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Così la Russia cerca di inquinare il dibattito pubblico in Italia. Relazione Copasir

Nel documento annuale diffuso dal Comitato grande attenzione ai tentativi di disinformazione e ingerenza da parte di Mosca. Il Comitato presieduto dal senatore Urso (FdI) riaccende l’attenzione in vista delle elezioni denunciando ritardi e offrendo alcune raccomandazioni

“Il montaggio e la diffusione di fake news, le campagne social e l’utilizzo dei troll si affermano purtroppo quali strumenti sofisticati e pervasivi di influenza da parte della Russia, ma anche da parte di altri attori statuali”, come la Cina, “rischiando di inquinare e distorcere il dibattito pubblico italiano e quello dei Paesi occidentali e di veicolare notizie false e non verificate, del tutto non aderenti ai fatti e agli eventi”. In questo scenario, in Italia si ravvisa “una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza. Un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale”. È quanto contenuto nella relazione sull’attività svolta nel periodo febbraio-agosto del 2022 dal Copasir, anticipazione del documento annuale resasi necessaria alla luce dello scioglimento delle Camere. La fine anticipata della legislatura, si legge, non ha consentito di svolgere le ulteriori audizioni, già programmate, con i principali provider e social network.

Si tratta dell’ultimo atto in questa legislatura per il Copasir, passato sotto tre presidenti (carica che spetta a un esponente dell’opposizione): Lorenzo Guerini del Partito democratico, oggi ministro della Difesa, che ha avviato alcuni lavori importanti come l’indagine sul 5G; Raffaele Volpi della Lega, sotto il quale quest’ultimo documento è stato concluso con l’indicazione al governo di escludere dalla rete i fornitori cinesi; Adolfo Urso di Fratelli d’Italia, che ha assunto la guida del comitato in seguito alla nascita del governo di Mario Draghi con l’ingresso della Lega nella maggioranza.

In gioco, scrivono i commissari, ci sono la reputazione e la credibilità internazionali del Paese, “che ha espresso con forza la propria collocazione euroatlantica e che in questo frangente così drammatico si è dimostrato un alleato responsabile ed affidabile il cui ruolo è stato riconosciuto, anche in occasione della grave crisi apertasi con il conflitto in Ucraina”. “L’Italia, per la sua storia e collocazione geografica, può quindi rappresentare il grimaldello con cui forzare l’atlantismo europeo, indebolendo anche la sua proiezione mediterranea al fine di favorire la crescente presenza strategica russa nel quadrante nordafricano, del Sahel e dei Balcani”, si legge ancora nel rapporto. Disinformazione e ingerenze come mezzi della guerra ibrida “sono impiegati dai sistemi autoritari per condizionare le democrazie liberali ed i suoi processi elettorali e decisori e per manipolare la stessa informazione attraverso la propaganda e la diffusione di una determinata retorica e narrativa antioccidentale e costituiscono da tempo un problema che è stato segnalato ed è monitorato e che ora, dopo l’invasione della Russia in Ucraina, ha assunto dimensioni ancora più preoccupanti”.

“Preoccupati dalla pervasività della ingerenza russa, anche le nostre Agenzie di informazione e sicurezza ed il Comitato da diversi mesi stanno monitorando la situazione, nella convinzione che, in tale contesto, risulta indispensabile valutare i rischi per la sicurezza nazionale, legati alla possibile percezione che l’Italia sia maggiormente vulnerabile e permeabile all’influenza russa, anche e soprattutto per effetto delle dinamiche al conflitto in corso di svolgimento”, prosegue il documento. “Tuttavia, a prescindere da questo frangente e da tale contingenza ed anche in una prospettiva di medio-lungo termine collegata specialmente alle imminenti elezioni politiche, il Comitato ha da tempo maturato la piena consapevolezza che l’azione di ingerenza e di influenza è esercitata – sia sui media tradizionali sia sui media e le piattaforme digitali – più in generale anche da attori statuali”.

Ecco cosa scrive il Copasir in merito alle strategie utilizzate.

Si affermano e diffondono strategie comunicative articolate nella disinformazione (tutte quelle pratiche di creazione e disseminazione volontarie di informazioni non vere o fuorvianti, con l’obiettivo di ingannare il destinatario del messaggio), misinformazione (tutte quelle pratiche di spargimento di informazioni non vere, senza la consapevolezza che siano false e, quindi, in assenza della volontarietà di ingannare il destinatario del messaggio) e manipolazione dei media; in strategie data-driven che fanno uso dei sistemi di “targetizzazione” delle grandi società di social media; nell’utilizzo di trolling (l’atto di creare e disseminare messaggi e commenti online di natura violenta o diffamatoria, che spingano il ricevente ad una risposta emotiva) o molestie rivolte ai profili digitali degli utenti; nella segnalazione di massa di contenuti e account, sfruttando indirettamente i sistemi di filtraggio delle piattaforme.

La sezione della relazione dedicata al contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza si conclude con alcune raccomandazioni. Per quanto riguarda la presenza di propagandisti delle autocrazie sui media, il Comitato precisa che “non si occupa né intende occuparsi di palinsesti, di programmi televisivi o della scelta degli ospiti, ma intende rappresentare non una preoccupazione, bensì una realtà, denunciata più volte dai nostri organismi della sicurezza, dallo stesso organo bicamerale nelle relazioni al Parlamento e dalle autorità europee, anche con le risoluzioni del Parlamento europeo sulle ingerenze”. Inoltre, il Copasir suggerisce di valutare la messa in campo di contromisure e linee-guida all’interno di una precisa strategia di sicurezza nazionale che sia in grado di identificare le vulnerabilità economiche, tecnologiche e sociali “che occorre superare affinché non siano sfruttate dall’avversario”, soprattutto per “scongiurare eventuali forme di condizionamento della campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre, tramite operazioni ibride, disinformazione e attacchi cibernetici”. Il tutto, con un efficace piano di comunicazione strategica, il coinvolgimento di tutti i settori della società italiana nelle attività di contrasto e un rafforzamento del coordinamento e dell’integrazione tra tutti gli organismi istituzionali preposti alla gestione della sicurezza.

Nei giorni scorsi, alla luce della situazione attuale, a poche settimane dalle elezioni e con ombre russe sulla crisi politica italiana, il presidente Urso ha ha inviato una lettera ai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, facendo riferimento ai “rischi di possibile ingerenza esterna diretti a condizionare la stessa campagna elettorale” e sottolineando la necessità che anche ad agosto il Copasir restasse “pienamente operativo e pronto ad attivarsi”.



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