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Aria di speculazione sull’Italia. L’allarme del Ft che (per ora) non spaventa

Il Financial Times si aspetta una fuga in massa dai titoli italiani, complice la crisi energetica dietro l’angolo e il rischio recessione. Senza dimenticare l’imminente addio di Mario Draghi, sempre percepito come una garanzia delle finanze italiane, e la possibile vittoria della destra. Ma lo spread per ora se ne infischia e anche Tesoro e addetti ai lavori sembrano tranquilli

A qualcuno sarà tornata in mente quella estate di undici anni fa, forse meno torrida di questa ma dalla temperatura imbattuta sul fronte dei mercati. Era il 5 agosto 2011 quando dalla Bce partì la famosa lettera nella quale l’Europa diceva all’allora governo Berlusconi cosa fare (e cosa no) per evitare l’abisso del default. Partì la speculazione, sotto forma di attacco frontale al debito sovrano, esplosero i rendimenti sui titoli pubblici, lo spread sfondò quota 550 punti base (575 il 9 novembre) spingendo l’Italia verso l’abisso e l’insolvenza. E cadde il governo.

L’ALLARME DEL FT

Ora, quello spettro non si è ancora materializzato, ma forse qualche lontano ricordo affiora. A Londra, nella redazione del Financial Times, sono abbastanza convinti di un fatto: che la caduta del governo Draghi con annessa fine anticipata della legislatura, oltre a una crisi del gas ormai dietro l’angolo, possa scatenare contro l’Italia il peggiore attacco speculativo proprio da quella infuocata estate del 2011. In altre parole, sarebbe ormai prossima una fuga in massa dai titoli italiani, un disimpegno che alzerebbe il prezzo da pagare ai sottoscrittori per convincerli a comprare debito tricolore, facendo impennare i rendimenti e dunque lo spread.

Secondo il quotidiano della City, gli hedge fund, ovvero i fondi più tradizionalmente connessi alla speculazione, di cui sono il motore, starebbero preparando una grande scommessa contro l’Italia, considerando l’esposizione del Paese alla crisi energetica europea e in vista delle elezioni del 25 settembre e dell’instabilità che potrebbe seguire, anche per le posizioni più euroscettiche dei partiti di destra in vantaggio nei sondaggi. Il Ft rimarca come il valore totale delle obbligazioni italiane prese in prestito dagli investitori per scommettere su un calo dei prezzi abbia raggiunto il livello di oltre 39 miliardi di euro, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence riportati dal quotidiano britannico. Insomma, munizioni da scaricare contro l’Italia.

LO SPREAD SE NE INFISCHIA

Attenzione però, come al solito contano i numeri, solo i numeri quando si parla di mercati. E l’andamento dello spread tra Btp e Bund racconta di una sorta di impassibilità dinnanzi alle rivelazioni giunte dal Regno Unito. Nonostante l’allarme del quotidiano inglese, infatti, il rendimento del Btp a dieci ha scambiato per quasi tutto il giorno di poco sopra i 220 punti base, contro i 230 di ieri, al cospetto di un rendimento del 3,57%, in una seduta di moderazione per tutti i benchmark dell’Eurozona dopo che nelle ultime due sedute era salito ai massimi da fine luglio. Insomma, calma piatta.

Semmai, questo sì, il Tesoro ha assegnato in asta 2,5 miliardi di Btp short term con un rendimento che ha segnato un nuovo massimo dalla nascita della nuova scadenza biennale, proposta dall’inizio del 2021. La quinta tranche del Btp scadenza 30 maggio 2024 è stata infatti collocata con un rendimento lordo dell’1,86%, in rialzo di 16 punti base rispetto all’asta del mese scorso. Ma come stanno davvero le cose? Difficile dirlo.

BOUTADE O RISCHIO CONCRETO?

Ambienti del ministero dell’Economia, sondati, rivelano in ogni caso una certa perplessità circa un possibile attacco speculativo. Anzi, la sensazione dentro le stanze del Tesoro è che sia una vera e propria boutade. Una certa freddezza trapela anche da un ex addetto ai lavori, conoscitore della materia. Per il quale una qualche forma di speculazione non è da escludere, se non altro per due motivi. Primo, Draghi volenti o nolenti ha sempre costituito una garanzia di affidabilità per l’Italia. Secondo, il Paese complice la crisi energetica, potrebbe entrare in recessione e dunque un disimpegno dai titoli non è da escludere. Ma, viene sottolineato, tutto ciò non dà assolutamente certezza che parta la speculazione sul debito.

ASPETTANDO LA BCE

E chissà che una possibile speculazione non sia un giorno la leva con la quale azionare il tanto discusso scudo anti-spread messo in campo (ma solo sulla carta) dalla Bce. Un programma per acquistare titoli in veste di ultimo prestatore, qualora si verificasse una fuga dei mercati. Lo strumento anti-frammentazione (il cosiddetto Tpi) non è però considerato come un deterrente per piazzare una scommessa ribassista. Lo si vedrà.

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