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Calenda-Letta per combattere non il fascismo ma gli “sgangherati”. Parla Richetti

Il senatore a margine della presentazione del Patto repubblicano: “Forza Italia si è relegata a essere la ruota di scorta del Carroccio. E non mi pare una bella fine. Però se la sono scelta loro”. Il Pd ?”Deve abbandonare definitivamente i grillini”, mentre Renzi…

“E’ ancora presto per parlare di programmi elettorali. Ma è bene fissare principi chiari”. Matteo Richetti, senatore di Azione tra i primi ad aderire al progetto di Carlo Calenda, a margine della conferenza di presentazione del ‘Patto Repubblicano’ descrive un approccio metodologico per affrontare la sfida elettorale che culminerà il 25 settembre. “Non è pensabile – dice – pensare di fare alleanze sulla base di simpatie o antipatie. Bisogna parlare di temi concreti per dare risposte al Paese”.

Rilanciate l’agenda Draghi?

Rilanciamo le priorità che l’esecutivo guidato da Mario Draghi stava cercando di affrontare. Dai rigassificatori al salario minimo, passando per la revisione del reddito di cittadinanza legandolo indissolubilmente al tema dell’occupazione. Queste sono le basi del fronte repubblicano. Per chi ci sta, porte aperte”.

Da Calenda sono arrivati segnali di apertura al Pd.

A una condizione: la chiarezza e l’abbandono del campo largo. I grillini, ossia coloro che hanno mandato a casa il premier più credibile degli ultimi vent’anni assieme a Salvini e Berlusconi, non possono essere nostri interlocutori. Dunque, se il Pd abbandonasse completamente Conte e i suoi, sarebbe un buon segnale che aprirebbe senz’altro una strada comune.

Si immagina un ticket Calenda-Letta?

Un’alleanza di queste due forze sarebbe l’unica credibile per contrastare l’avanzata del centrodestra. Sarebbe una risposta credibile, concreta, europeista, riformista e liberale. Purché, ripeto, si abbandonino certi ammiccamenti al campo largo. Di Maio compreso.

Non mi dica che teme il ritorno del fascismo. 

Ma assolutamente no, quelle sono pagliacciate. Io temo il ritorno degli sgangherati. Ossia di chi propone Silvio Berlusconi presidente del Senato, Giorgia Meloni premier e Matteo Salvini ministro. Un leader al quale non vuole stringere la mano neanche la destra polacca, figuriamoci quella italiana.

Galli della Loggia questa mattina sul Corriere ha eccepito sull’assenza di identità al centro. Che ne pensa?

Le discussioni sul centro non mi appassionano, anzi le reputo davvero stucchevoli. Personalmente sono cattolico, liberale e democratico. Noi non facciamo una proposta di centro. E’ semplicemente una proposta anti-populista ed europeista.

Originariamente il patto repubblicano poteva comprendere anche Forza Italia?

Certo, ma dopo quello che è successo in Senato direi che non sussistono più le condizioni. Forza Italia si è relegata a essere la ruota di scorta del Carroccio. E non mi pare una bella fine. Però se la sono scelta loro.

Su Renzi c’è qualche veto?

La scelta di Matteo è solo e soltanto di Matteo. Noi non abbiamo preclusioni, per cui se fosse disposto a firmare questo patto a queste condizioni ne saremmo felici. Anche se temo che Renzi stia raccogliendo quello che ha seminato in questi anni. Un conto è intestarsi le cadute dei governi attraverso abili alchimie parlamentari, altra cosa invece è presentarsi agli elettori.

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