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Putin cerca bin Salman per mettere in difficoltà Biden

Il Cremlino ci tiene a far sapere che Putin e bin Salman hanno rinnovato le loro buone relazioni in una telefonata. Che arriva a pochi giorni dalla visita saudita di Biden e mentre la Russia sottrae quote di mercato a Riad

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato al telefono giovedì con il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, e ha discusso della produzione di petrolio e della sua ultima visita in Iran. A diffondere il comunicato è il Cremlino, che chiaramente lo usa anche per sottolineare che Paesi come l’Arabia Saudita hanno una relazione con Mosca nonostante siano invitati (pressati) dagli Stati Uniti a essere più allineati con le posizioni occidentali.

La telefonata è un ottimo aggancio per la narrazione russa, perché arriva dopo appena una settimana dal primo incontro di bin Salman con Joe Biden, il presidente democratico americano che lo aveva accusato di essere un paria e che finora aveva evitato contatti diretti con lui visto che lo riteneva (ritiene?) responsabile di violazioni dei diritti democratici — mal conciliabili con la sua linea politica — anche clamorose, come l’assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi.

La visita del presidente Biden in Arabia Saudita era finalizzata in parte a spingere il regno ad aumentare la produzione di petrolio. Un altro degli obiettivi era quello di dimostrare la presenza Usa a Riad e cercare così di allontanare l’Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo dalle relazioni e connessioni con Cina e Russia.

Nella loro chiacchierata, Putin e MBS giovedì hanno invece sottolineato le relazioni amichevoli tra la Russia e l’Arabia Saudita e hanno discusso del mercato globale del petrolio e dell’espansione dei legami commerciali ed economici, secondo il readout del Cremlino della telefonata.

Al momento della stesura di questo articolo, da Riad non è uscito un comunicato sull’incontro telefonico tra Putin e bin Salman. È del tutto possibile ipotizzare che se i sauditi comunicheranno qualcosa lo faranno in modo più asciutto, per evitare letture dirette o laterali che possano indispettire Washington.

“È stata sottolineata l’importanza di un ulteriore coordinamento nel quadro dell’OPEC+”, scrive ancora il Cremlino. E lo fa ricordando a Washington che l’Arabia Saudita ha un accordo sulle produzioni con la Russia, stretto nell’ambito dell’organizzazione allargata dei produttori. Biden vorrebbe invece che Riad si muovesse anche (o principalmente) in coordinamento con le richieste statunitensi , e lo facesse in modo da aumentare le produzioni e diminuire il prezzo del petrolio.

Su questo racconto russo c’è però da aggiungere un livello di complicazione. Mosca sta usando una tattica commerciale molto aggressiva sulle esportazioni petrolifere: dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha iniziato a proporre sconti molto allettanti ad alcuni clienti per mantenere attivi i suoi flussi commerciali, aspettandosi che parti di essi finissero sottoposti a sanzioni occidentali. Per il secondo mese consecutivo, grazie a questo espediente sulle vendite, la Russia ha superato l’Arabia Saudita come fornitore alla Cina. Pechino è il primo cliente di Riad, che è indispettita dalle mosse competitive di Mosca (e  questo probabilmente bin Salman lo ha esposto a Putin).

Sempre stando al Cremlino, il leader russo e il saudita hanno anche discusso della Siria e dell’incontro trilaterale di Putin a Teheran con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, all’inizio della settimana. Un incontro con cui il presidente russo ha voluto ribadire il proprio ruolo all’interno del Medio Oriente.

La telefonata di giovedì russo serve sia a Putin, che vuole dimostrare che la visita di Biden non ha danneggiato il suo ruolo regionale, sia al principe ereditario saudita, che vuole segnalare di non essere dipendente da Biden.

Sotto quest’ottica, domenica, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, arriverà al Cairo per parlare con alti funzionari di tutti i 22 Stati membri della Lega Araba, in un altro sforzo della Russia per mantenere il proprio impegno con quel mondo e quella regione, dopo la visita di Biden, e in mezzo alla guerra in Ucraina che sta mettendo molti di quei Paesi in una complessa situazione politico-economica, anche legata all’inflazione sui prodotti alimentari.



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