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Zuckerberg pronto ad allentare le restrizioni sui post che parlano di Covid

L’azienda ha chiesto consiglio su come comportarsi all’Oversight Board, un gruppo da essa finanziato. Ma qualsiasi sia l’approccio, più o meno libertario, le critiche arriveranno. Ecco cosa ha detto Nick Clegg

“Uccidono la gente”. Era luglio, ma dell’anno scorso, quando il presidente americano Joe Biden parlava delle fake news sul Covid-19 che circolavano sulle piattaforme digitali. Parole che si rimangiò subito dopo, ma è innegabile che la disinformazione sul virus rischiava di andare fuori controllo.

Da Facebook, Twitter e altri erano arrivate rassicurazioni, ma oggi Meta sta ripensando le sue strategie. Per capire se può iniziare ad allargare le maglie delle restrizioni, la società ha infatti richiesto un parere consultivo all’Oversight Board, un gruppo indipendente finanziato dalla stessa Meta (150 milioni di dollari per tre anni) per aiutarla a prendere decisioni delicate di questo genere.

Attualmente, infatti, sono stati rimossi tutti quei post che diffondono notizie false sui vaccini, sull’utilità delle mascherine e della prevenzione sociale, che dovrebbero ammontare a circa 80 milioni. Soprattutto perché i casi tornano a crescere, insieme al numero delle nuove varianti. Negli Stati Uniti, il balzo dei casi nelle ultime settimane è stato del 34%, ma anche l’Europa non se la passa meglio. Eppure, anche di fronte a questa realtà, Meta sembra andare in direzione contraria. La motivazione prova a darla Nick Clegg, a capo degli affari globali dell’azienda. Innanzitutto, ha spiegato a Platformer, Facebook ritiene il Covid-19 solo la prima grande pandemia e, per tale ragione, vorrebbe stilare una guida che possa permetterle di adottare lo stesso comportamento anche di fronte a quelle che verranno. Inoltre, visti i tanti soldi spesi, l’azienda si aspetta che dall’Oversight Board – che si occupa anche di ascoltare i ricorsi – possa arrivarle un’indicazione chiara su come, in caso, cambiare la propria politica. 

Questo potrebbe essere un vantaggio, perché la società si libera di determinate responsabilità e, soprattutto, evita che le decisioni vengano prese da poche persone (leggasi Mark Zuckerberg). Tuttavia, dato che tra i membri del Consiglio figurano grandi fan della libertà di parola, il rischio che si allentino le restrizioni sui contenuti condivisi rimane alto.

“Meta è fondamentalmente impegnata nella libertà di espressione e crediamo che le nostre app siano un modo importante per far sentire la propria voce”, ha dichiarato Clegg. “Tuttavia”, ha precisato, “alcune informazioni errate possono comportare un rischio imminente di danni fisici e noi abbiamo la responsabilità di non lasciare che questi contenuti proliferino. Le politiche dei nostri Standard della comunità cercano di proteggere la libertà di espressione e di prevenire questi contenuti pericolosi. Ma risolvere le tensioni intrinseche tra libertà di espressione e sicurezza non è facile, soprattutto quando ci si trova di fronte a sfide senza precedenti e in rapida evoluzione, come nel caso della pandemia. Ecco perché in questo caso abbiamo chiesto il parere dell’Oversight Board. Le sue indicazioni ci aiuteranno anche a rispondere a future emergenze di salute pubblica”. Soprattutto, ha aggiunto Clegg, “sarebbe curioso ed eccentrico, a mio avviso, non sottoporre la questione alla Commissione di vigilanza”. 

Fino ad oggi, i pareri dell’Oversight sono sempre stati rispettati da Facebook e, pertanto, sarebbe strano ignorarli di fronte a una situazione del genere. Anche perché, qualsiasi sia la decisione, è sicuro che seguiranno delle critiche. Da una parte chi riterrà che tornare alla liberalizzazione dei contenuti possa aiutare le teorie complottiste a diffondersi meglio, dall’altra chi griderà alla fine della libertà di pensiero e di parola. Qualora dovesse prevalere il libera tutti, Clegg ha sottolineato come i social di proprietà di Meta, Facebook e Instagram, adotterebbero misure che conterrebbero in ogni modo la disinformazione, aumentando ad esempio il fact checking sui post. 

Ecco allora che le soluzioni a disposizione appaiono due. Il Consiglio può decidere di mettersi alle spalle tutti i problemi e consigliare un controllo meno restrittivo di quello che gli utenti condividono sul Covid-19. Oppure, al contrario, può riconoscere che il problema del virus non è ancora passato ma, anzi, è proprio il momento di non abbassare l’attenzione di fronte all’aumento dei casi. 



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