane condotte attraverso la Nato siano parte delle cause della crisi”, ha però tenuto a sottolineare il ministro degli Esteri iraniano. “Tuttavia, la Repubblica islamica non vede la guerra come una soluzione e accoglie con favore i colloqui politici”, ha aggiunto. Lavrov ha sottolineato l’importanza di aggiungere “profondità” alle attuali relazioni bilaterali sostenendo che “gli esperti” dovrebbero lavorare su “modi per concretizzare” l’accordo di cooperazione ventennale raggiunto a febbraio. Parole con cui è sembrato cercare un riallineamento post Ucraina puntando ad accelerare la divisione tra democrazie e autocrazie.