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Da oggi c’è più Italia nello spazio. Il lancio di Vega C è un successo

Il vettore made in Italy ha portato con sé e rilasciato in orbita il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana, Lares-2, insieme ad altri sei cubesat. Un punto di svolta per l’accesso europeo allo spazio, in risposta alle sfide sempre più competitive del settore

Concluso con successo il primo volo di Vega C. Il lancio è avvenuto alle 15:13 (ora italiana) dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana Francese. Prevista inizialmente per le 13:13, la partenza è avvenuta circa due ore dopo, proprio al limite della finestra di lancio disponibile nella giornata. In caso contrario il volo sarebbe stato rimandato.

Ma per fortuna così non è andata e Vega C è stato in volo per ben 2 ore e 15 minuti durante le quali ha rilasciato in orbita il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Lares-2, e i sei cubesat che erano a bordo. Risultato possibile grazie alle cinque accensioni che hanno così dimostrato la capacità del lanciatore di poter rilasciare satelliti su orbite diverse, evitando inoltre di rilasciare detriti spaziali indesiderati.

Il nuovo lanciatore, realizzato da Avio a Colleferro, integra diverse migliorie rispetto ai suoi predecessori. Tra queste l’uso del motore P120 a combustibile solido, il secondo stadio Zefiro 40 (che con oggi ha volato per la prima volta) e la maggiore capacità di carico. Erano in molti ad assistere al lancio, anche in loco, tra cui l’amministratore delegato dell’Esa, Josef Aschbacher, e il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, accompagnati dai principali attori che hanno partecipato alla riuscita del lancio.

Il presidente dell’Asi ha spiegato come “con il successo del lancio inaugurale di Vega C, l’Europa si dota del primo di una nuova generazione di lanciatori più performanti e flessibili per meglio rispondere alle esigenze del mercato commerciale ed istituzionale per satelliti, sempre più sfidante a livello internazionale”.

Un successo per l’Italia (e l’Europa)

“Oggi celebriamo il successo di un importante investimento per l’Italia. Un progetto perseguito con determinazione negli ultimi sette anni per garantire al nostro Paese e all’Europa, alla sua industria e alla sua comunità scientifica, una capacità strategica: l’accesso autonomo allo Spazio”. Così ha commentato il lancio il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nel corso dell’evento che ha seguito il lancio dalla sede italiana dell’Esa a Frascati, Esrin.

Infatti, pur trattandosi di un lanciatore definito made in Italy, in realtà Vega C ha visto il contributo di diversi altri Paesi, come ricordato anche dal ministro, “abbiamo celebrato il successo di un lancio importante di un prodotto nuovo, di motori nuovi disegnati e inventati in Italia. Ricordiamoci che è anche un successo europeo perché l’Italia ha fatto più di metà di questo lavoro, ma ci sono altre 12 nazioni coinvolte”.

Il lancio, dunque, conferma la leadership e competitività europea nel settore spaziale e dal punto di vista nazionale “ci rende orgogliosi per il contributo determinante dell’industria italiana in questo settore che ora può contare su un lanciatore di media taglia più avanzato e competitivo. Con Vega C l’Italia è oggi l’unico Paese in Europa insieme alla Francia – e uno dei pochi nel mondo – ad avere un accesso indipendente allo Spazio. Ma Vega C è anche un punto per una nuova partenza”, ha spiegato ancora Colao.

Allo stesso tempo l’Italia, alla guida di una filiera europea in ambito Esa nel programma Vega, “vede oggi ancora più rafforzato il proprio posizionamento nel settore del trasporto spaziale, grazie soprattutto alla propria industria guidata dal primo contraente di Vega C, Avio. Per l’Asi e per l’Italia, infine, oggi è un doppio successo, avendo messo in orbita il satellite Lares-2, fortemente atteso dalla comunità scientifica della fisica fondamentale, un altro settore di eccellenza del nostro Paese”, ha concluso invece Saccoccia.

Un supporto in più nello studio della Terra

Un lanciatore ad alte prestazioni quindi, come confermato anche da Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea, “Vega-C è leggero, versatile ed efficiente, ed offre una maggiore competitività, grazie a prestazioni migliorate allo stesso costo di lancio di Vega, flessibilità, più volume per i carichi e più possibilità di configurazioni”, ha spiegato partecipando all’evento alle porte della Capitale. Vega C svolgerà un ruolo rilevante per le prossime missioni di osservazione terrestre, come Copernicus, il programma lanciato dall’Esa e la Commissione europea. “Le missioni Copernicus Sentinel tra cui Cimr, Cristal, Chime, Co2M, Lstm, Rose-L sono tutte pianificate per essere compatibili con Vega-C come veicolo di lancio di base”, ha infatti raccontato Cheli.

Sette nuovi oggetti nello spazio

Parlando invece dei carichi utili, è molta l’Italia a bordo del lanciatore, a partire dal satellite scientifico dell’Asi Lares-2, realizzato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) su direzione del progetto dei ricercatori del Centro Fermi e dell’Università Sapienza di Roma, dotato di un sistema di rilascio realizzato da Ohb Italia. Obiettivo della missione Lares 2 è misurare con grandissima precisione il cosiddetto effetto di “Frame-dragging”.

Si tratta di una distorsione dello spazio-tempo causata dalla rotazione di un corpo massiccio come la Terra, seguendo quanto previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein. Lares-2 non ha viaggiato però da solo, insieme a lui sono stati rilasciati in diversi punti dello spazio anche sei cubesat scelti dall’Esa: Astrobio di Inaf e Asi, Alpha di Arca dynamics, Greencube dell’Università La Sapienza, a cui si uniscono altri due cubesat francesi MtCube-2 e Celesta dell’Università di Montpellier, e infine il cubesat sloveno Trisat-R dell’Università di Maribor.

Il Vega C

Nel dettaglio, il Vega C è il nuovo lanciatore europeo, un razzo a corpo unico alto circa 35 metri e con una massa al decollo di 210 tonnellate, progettato per essere in grado di posizionare oltre duemila chili di carico in un’orbita polare di riferimento di settecento chilometri. Gli sviluppi in corso estenderanno le capacità di Vega-C per includere le operazioni in orbita e le missioni di ritorno utilizzando il veicolo di rientro Space rider dell’Esa. Quest’ultimo è un veicolo spaziale riutilizzabile che giocherà per due mesi un ruolo importante dal punto di vista scientifico, dal momento che permetterà di eseguire esperimenti in microgravità, prima possibili solo presso la Stazione spaziale internazionale (Iss).

L’Agenzia europea sottolinea inoltre che Vega C sarà in grado di ospitare carichi di diverse forme e dimensioni che vanno da più piccoli satelliti di un chilogrammo fino a un singolo grande carico utile. Il Vega C, la cui C significa “consolidamento”, è realizzato in gran parte in Italia, negli stabilimenti di Avio a Colleferro alle porte della Capitale, e vede il contributo di altri Paesi europei. Si tratta di una versione nuova, aggiornata e più performante rispetto al Vega, dotata del motore a combustibile solido P120C oltre che di maggiore capacità di carico, sia in termini di massa sia di volume.

Le modifiche apportate permetteranno al lanciatore non solo di effettuare lanci multipli, ma anche di rilasciare i carichi su ben tre orbite differenti grazie al motore Avum+ e la capacità dell’ultimo stadio di effettuare fino a sette riaccensioni. Molti lanciatori, infatti, se pur in grado di portare in orbita più satelliti nello stesso momento, li portano in un’unica orbita, lasciando poi ai clienti il compito di spostarli verso la destinazione desiderata. Infine, sarà possibile indirizzare l’ultimo stadio in un’orbita di rientro, così da bruciare nell’atmosfera senza rilasciare detriti. Vega C userà lo stesso launchpad di Vega ottimizzando in questo modo i costi e limitando l’impatto a Terra.

Già proiettati al futuro

Nel futuro europeo ci sarà presto una new entry con l’implementazione del prossimo lanciatore Vega E che dovrebbe effettuare il primo volo nel 2026. “Grazie ai fondi del Pnrr e a un tessuto industriale nazionale che vanta una completa competenza di sistema, il governo italiano è al lavoro per progredire nello sviluppo del Vega E e della futura famiglia dei lanciatori europei sempre più sostenibili e performanti, con significativi investimenti nelle tecnologie di propulsione liquida e di riusabilità”, ha spiegato il ministro Colao. Il nuovo lanciatore promette infatti di essere ancora più sostenibile, grazie al motore M10, il primo stadio europeo a metano. Quest’ultimo aprirà la strada a una nuova generazione di lanciatori (Vega E e Vega E Light) che avranno l’obiettivo di aumentare la competitività della famiglia di piccoli lanciatori europei, sfruttando le conoscenze, tecnologie e infrastrutture sviluppate per il Vega C.

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