Scontri in corso a Tripoli. Tre morti nella capitale mentre i combattimenti infiammano nuovamente la Libia (ancora senza un governo)
Dopo essersi raggruppate nei giorni scorsi nella potente città-stato di Misurata, le forze miliziane affiliate a Fathi Bashaga si sono mosse su Tripoli nella notte. Nella capitale libica sono in corso scontri, perché le milizie fedeli al primo ministro sfiduciato Abdelhamid Dabaiba hanno ingaggiato con le armi l’opposizione ai rivali.
Bashaga, ex ministro dell’Interno del precedente governo formato dall’Onu, ha ricevuto la fiducia parlamentare per formare un nuovo esecutivo mesi fa, ma non aveva mai implementato questo sostegno politico perché Dabaiba non abbandona Tripoli.
Il primo ministro uscente contesta la regolarità del voto ricevuto dal rivale e si arroga il potere esecutivo giustificando di essere stato incaricato, lo scorso anno, dal processo onusiano del Foro di dialogo politico libico. Il suo incarico era organizzare le elezioni, ma dopo essere saltate due volte per le divisioni interne, sono state rinviate a data indeterminata.
La situazione ha prodotto uno stallo istituzionale che si è riversato nel peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini (ci sono stati blocchi ai campi pozzi energetici che hanno portato all’aumento delle interruzioni elettriche). Inoltre si è innescato un clima di tensione interno che può facilmente portare a un ulteriori, e più violenti, scontri.
La battaglia scoppiata oggi ad Ain Zara ha ucciso almeno 13 persone, secondo quanto reso pubblico da un portavoce dei servizi di emergenza di Tripoli. C’erano stati appelli alla calma, dopo che la violenza era scoppiata la notte precedente, ma non sono stati rispettati.
È stata l’ultima escalation a minacciare la relativa pace dopo quasi un decennio di guerra civile in Libia, dove due gruppi di autorità rivali sono bloccati in una situazione di stallo politico. Le divisioni hanno scatenato diversi episodi di violenza a Tripoli negli ultimi mesi, ma la maggior parte si è conclusa nel giro di poche ore.
Secondo Osama Ali, portavoce dei servizi di emergenza, tra le persone uccise dall’inizio degli scontri, giovedì scorso, ci sono tre civili della zona e un bambino di 12 anni. Ha anche detto che 30 persone sono state ferite.
Il Consiglio presidenziale libico, con sede a Tripoli, ha detto che tutte le forze coinvolte negli scontri dovrebbero tornare immediatamente alle loro basi. Malek Merset, un altro portavoce dell’emergenza, ha dichiarato che 200 persone sono già fuggite dalla zona, alcune delle quali stavano partecipando a un matrimonio. Ha chiesto che gli spari cessino per permettere ad altre persone di andarsene.
Gli scontri si sono estesi ad altre aree della città. L’aeroporto di Mitiga, l’unico funzionante di Tripoli, ha annunciato la chiusura per motivi di sicurezza dei passeggeri. Anche la missione delle Nazioni Unite nel Paese ha invitato tutte le parti coinvolte alla moderazione.