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Il M5S e il logoramento della Lega. Parla Malan (FdI)

Il senatore di FdI: “Adesso sarà difficile spiegare ai propri elettori che si toglie la spina a un governo che si è contribuito a formare e a cui si è assicurato il sostegno per tutti questi mesi”

Mediazione fallita. Il ministro D’Incà ci ha provato, ma la linea dura stabilita ieri sera nel summit pentastellato ha prevalso. Niente fiducia al Dl Aiuti. Ora, parola a Mattarella. “Ed è la decisione che assumerà il Presidente della Repubblica a preoccuparmi di più”. A dirlo è Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia che ribadisce la linea meloniana: elezioni anticipate.

Perché la preoccupano le decisioni del Capo dello Stato?

Già le voci circolano. La crisi, la pandemia, l’inflazione è la guerra. Tutti problemi reali, per carità, ma non li si può sempre utilizzare come pretesti per evitare di dare la parola agli italiani.

La Lega staccherà la spina al Governo?

Il Carroccio è in una posizione scomoda. Da un lato se rimane al governo andrà senz’altro incontro a un logoramento anche dei consensi. D’altra parte, assumersi la responsabilità di far cadere il governo non è certo facile. L’errore è stato all’origine e adesso si vedono le avvisaglie di pesanti lacerazioni interne.

A cosa fa riferimento?

Le parole di Zaia che ha messo le mani avanti circa la necessità di dare continuità al governo Draghi, a mio giudizio, mettono in grossa difficoltà il segretario del Carroccio Salvini.

Il Movimento 5 Stelle, se non altro, è stato coerente con quello che aveva stabilito ieri. 

Sì, ma è stata un’operazione che non porterà alcun beneficio, nonostante i loro intendimenti. È stata gestita male.

Dunque non porterà beneficio ai grillini? 

No, elettoralmente sarà una sconfitta. Come lo è stato stare al governo del resto. Ma, a mio giudizio, per fare un’operazione efficace avrebbero dovuto caratterizzarla di più, ponendo un tema legato a una battaglia del Movimento. Adesso sarà difficile spiegare ai propri elettori che si toglie la spina a un governo che si è contribuito a formare e a cui si è assicurato il sostegno per tutti questi mesi.

Questo strappo come sarà vissuto dal Pd in ottica di campo largo?

Ormai il campo è sempre più stretto. Il Pd sarà costretto ad andare alle urne sostanzialmente da solo. Anche perché non potrà, realisticamente, apparentarsi con una forza politica che ha tolto la fiducia al governo di cui il Pd ha di fatto assunto come propria l’agenda politica.

Rimane il fatto che andare alle urne non è una prospettiva facile.

In realtà sì. Questa governo aveva l’obiettivo di risolvere i problemi e le crisi in atto. Il Pnrr è indietro, il debito pubblico è vertiginosamente aumentato e la crisi sanitaria non è per nulla superato. Quindi, è ora di far tornare a parlare gli italiani.

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