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Le sanzioni non si toccano. La Flat tax? Inutile. Parla Cottarelli

Conversazione con l’economista, oggi candidato dem a Milano per il Senato. La Lega sbaglia, le misure dell’Occidente stanno facendo a pezzi l’economia della Federazione, lo dicono i numeri. E poi mettere in discussione la reazione europea alla guerra vorrebbe dire cadere nel ricatto del Cremlino oltre che peccare di incoerenza in un Paese Nato. Draghi? Un errore affondarlo

Le sanzioni alla Russia? Sono efficaci e stanno facendo il loro dovere. E chi è convinto che le misure pensate dall’Occidente per demolire l’economia russa vadano riviste perché controproducenti, sbaglia. Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici in seno alla Cattolica di Milano e fresco di candidatura dem (con +Europa) per il Senato, proprio nel capoluogo lombardo, ne è convinto e in questa conversazione con Formiche.net spiega perché.

D’altronde, dopo l’entrata a gamba tesa di Matteo Salvini sulle sanzioni contro la Russia il dibattito sull’effettiva utilità delle sanzioni all’ex Urss è tornato al centro del dibattito. La posizione del leader della Lega è chiara: le sanzioni, così come impostate, possono essere controproducenti per chi le eroga e vantaggiose per chi le subisce, dunque vanno riviste. E questo perché da una parte innescano la reazione rabbiosa del Cremlino, il quale riduce il gas all’Europa sulla quale si allunga giorno dopo giorno lo spettro del razionamento. Dall’altra, meno gas vuol dire prezzi più alti per chi lo compra e dunque bollette sempre più insostenibili a dispetto delle maggiori entrate per la Russia, che vende metano a prezzo maggiorato. Ma per Cottarelli le cose stanno diversamente.

LE SANZIONI FUNZIONANO (ECCOME)

“Mettiamo subito in chiaro una cosa, le sanzioni contro la Russia stanno funzionando eccome. E non è che me lo invento io, ma sulla base dei dati pubblicati sia dalla Banca centrale russa sia dall’Istituto di statistica della Federazione”, attacca l’ex commissario alla spending review. “Se guardiamo a cosa è successo nel primo e nel secondo trimestre, possiamo stimare con una certa tranquillità una perdita di Pil pari al 5 o 6%. Addirittura il Fondo monetario parla del 6%, anche se all’inizio era stato più pessimista, calcolando un calo dell’8-9%. Detto questo, in Russia la produzione industriale sta diminuendo e con essa l’economia si sta indebolendo”.

OCCHIO AI RICATTI RUSSI

Cottarelli entra poi nel merito delle dichiarazioni di Salvini. “Nella sostanza dire che le sanzioni arricchiscono Mosca è un errore, come ho detto basta guardare a cosa sta succedendo nella Federazione. Ovviamente, bisogna essere onesti. E dire cioè che se vogliamo trovare qualcosa che fa bene all’economia russa, che ne ingrassa le tasche, allora quel qualcosa è la nostra dipendenza dal gas russo. Che consente a Mosca di chiudere i rubinetti e far salire il prezzo questo sì. Ma voglio essere chiaro e diretto: se qualcuno si è messo in testa che togliendo le sanzioni alla Russia allora a Mosca diventano più generosi con il gas, allora vuol dire che vive in un altro mondo”. L’economista va se possibile giù ancora più pesante. “Il passo successivo della Russia, se togliessimo le sanzioni, sa quale sarebbe? Dirci che ci danno più gas se fermiamo il rifornimento di armi all’Ucraina. Capisce che è un ricatto, un circolo vizioso dal quale dobbiamo tenerci alla larga?”.

INCOERENZE D’ITALIA

Attenzione però, non è tutto oro quel che luccica. Cottarelli sa bene che nella vita si può sempre migliorare e le sanzioni non fanno certo eccezione. “Certamente ci sono degli aspetti nell’ambito delle misure contro Mosca che possono essere migliorati. Penso per esempio al fatto che l’Italia non può esportare beni di consumo in Russia, sono soldi che portiamo via alla Russia ma che non possiamo usare in altro modo”. Allargando lo spettro al discorso geopolitico e rispondendo a una domanda su come in un Paese Nato, quale l’Italia è, si possano mettere in dubbio le sanzioni contro un Paese antagonista della stessa Alleanza atlantica, l’economista sottolinea come “tutto questo è strano e incoerente ma non sono certo io a dover giustificare l’incoerenza degli altri”.

LA FLAT TAX? INUTILE (O QUASI)

Altro argomento, lasciando le questioni geopolitiche, la flat tax, misura porta bandiera (insieme a quota 41, sorta di spin off della vecchia quota 100 e poi 102 per l’uscita anticipata dal lavoro) della Lega e complessivamente del centrodestra. “La ritengo frutto di una visione sbagliata, basata su un sistema di tassazione usato da pochi Paesi e dal gettito piuttosto basso. Inoltre vorrei ricordare che la flat tax è stata progressivamente abbandonata da molti Paesi. Senza considerare che la tassa piatta risulta molto vantaggiosa per chi ha redditi alti e se qualcuno ambisce a quel sistema fiscale allora è solo un Robin Hood al contrario. Nella Lega pensano che tagliando le tasse l’economia cresce così velocemente da compensare il calo delle entrate, ma la realtà è diversa. Quando negli Stati Uniti ci ha provato Ronald Reagan il rapporto debito pubblico/Pil è aumentato di 20 punti percentuali. Ma gli Stati Uniti negli anni 80 se lo potevano permettere, figuriamoci noi oggi”.

CHE ERRORE AFFONDARE DRAGHI

Ultima considerazione, la fine del governo Draghi che a qualcuno, Cottarelli incluso, è rimasta indigesta. “Quello che è suicida è aver buttato via e fatto cadere prematuramente il governo, che aveva garantito buoni rapporti con l’Europa. Mantenere tali rapporti adesso è fondamentale, perché è dalle banche centrali che abbiamo ottenuto fondi oggi preziosi, più che mai”.

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