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L’alleanza col M5S è finita. Così il Pd risolve i suoi problemi al centro. Parla Franchi

L’editorialista del Corriere della Sera: “Allontanandosi dal centro delle città la sinistra è stata sempre più debole e poi è diventata debolissima. Dove deve arrivare ora? Ecco, questo credo che sia il concetto recuperabile”

Dal Lingotto ad oggi, osserva a Formiche.net l’editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi, giornalista, scrittore e uno dei più autorevoli osservatori del mondo gauche, la sinistra ha smarrito la sua missione e si è allontanata dalle periferie per intercettare i voti della cosiddetta Ztl. Oggi alla vigilia di una campagna elettorale basata molto sugli attacchi personali e poco sui contenuti classici, ecco che questo elemento torna in auge per voce del ministro del Lavoro.

Il ministro Orlando chiede di recuperare i valori della sinistra: perché sono stati smarriti?

Premesso che io credo che sia un problema non solo italiano, quello che si traduce nella frase un po’ ad effetto che i poveri votano a destra e per la sinistra solo quelli della Ztl no, il dibattito nasce già una trentina d’anni fa, ai tempi dei governi D’Alema: era l’anno dell’Ulivo mondiale con Clinton e Blair. Una visione iper ottimistica della situazione che si è determinata dopo la caduta dell’Unione Sovietica e la fine di un mondo sostanzialmente pacificato, dove il liberismo e il mercato hanno vinto la loro partita.

Con quali conseguenze?

Con un problema generale di modernizzazione di questo capitalismo e di questo mercato. La frase di Orlando credo richiami al fulcro dell’identità di sinistra. Ma la sinistra si smarrisce in parte, come dire scientemente e, in parte, quasi inconsciamente. Di qui credo il richiamo di Orlando alle origini del movimento socialista all’interno del movimento socialista della fine dell’Ottocento. In questa sua composizione un po’ stracciona, socialmente, oltre che politicamente e intellettualmente, questa è stata, non saprei dirti, se una rivoluzione o una controrivoluzione. Comunque è stato il mutamento di fondo. Ma questo è già nell’atto fondativo del Partito Democratico nel 2008, il famoso discorso del Lingotto.

Cosa è accaduto alla sinistra dal Lingotto ad oggi?

Allontanandosi dal centro delle città la sinistra è stata sempre più debole e poi è diventata debolissima. Dove deve arrivare ora? Ecco, questo credo che sia il concetto recuperabile. Una volta era una cosa molto di destra essere considerati socialdemocratici. Adesso meno. Quindi ha un senso quello che dice Orlando che è una persona che stimo. Ma sulla realizzabilità di mettere assieme un composito cartello i cui interlocutori sono ancora più al centro per spiegarci che la sinistra non c’è, beh non credo sia fattibile. Tanti auguri, insomma. Però ho i miei dubbi.

Ovvero?

In due mesi si convincerà l’operaio che ha la tessera della Fiom in Lombardia e che ormai vota Lega? O il pensionato di Tiburtino che ormai vota Meloni, ed è stato figlio o nipote di un elettore storico della sinistra?

L’autocandidatura a premier di Calenda è una provocazione, uno stimolo all’alleanza di centrosinistra, oppure una legittima aspirazione?

Ma per carità, quella di candidarsi è un’aspirazione legittima, non è che ci sia una eccezione morale sulla cosa. Ma non so quanto ci creda anche lui. Annuncio, peraltro, che la legge attuale elettorale attuale non consente perché non prevede la necessità di indicare un nome. Quindi l’idea, insomma, è di quella di dire che l’optimum sarebbe Draghi e visto che non lo sarà cerchiamo di costruire una una candidatura che gli assomigli il più possibile.

Come farà Letta a tenere insieme i suoi con il M5S (con cui, ad esempio, Boccia ed Emiliano hanno un legame importante) i liberali di Azione, i cattolici?

Credo che i Cinque Stelle, inteso come quella roba che Conte riuscirà a portare alle elezioni, in questo senso ci sia e questo in qualche modo risolverà, se non tutti, molti, dei problemi. Dall’altra parte, al centro, questa impossibilità oggettiva di tenere assieme il filo di un’alleanza con il M5S pone in frigorifero una serie di problemi. Che cosa voglio dire? Se c’è il problema che dobbiamo dare il collegio a Conte è ovvio che se questo problema non c’è più, allora automaticamente si riduce l’area. Nella sua terza incarnazione, il Mélenchon italiano, è in attesa dell’incarnazione successiva. Quanto più il Pd converge al centro, più si apre la prospettiva a cui Orlando sembra rifiutarsi.

Secondo Marco Follini la sinistra ha l’ossessione della destra: ha ragione?

Sì. Io credo che una campagna elettorale fatta sull’erogazione del pericolo dopo qualche editoriale sparso del New York Times che denuncia i rischi, non è una cosa che mi lascia tranquillo. Non è che voglio dire che il problema non esiste, ma il vero nodo è quello sottolineato da Follini: la sinistra cosa dice di se stessa, oltre all’attacco agli avversari? Ora un bel attacco antifascista, ma contro una col vento in poppa, non ha senso. Insomma, è tutto sulla difensiva e non va bene per la sinistra.

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