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Rossobruni (e filorussi) all’attacco. Così l’hashtag #Dugina ha spopolato in Italia

Account Twitter di estrema destra e di estrema sinistra hanno diffuso posizioni complottiste, filorusse e anti Ucraina sulla morte della figlia del filosofo russo. È la dimostrazione di una “sostanziale debolezza nei confronti della disinformazione russa e di altre forme di interferenza”, scrivono gli esperti dell’Atlantic Council

L’hashtag #Dugina su Twitter ha spopolato in Italia dopo la morte di Darya Dugina, figlia di Aleksandr Dugin, un filosofo nazionalista russo, ideologo dell’ideologia del “mondo russo” utilizzata dal Cremlino come pretesto dell’invasione dell’Ucraina. L’Italia ha superato gli Stati Uniti e la Germania assicurandosi il primo posto in una speciale classifica, quella delle principali location per utilizzo dell’hashtag dedicato alla vittima dell’attentato (secondo l’intelligence russa, che ha chiuso le indagini in tempi talmente record da generare diversi dubbi, per mano dei “servizi speciali ucraini”; secondo alcuni dietro ci sarebbe la resistenza russa anti Vladimir Putin). È quanto emerge da un’analisi del Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council realizzata tramite lo strumento di monitoraggio dei social media Meltwater Explore.

I tweet più rilanciati in italiano contenevano sentimenti filo-russi e anti-ucraini o anti-occidentali e provenivano da account tanto di estrema destra quanto di estrema sinistra. Gli esperti citano alcuni profili: @AsaDragan, che nella biografia utilizza il motto fascista “Dio, patria, famiglia”; @Qua_Agatha, che pubblica spesso contenuti anti-immigranti e no-vax; @antonio_bordin, criticato di Mario Draghi e dell’Occidente; @tutinodavide che paragona la morte di Dugina a quella di Anna Politkovskaja sostenendo che attribuisce alla Nato l’attentato sostenendo che così l’Alleanza atlantica abbia completato “la propria metamorfosi in Al-Qaeda”; @francescocantin, che attacca l’Ucraina e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

A poche settimane delle elezioni politiche del 25 settembre, questi sviluppi rappresentano “una nuova dimostrazione” che l’Italia “mostra una sostanziale debolezza nei confronti della disinformazione russa e di altre forme di interferenza”, scrivono gli esperti Nika Aleksejeva e Mattia Caniglia ricordando anche i recenti attacchi all’Italia da parte dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, come quello in cui ha esortato gli elettori a “punire” il governo Draghi per essersi “opposto a Mosca”.

L’ultima relazione del Copasir, pubblicata pochi giorni fa, ha evidenziato “una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza”, come ha riferito il presidente Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia. “Un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale”. L’Italia può rappresentare per la Russia e altri attori, come per esempio la Cina, “il grimaldello con cui forzare l’atlantismo europeo, indebolendo anche la sua proiezione mediterranea al fine di favorire la crescente presenza strategica russa nel quadrante nordafricano, del Sahel e dei Balcani”, si legge ancora nel rapporto.

Come raccontano due pubblicazioni di centri studi americani Kennan Institute e Rand Corporation, l’influenza di Dugin in Russia è piuttosto limitata. All’estero, invece, le cose sono ben diverse. Il filosofo ha sfruttato l’enfasi assegnatagli da alcuni media. Per esempio Breitbart News, il sito di Steve Bannon, già stratega dell’ex presidente statunitense Donald Trump, l’ha definito nel 2014 il “Rasputin del Cremlino” riprendendo un articolo di Foreign Affairs che spiegava come la sua filosofia sia stata funzionale all’invasione russa della Crimea. In Europa ha costruito rapporto con l’ex Front National di Marine Le Pen in Francia e in Italia con la Lega di Matteo Salvini e i movimenti neofascisti Forza Nuova e Casa Pound.

Repubblica ha evidenziato come usando il suo discreto italiano, Dugin sia spesso invitato in Italia per conferenze. Nell’estate di tre anni fa è stato protagonista di un tour con ben nove tappe. Al suo fianco Gianluca Savoini, ex collaboratore del leader leghista Salvini, il filosofo Diego Fusaro e pure l’avvocato Francesco Maria Toscano, fondatore del canale complottista Visione Tv e del partito Ancora Italia che corre alle elezioni del 25 settembre nell’alleanza Italia Sovrana Popolare di Marco Rizzo e Antonio Ingroia.

Non stupisce, dunque, che l’hashtag #Dugina farcito di disinformazione e complottismi abbia spopolato in Italia nel mondo rossobruno, tanto nell’estrema destra quanto nell’estrema sinistra.


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