La 124/2007 conferma “una sostanziale efficacia” a distanza di 15 anni dall’entrata in vigore. Ma il Comitato presieduto da Urso (FdI) ha alcune indicazioni in vista di un aggiornamento. Come hanno dimostrato la guerra in Ucraina e la risposta delle agenzie anglosassoni, a livello internazionale si è assistito a “una importante evoluzione” dell’intelligence
L’architettura del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica non ha “subito particolare modifiche” dal 2007, anno della riforma attraverso la legge 124. Nel frattempo, però, a livello internazionale si è assistito a “una importante evoluzione dell’approccio al concetto stesso di intelligence”. È quanto scrive il Copasir nella sua relazione annuale.
La trasformazione è emersa con chiarezza nella fase precedente l’invasione russa dell’Ucraina, con l’approccio seguito in particolare dai servizi anglosassoni – con CIA ed MI6 guidati entrambi da due ex diplomatici, come Elisabetta Belloni, direttore generale del DIS in Italia –, definito da Dan Lomas, docente di intelligence e studi sulla sicurezza alla Brunel University di Londra, pre-buttal, cioè un utilizzo preventivo delle informazioni. William Burns, ex ambasciatore statunitense in Russia e oggi direttore della Cia, ha parlato così recentemente al Financial Times: “È stato il dettaglio e la precisione di ciò che stavamo vedendo in termini di pianificazione russa, unito [all’]assoluta convinzione di Vladimir Putin che la finestra per l’uso della forza si stava chiudendo… Questo non vuol dire che non abbiamo passato molte notti insonni a chiederci se avessimo ragione o meno, e molte notti insonni a sperare che ci sbagliassimo”.
Come scrive il Copasir, è stata “ampia la condivisione e diffusione delle informazioni di cui tali servizi erano in possesso nell’ottica di un indebolimento, anche nei confronti dell’opinione pubblica internazionale, dell’azione svolta dal soggetto attaccante. L’intelligence ha assunto, dunque, un ruolo ancora più attivo quale strumento di difesa della sicurezza nazionale”. Il tutto, però, contraddistinto da due esigenze contrapposte e “ugualmente meritevoli”: trasparenza, responsabilità e massima apertura e accesso alle informazioni necessarie; riservatezza a protezione delle stesse informazioni.
La legge 124 conferma “una sostanziale efficacia” a distanza di 15 anni dall’entrata in vigore, scrive il Copasir. Che però ha alcune “Indicazioni al Parlamento”, dal titolo di uno dei capitoli della relazione. Tra queste, “aggiornamenti alla legge n. 124 del 2007 in vista di una sua riforma”. Di riforma, infatti, si era iniziato a parlare un anno fa. Alcuni segnali di apertura del governo erano arrivati tra luglio e agosto del 2021, in occasione del dibattito in Parlamento sull’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che aveva stimolato, anche su queste pagine, un confronto parlamentare sulla 124. La riforma, però, sarà eventualmente compito del prossimo parlamento. Il Copasir si limita a suggerire alcuni aggiustamenti per: garantire piena funzionalità del Comitato nella fase di prorogatio e di inizio legislatura (“i ritardi nella formazione di tale organo parlamentare (…) possono determinare riflessi di ordine più complessivo, tanto più evidenti durante contingenze straordinarie e di durata indefinita come, ad esempio, quelle attualmente legate al conflitto in corso tra Russia e Ucraina”); assicurare una maggiore proiezione all’estero della nostra intelligence attraverso in particolare un rafforzamento delle competenze di tipo economico e finanziario per far fronte alle strategie di penetrazione messe in campo da attori statuali esterni; rendere più efficaci reazione e risposta agli attacchi cyber.
La relazione guarda anche alla governance della sicurezza, in particolare a quattro ambiti di interesse: intelligence; cyberspazio; golden power e la politica produttiva, risorse e materie prime; spazio e le nuove frontiere tecnologiche. Questi sono caratterizzati “da modelli di governance in taluni casi analoghi ma comunque distinti”, osservano i commissari. Per questo, in una visione olistica della tutela della sicurezza nazionale appare necessario immaginare una governance che armonizzi e, per taluni versi unifichi, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l’attività di indirizzo, coordinamento dei diversi settori, valutando, altresì, un rafforzamento del ruolo oggi attribuito all’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, che la Legge n. 124 del 2007 prevede che possa essere svolto da un Ministro senza portafoglio o da un Sottosegretario di Stato”. Allo stesso modo, “andrebbe condotta una armonizzazione dell’attività di controllo parlamentare”, in capo allo stesso Copasir.