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L’Italia della Difesa a Farnborough. Un successo del sistema-Paese

L’Italia è stata protagonista del Farnborough international airshow, con le industrie nazionali della Difesa e dell’aerospazio, che hanno raccolto numerosi successi tra collaborazioni e partnership internazionali sui grandi programmi del futuro. Un risultato reso possibile anche dal supporto fornito dalla delegazione di segredifesa guidata dal generale Portolano

Al Farnborough international airshow 2022, l’industria italiana ha raggiunto importanti risultati, anche grazie al supporto fornito dalla Difesa. Alla manifestazione, infatti, ha preso parte anche una delegazione del segretariato generale della Difesa guidata dal suo comandante, il generale Luciano Portolano, il quale ha potuto intrattenere diversi incontri istituzionali con le autorità civili e militari del Regno Unito e con le delegazioni internazionali presenti a Farnborough. L’occasione, inoltre, ha permesso a Portolano di visitare le società nazionali presenti in Gran Bretagna, testimoniando l’attenzione delle istituzioni alle industrie italiane del comparto aerospazio, difesa e sicurezza e per fornire il dovuto supporto alle molteplici attività realizzate e a quelle di possibile sviluppo futuro.

La presenza italiana

L’Italia ha partecipato con le grandi industrie di settore ma anche con le piccole e medie imprese, raggruppate in cluster regionali, che hanno offerto agli osservatori presenti il livello di esperienza raggiunto nello sviluppo di sistemi tecnologici di elevata rilevanza, diversificati in ogni settore. Le Pmi e le grandi industrie italiane del comparto Difesa stanno infatti conducendo programmi di ricerca e sviluppo, con accordi intergovernativi, l’acquisizione di una nuova tecnologia di interesse globale, la cooperazione internazionale in un settore di rilevanza strategica a livello istituzionale e industriale.

L’impegno sul Tempest

Protagonista della presenza italiana a Farnborough è stato il progetto per il sistema aereo da combattimento di sesta generazione Temepest, pronto a sostituire gli Eurofighter a partire dal 2035. Sul progetto, l’italiana Leonardo e l’inglese BAE Systems hanno raggiunto un accordo di cooperazione sul programma e per lo sviluppo di un velivolo dimostratore. L’intesa è stata resa possibile anche grazie al contributo del segretariato generale della Difesa italiano e del ministero della Difesa britannico. La partnership si concentra in particolare sull’applicazione delle metodologie di progettazione Model based system engineering (Mbse) e sullo sviluppo congiunto di tecnologie abilitanti per il futuro sistema. Nello stesso contesto ricadono le attività di dimostrazione in ambito sensoristico che coinvolgono il business italiano e britannico di Leonardo ed Elettronica.

Sensori e guerra elettronica

Nello specifico ambito della sensoristica, Elettronica partecipa allo sviluppo del sistema Isanke & Ics (Integrated sensing and non-kinetic effects & integrated communications system), la rete di sensori del Tempest. L’obiettivo di Isanke & Ics è quello di fornire una soluzione completamente integrata per sensori innovativi, effettori non cinetici e architettura di comunicazione che sia concentrata nella piattaforma centrale e distribuita lungo tutto il sistema. L’interoperabilità e la connettività in rete sono domini cruciali per i nuovi requisiti operativi che guidano lo sviluppo del caccia di sesta generazione. La superiorità dell’informazione sarà garantita al sistema da una profonda integrazione all’interno della piattaforma e con gli asset di guerra elettronica, radar e di comunicazione. Lo sviluppo dei sistemi integrati Isanke & Ics sarà anche alimentato dalla tecnologia e le conoscenze generate dal lavoro sul sistema Jaguar, un programma radar internazionale al quale collaboreranno Leonardo UK e la giapponese Mitsubishi Electric. A Farnborough, poi, Elettronica ha presentato anche un’ampia gamma di sistemi integrati di autodifesa (Isds) che equipaggiano il velivolo da combattimento Eurofighter Typhoon e l’elicottero NH-90, in grado di proteggere questi velivoli dalle operazioni offensive nello spettro elettromagnetico.

I sistemi d’arma del futuro

A Farnborough, poi, Mbda ha presentato la propria visione per l’ottimizzazione degli effetti degli armamenti che saranno installati sul Tempest, attraverso il Weapon effects management system, uno strumento di gestione che dovrà garantire l’utilizzo efficace ed efficiente dei sistemi d’arma a bordo. L’obiettivo del sistema, a cui MBDA sta lavorando a stretto contatto con i partner del programma, è quello di progettare un software che funzioni armonicamente con i sistemi di missione e la suite di sensori della piattaforma principale, in grado di fornire la migliore risposta alle minacce e utilizzabile nel momento più opportuno, massimizzando quindi l’efficacia complessiva della missione. In un ambiente operativo sempre più complesso, un pilota, o anche un operatore da remoto, avrà bisogno dell’assistenza dell’intelligenza artificiale e del machine learning per ridurre il suo carico cognitivo e facilitare il coordinamento di tutti i complessi armamenti disponibili in un contesto di conflitto. Potrebbe anche essere che l’effetto migliore non provenga dalla piattaforma principale del sistema, ma da uno dei sistemi aggiunti senza equipaggio che accompagneranno il caccia Tempest, come gli Uncrewed combact aerial vehicle, droni da combattimento aereo.

Le altre partnership

Quella sul Tempest, tra l’altro, non è l’unica collaborazione che vede il nostro Paese protagonista a livello industriale. Il ministero della Difesa britannico ha infatti allocato oltre due miliardi di sterline per l’aggiornamento degli Eurofighter Typhoon con l’European common radar system mark 2 (Ecrs Mk2), il sistema radar destinato al velivolo da combattimento, un progetto che vedrà la collaborazione tra BAE Systems e Leonardo. Avio Aero ha poi celebrato lo sviluppo del motore turboelica all’avanguardia Catalyst selezionato a marzo da Airbus per equipaggiare il programma del drone europeo EuroDrone. Infine, Magnaghi aeronautica group (Magroup), gruppo specializzato nella fornitura di componenti per le strutture aeree e elicotteri, in particolare dei sistemi per i carrelli di atterraggio, ha acquisito la società britannica Five Valleys Aerospace, produttore di parti lavorate per l’industria aerospaziale basata nel Gloucestershire con due business unit principali, Nu-Pro e Stanmar. Grazie all’operazione, Magroup ha effettuato il proprio ingresso nel mercato aerospaziale e della difesa del Regno Unito. All’inizio di quest’anno, tra l’altro, Magroup è stata selezionata da Lockheed Martin per fornire il sistema di carrello di atterraggio completamente integrato per i velivoli ad ala rotante del Future Long-Range Assault Aircraft (Flraa), progetto inserito nel programma Future vertical lift (Fvl), con cui l’esercito degli Stati Uniti intende rivoluzionare completamente la propria componente ad ala rotante sia dal punto di vista tecnico che operativo e strategico.



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