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Le auto cinesi in Emilia sotto indagine. Tutto quello che c’è da sapere

Aperto un fascicolo per reati fiscali sul promesso mega stabilimento Silk Faw. Le denunce di lavoratori, la fuga di manager e i continui rinvii del rogito. La triste saga continua e ora anche i sindacati perdono la pazienza

La denuncia di 17 lavoratori che minacciano di ricorre a vie legali perché non ricevono la retribuzione da quattro mesi, la procura di Reggio Emilia che indaga per reati fiscali, le tre mensilità di affitto non pagate. Sono le più recenti puntate della saga Silk-Faw, la joint venture sino-americana che dovrebbe far sorgere nella città emiliana un mega stabilimento produttivo di auto di lusso elettriche, assumendo un migliaio di lavoratori e dando una nuova spinta alla Motor Valley emiliana con il sogno dell’hypercar.

IL PROGETTO

Il progetto si è concretizzato ufficialmente nel maggio 2021, tre mesi dopo la formalizzazione dell’accordo tra lo studio di ingegneria statunitense Silk EV e il marchio d’ingegneria cinese Faw e due anni dopo l’adesione dell’Italia alla Via della Seta cinese. La joint-venture sino-americana nella primavera dell’anno scorso ha annunciato la realizzazione di uno stabilimento su un’area di 320.000 metri quadrati. La fabbrica, sulla carta, dovrebbe garantire 1.000 posti di lavoro e 1 miliardo di euro di indotto per la realizzazione di 100 supercar all’anno, anche da 2 milioni di euro l’una, a partire dal 2023.Nelle intenzioni, il primo modello della nuova serie S, a marchio Hongqi (un simbolo del Partito comunista cinese), sarà la hypercar S9, ibrida da 1.400 Cv alla quale seguiranno altre vetture, sportive e sempre di fascia premium.

LE INDAGINI

Ora la magistratura si è mossa per sciogliere i sospetti sorti anche a causa dei continui slittamenti rispetto ai programmi. L’indagine della Procura avrebbe avuto impulso da un esposto di esponenti prima della Lega e poi di Fratelli d’Italia, scrive il Resto del Carlino. Nei mesi scorsi, come rivelato dal quotidiano La Verità, la vicenda aveva destato anche l’’attenzione dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia a cui erano arrivate segnalazioni di operazioni sospette. Adesso, con ogni probabilità, confluiranno nel fascicolo d’indagine.

L’AFFARE IN SOSPESO

Nonostante la convocazione dei manager in luglio da parte dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, nessun passo avanti è stato fatto. Il progetto sta tenendo in sospeso la Regione con i 4,5 milioni di euro nel cassetto (e non ancora fortunatamente erogati). Fermo al palo il rogito del terreno individuato in località Gavassa (dopo continui rinvii ora si parla di metà settembre), mai partite le assunzioni, spiega il Corriere di Bologna. A maggio scorso Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, aveva avvertito: “Silk-Faw e i suoi partner dimostrino di saper andare avanti come hanno promesso. Non è ancora tutto al suo posto e noi, per ora, non abbiamo erogato un euro di fondi pubblici”.

LA QUESTIONE DEL ROGITO

Silk Sports Car Company aveva confermato l’acquisto del terreno di Gavassa: 5 agosto data del rogito e la settimana del 5 settembre per l’inizio dei lavori, aveva comunicato in una nota. Ma il rogito è stato nuovamente rimandato. La società si è giustificata sostenendo che “la situazione geopolitica determinatasi negli ultimi giorni fra Usa e Cina” ha “determinato un rallentamento delle procedure di transfer monetari”.

L’AFFITTO NON PAGATO

Silk-Faw non avrebbe corrisposto anche tre mensilità d’affitto per i locali del Tecnopolo dove si erano insediati manager e ingegneri per lavorare allo sviluppo delle supercar elettriche. A scoprirlo il Movimento 5Stelle reggiano, tramite documenti ottenuti da diversi accessi agli atti. Lo riporta il Resto del Carlino.

I SINDACATI PROTESTANO

Iniziano a perdere la pazienza anche i sindacati, che dopo una serie di appelli tuonano: “Non possiamo più aspettare”, è il monito di Cgil, Csil e Uil.“Noi certo siamo preoccupati per i lavoratori già impegnati”, ha dichiarato Cristian Sesena, a capo della Cgil di Reggio Emilia, al Corriere di Bologna. “Ma lo siamo soprattutto per la promessa tradita. In ballo ci sono impegni, persone, investimenti. Vediamo se davvero il cantiere partirà a metà settembre. La posa della prima pietra dello stabilimento sarà la garanzia dell’avvio del percorso. Ma tutta la vicenda è diventata surreale”. Ma la questione è ancora politica: “Dobbiamo interrogarci anche dal punto di vista politico su come avvengono gli investimenti stranieri sul nostro territorio”, ha spiegato. “Non è accettabile che la politica non riesca a fare rispettare gli impegni presi”, ha aggiunto.

LE ALTRE NUBI

Negli ultimi mesi altre nubi si sono addensate sulla vicenda. Da Silk-Faw sono usciti importanti top manager, tra cui Amedeo Felisa e Roberto Fedeli (passati in Aston Martin), Paolo Gabrielli (ora in Technogym) e Theo Janssen (approdato in Ferrari), come raccontato dal Fatto Quotidiano. Lo stesso giornale cita “insistenti voci sui presunti attriti” tra Jonathan Krane, finanziere americano fondatore di Silk-Faw, e i suoi nuovi soci cinesi.

IL PRECEDENTE TEDESCO

A marzo Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 stelle, aveva indirizzato un’interrogazione alla Commissione europea ricordando che la Faw ha avviato un fallimentare progetto in Germania nel 2016, naufragato nel 2019, con 1.500 licenziamenti. Verificare “il rispetto delle normative europee sui finanziamenti cinesi per lo stabilimento”, è la richiesta all’esecutivo di Bruxelles. Infatti, “l’operazione viene finanziata, attraverso una società con sede nel paradiso fiscale delle Cayman, con 15 milioni di euro dalla statunitense Ideanomics”, già nel mirino di indagini dalla Sec (l’equivalente della nostra Consob).


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