235 euro a regime nel prossimo triennio. I sindacati di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le associazioni datoriali di Confindustria Energia ieri sera hanno siglato l’ipotesi di accordo. L’intesa riguarda circa 40mila addetti del settore
“Un altro importante Ccnl del settore industriale è stato rinnovato dai rappresentanti di imprese e sindacati. Il rinnovo del contratto nazionale di Energia e Petrolio che riguarda circa 40mila addetti aiuta la ripresa industriale del Paese, in un momento di forte crisi, tutelando allo stesso tempo i fattori del lavoro e della produzione. Nell’ipotesi di intesa sottoscritta dalle parti l’aumento medio a regime nel corso del triennio 2022-2024 di 235 euro è un epilogo per cui siamo estremamente soddisfatti. I lavoratori apprezzeranno i contenuti sia dal punto di vista economico e normativo”. Così Paolo Pirani, leader della Uiltec, ha commentato la sigla, apposta ieri sera, dell’ipotesi di accordo per il settore in questione ch’era scaduto il 31 dicembre 2021.
La parte economica
L’aumento complessivo come già in precedenza sarà di 235 euro nel triennio. L’intesa prevede un aumento medio sui minimi di 215 euro diviso in 3 tranche, così ripartite: 60 euro da luglio 2022; 65 euro da luglio 2023; 90 euro da giugno 2024. Il valore economico del rinnovo è di 235 euro, di cui 215 sui minimi a cui si sommano ulteriori 20 euro mensili che vengono consolidati sugli stessi minimi in alternativa al trasferimento sull’Edr per effetto del meccanismo di verifica degli scostamenti inflativi. Il montante complessivo calco lato sui 215 euro è pari a 4.275 euro. I 20 euro consolidati sui minimi sviluppano retribuzione per ulteriori 700 euro. Infine, 6 euro saranno aggiunti all’Edr, che passerà da 25 a 31 euro.
La parte normativa
Particolarmente significativi sono il rafforzamento, l’innovazione e la ripartenza del sistema di valutazione dell’apporto individuale, che concorre ad aumentare il salario contrattuale. Per quanto riguarda il tema della salute e sicurezza, la novità è rappresentata dal consolidamento della figura del rappresentante alla sicurezza di sito. La sperimentazione in alcuni siti pilota realizzata nel vecchio contratto ha segnato un passo avanti nella “Cultura della sicurezza”, confermando questa buona pratica a livello contrattuale nazionale.La formazione, sia individuale che collettiva, avrà nel prossimo triennio un incremento di ore finalizzate allo sviluppo, da una parte della crescita professionale e dall’altra dell’acquisizione di nuove competenze per la reimpiegabilità. Quest’ultima è fondamentale in vista dei nuovi processi produttivi che questo settore sarà chiamato ad affrontare per realizzare la transizione energetica ed ecologica. In tal senso si costituirà anche il libretto delle competenze che certificherà la formazione, e sarà rafforzato l’organismo bilaterale che sovrintende i processi formativi. Infine è previsto il miglioramento del meccanismo di maturazione delle ferie per i dipendenti con anzianità di servizio pari a 7 anni.
Le reazioni dei sindacati
“Di fronte a scenari di complessa e articolata trasformazione sociale e strutturale, dove l’Europa ci chiede di avanzare velocemente nella transizione ecologica ed energetica, questo contratto risponde in maniera efficiente alle esigenze di un settore, quello energetico, nevralgico per questo Paese”: lo hanno dichiarato i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Paolo Pirani. “In un momento di generale incertezza dovuta alla crisi di Governo, le parti hanno assunto la responsabilità di dare risposte ai lavoratori, in un settore strategico per la vita del Paese”, hanno concluso i tre leader sindacali.