Cresce l’impegno della Difesa per la partecipazione al caccia del futuro Tempest, mentre prosegue il percorso di sviluppo degli elicotteri di nuova generazione. E poi i nuovi veicoli terrestri, ulteriori unità per la Marina con un ritorno dell’attenzione sulla guerra convenzionale. Nel Documento programmatico pluriennale 2022-2024 firmato da Lorenzo Guerini aumenta il budget e anche il ruolo dell’industria
È stato pubblicato il Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2022-2024, il terzo firmato da Lorenzo Guerini. Continua la crescita del bilancio per le Forze armate, fissate dal nuovo documento a 18 miliardi di euro. Un aumento rispetto ai 16,8 del 2021, a loro volta in aumento rispetto agli anni passati. La parte del bilancio dedicata agli approvvigionamenti ammonta a 5,42 miliardi di euro, con un aumento del 34% rispetto ai quattro miliardi spesi nel 2021. Oltre al quadro finanziario di riferimento, il nuovo Dpp fornisce anche un aggiornamento sulle attività che vedono impegnata la Difesa, seguendo quanto previsto nella direttiva per la Politica militare nazionale 2022, recentemente approvata dal ministro, e dall’Atto di indirizzo 2023 sulle linee generali d’azione della Difesa da qui a tre anni. Su questi temi, tra l’altro, il ministro era intervenuto di recente spiegando in commissione i contenuti del Decreto missioni, approvato dalle Commissioni congiunte Esteri e Difesa della Camera dei Deputati.
Il contesto strategico
Il Dpp muove dalla considerazione che la guerra in Ucraina abbia causato uno “shock sistemico” le cui ripercussioni economiche e sociali condizioneranno il contesto internazionale “già gravato dall’eco della pandemia e da molteplici situazioni di conflitto irrisolte”, modificando radicalmente l’ordine mondiale e la sicurezza europea “che abbiamo conosciuto finora”, ha spiegato Guerini nella sua introduzione al documento. “L’invasione ha riportato all’attenzione l’importanza dei conflitti di tipo simmetrico”, scrive ancora il ministro, aggiungendo che la guerra ha “palesato una significativa minaccia convenzionale, cibernetica e spaziale e rievocato finanche la minaccia nucleare”. In questo contesto, il ministro registra come “non devono esserci dubbi in merito alla necessità di proseguire nel percorso di crescita del bilancio della Difesa”.
I programmi
E così, tra le oltre 250 pagine del documento entrano diversi programmi attesi dalle Forze armate. Sono ben 46 i programmi di previsto avvio nel triennio 2022-2024, da aggiungere ai 170 già operanti. Tra i programmi, rimane confermato l’obiettivo di esprimere, entro il 2026, una Forza di intervento nazionale, con capacità di operare in tutti i cinque domini operativi “autonomamente o integrata in dispositivi multinazionali”, I diversi programmi saranno finanziati grazie al “Fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale”, previsto dall’ultima legge di bilancio.
Il caccia Tempest
L’Italia ha aumentato di nuovo le spese per la difesa, investendo nel 2022 nel programma Tempest e aggiornando radicalmente le previsioni di spesa per il programma del caccia. Tra i programmi che hanno beneficiato di un forte aumento dei finanziamenti c’è il caccia di sesta generazione Tempest, che vede l’Italia collaborare con Regno Unito, Svezia e Giappone. L’anno scorso il documento di bilancio prevedeva una spesa complessiva di due miliardi di euro per il programma, con una spesa annuale di venti milioni di euro per il 2022 e il 2023. Il nuovo bilancio, invece, impegna 220 milioni di euro per quest’anno e prevede 345 milioni di euro per il prossimo, e il ministero ha rivisto la stima complessiva di spesa a 3,8 miliardi di euro entro il 2036. “Il rifinanziamento del programma Fcas/Tempest – recita il documento – che offre un ampio orizzonte di cooperazione industriale, anche extra-europea, mira a capitalizzarne ogni possibile ritorno tecnologico”. Tali fondi coprono la fase di ricerca e sviluppo del programma, che fino allo scorso anno aveva un fabbisogno complessivo calcolato in 6 miliardi di euro. Probabilmente, questa stima è adesso in fase di rivalutazione.
Il ruolo italiano
Nel documento, il ministero della Difesa sottolinea come il “campo di applicazione” di Tempest comprenda una “piattaforma aerea principale”, velivoli aggiuntivi per l’equipaggio, attuatori e sensori e reti C2 di supporto che “massimizzeranno l’integrazione” con i sistemi terrestri e navali attuali e futuri. La collaborazione su Tempest con Regno Unito, Giappone e Svezia significa che l’Italia avrà “accesso esclusivo a un progetto di eccezionale ambizione”. Le future tecnologie necessarie per Tempest saranno accelerate anche dal sostegno di altri enti governativi italiani, tra cui il ministero dell’Economia, dello Sviluppo economico, dell’Università e dell’Innovazione digitale. Leonardo, Elettronica, Avio Aero e MBDA Italia sono tutti coinvolti negli sviluppi del settore Tempest dopo aver firmato una dichiarazione di intenti al momento dell’ingresso dell’Italia nel programma.
I risultati di Farnborough
Il progetto per il sistema aereo da combattimento di sesta generazione Temepest è stato, tra l’altro, protagonista della presenza italiana a Farnborough. Sul progetto, l’italiana Leonardo e l’inglese BAE Systems hanno raggiunto un accordo di cooperazione sul programma e per lo sviluppo di un velivolo dimostratore. L’intesa è stata resa possibile anche grazie al contributo del segretariato generale della Difesa italiano e del ministero della Difesa britannico. La partnership si concentra in particolare sull’applicazione delle metodologie di progettazione Model based system engineering (Mbse) e sullo sviluppo congiunto di tecnologie abilitanti per il futuro sistema. Nello stesso contesto ricadono le attività di dimostrazione in ambito sensoristico che coinvolgono il business italiano e britannico di Leonardo ed Elettronica.
Gli elicotteri di nuova generazione
Prosegue anche l’impegno per gli elicotteri di nuova generazione, con l’iniziativa rinominata Next generation fast helicopter (definita nello scorso documento come Future fast rotorcraft), dedicata a quella che si preannuncia la rivoluzione dell’ala rotante. Con 129 milioni di euro complessivi stanziati, il programma punta a “soddisfare l’interesse e il coinvolgimento nazionale nello studio delle emergenti tecnologie nel comparto elicotteristico, valorizzando al contempo le capacità industriali nazionali di settore, attraverso lo sviluppo di un Next generation fast helicopter”. Sono pronte all’avvio le attività della seconda fase, a valle della finalizzazione degli studi di fattibilità, anche “ricercando opportune sinergie con programmi internazionali”, un potenziale riferimento all’interesse per lo sforzo dell’esercito statunitense per il Future vertical lift della Lockheed Martin, ribadito di recente anche dal capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Luca Goretti. L’Italia è anche firmataria del programma Next generation rotorcraft capability della NATO, che mira alla realizzazione di un elicottero comune di classe media e che è entrato in una fase concettuale, che durerà fino al 2025, nel giugno 2022.
Gli altri programmi
Le altre spese di quest’anno includono 510 milioni di euro per i nuovi sottomarini U-212NFS, 1,4 miliardi di euro per il programma Eurofighter e 1,27 miliardi di euro per il proseguimento del programma di acquisto degli F-35. Il documento prevede che l’anno prossimo inizieranno ad affluire fondi per l’acquisto di due delle tre navi anfibie previste per la Marina italiana, con un budget per il programma di 1,2 miliardi di euro entro il 2036. Cresce anche l’interesse per un nuovo veicolo da combattimento cingolato che sostituisca i Dardo. L’anno scorso, il documento di bilancio diceva che l’Italia prevedeva di spendere 2,14 miliardi di euro per il programma. Quest’anno, la previsione è salita a 3,74 miliardi di euro, con una spesa che dovrebbe iniziare nel 2024 e durare 13 anni dopo che l’Italia avrà deciso i partner internazionali.