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La difficile intesa col Pd e i contatti con Calenda. Parla Rosato (IV)

Il coordinatore nazionale di Italia Viva: contatti Renzi-Calenda? “Matteo e Carlo hanno la consuetudine che si accorda a coloro tra i quali intercorrono diverse affinità sui temi”. Il Pd? “Molte divergenze, difficile un percorso comune”. Mentre per un eventuale governo di centrodestra il principale problema da affrontare sarà il posizionamento in politica estera…

Mara Carfagna annuncia la sua adesione (abbastanza prevedibile) in Azione. Carlo Calenda si sfrega le mani e infoltisce la sua schiera. Dialoga, ascolta, si confronta. Tra i suoi interlocutori principali, specie in questa fase di costruzione di alleanze immaginando la spartizione dei collegi, c’è senz’altro Matteo Renzi. È ancora presto per sapere se ci sarà, in effetti, un asse tra Italia Viva e Azione. “Certo è che prevedo una discesa in campo e una presa di posizione netta delle forze che hanno sostenuto l’agenda Draghi e che fanno dell’agenda Draghi la loro base programmatica”. Ettore Rosato, coordinatore nazionale ed esponente di spicco di Italia Viva, si destreggia con l’agilità di un attaccante nel campo aperto della campagna elettorale.

Calenda e Renzi si vedono spesso, ultimamente. 

Matteo e Carlo hanno la consuetudine che si accorda a coloro tra i quali intercorrono diverse affinità sui temi. Tra loro c’è stata anche una confidenza dettata dalla condivisione di un percorso assieme durante l’esecutivo guidato da Matteo.

Ci sarà un percorso comune?

Su certi temi c’è affinità, torno a ripetere. E senz’altro ad Azione ci accomuna il sostengo fino in fondo all’esecutivo guidato da Mario Draghi. Lo stesso esecutivo che, nel tempo, è stato attaccato sia da destra che da sinistra. Perché, sia a destra che a sinistra si ha paura delle riforme, mentre noi riteniamo che la cosa più urgente per questo Paese siano proprio le riforme.

Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha chiarito che sul nome di Renzi per un’eventuale alleanza, non ci sono veti. 

Ci mancava solo che ci fossero veti da parte del Pd. Sarebbe stato davvero paradossale.

In che rapporti siete con i dem?

Per noi c’è un grande scoglio. Letta, non appena caduto il governo Draghi, ha dichiarato di voler mettere assieme tutti coloro che avevano sostenuto l’esecutivo fino alla fine. Peccato che il suo primo atto sia stato quello di sottoscrivere un accordo con l’estrema sinistra e con i verdi di Angelo Bonelli. Ossia con le forze che, per 55 volte, non avevano dato la fiducia al governo Draghi.

Dunque siamo lontani da un percorso comune?

Direi proprio di sì, siamo molto lontani. Direi che vedo molto poco percorribile una strada con i dem, alla luce delle loro posizioni su reddito di cittadinanza, lavoro e giustizia. Solo per fare qualche esempio.

Forza Italia, giorno dopo giorno, sta perdendo pezzi. Come la vede?

Penso che stia pagando le scelte sbagliate che ha fatto. Nell’unico momento nel quale sarebbe stato davvero utile sostenere il governo Draghi, hanno deciso di non farlo. Elettoralmente, prevedo che questa posizione non sarà premiante.

Sull’ipotesi di ingerenze russe per la caduta dell’esecutivo Draghi, per mezzo di emissari leghisti, che idea si è fatto?

La Russia interferisce da anni nella politica del nostro Paese e non solo. E lo fa utilizzando l’eccessiva apertura al dialogo di partiti che si sono dimostrati troppo accomodanti con chi ha invaso un Paese sovrano.

Meloni ha chiarito che sulla guerra in Ucraina il posizionamento del suo partito è nettamente dalla parte dell’Ucraina. 

Infatti a Fratelli d’Italia va dato atto di aver sostenuto convintamente tutto l’operato del governo sul versante ucraino. D’altra parte io mi auguro che, qualsiasi sarà il prossimo esecutivo, si ponga in continuità con il posizionamento che l’Italia ha sempre avuto nello scacchiere internazionale. Un posizionamento europeista e atlantista. Senza se e senza ma.

La leader di Fratelli d’Italia è molto vicina a Orban. 

Credo che Orban sia prima di tutto un problema per il popolo ungherese. Con tutto il rispetto per il voto espresso da loro. Sentire frasi sul primato della razza, francamente, mi fa rabbrividire. E, comunque, è del tutto evidente che il principale problema che dovrà affrontare un ipotetico governo di centrodestra sarà proprio il posizionamento dell’Italia in politica estera.


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