Il presidente Mattarella ha concesso il gradimento per la nomina di Teheran. Si tratta di un diplomatico di carriera, attualmente direttore generale per gli Affari economici presso il ministero degli Esteri
Nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso il gradimento per la nomina di Mohammad Reza Sabouri ad ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso lo Stato italiano. Lo ha reso noto la Farnesina. Prenderà il posto di Hamid Bayat, diplomatico che nella sua attività si è occupato prima di Medio Oriente arabo e Nord Africa fino ad arrivare a ricoprire l’incarico di capo della relativa direzione generale al ministero degli Esteri, poi di Europa come direttore generale vicario per l’Europa occidentale e assistente del direttore generale per l’Europa.
Anch’egli diplomatico di carriera, Sabouri è però più orientato su questioni economiche. Contattata da Formiche.net, l’ambasciata iraniana a Roma ha invitato ad attendere l’arrivo in Italia dell’ambasciatore. “Poi vi manderemo tutto”, ha spiegato un portavoce via email. A un’ulteriore richiesta, è stato specificato soltanto che attualmente Sabouri è direttore generale per gli Affari economici presso il ministero degli Esteri. Sotto questa direzione rientrano anche la cosiddetta economia di resistenza e le sanzioni. È quanto si può ricostruire da uno scambio di email tra i ministeri degli Esteri di Iran e Kenya sulla cooperazione sanitaria relativa al Covid-19 (qui il documento reperibile sul sito delle industrie farmaceutiche iraniane, qui lo stesso file salvato sui server di Formiche.net).
A fine 2012 Sabouri è stato nominato ambasciatore in Bielorussia. All’epoca l’agenzia iraniana Irna sottolineava alcuni dei suoi precedenti incarichi: direttore generale del ministero degli Esteri per il Dipartimento della Comunità degli Stati Indipendenti (organizzazione internazionale composta da 9 delle 15 ex repubbliche sovietiche con sede a Minsk e da cui l’Ucraina è uscita nel 2014 dopo l’annessione unilaterale della Crimea da parte della Russia) e del Caucaso; capo del dipartimento per la Cooperazione economica; ambasciatore in Kirghizistan (uno dei membri della Comunità degli Stati Indipendenti.
Gli scambi commerciali sono stati al centro della recente visita in Italia di Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Esteri iraniano, e sono da sempre al centro dei dialoghi diplomatici tra i due Paesi. Lo saranno, forse ancor di più con Sabouri ambasciatore a Roma, una capitale spesso raccontata come un premio di fine carriera per i diplomatici stranieri.
Come raccontato da Formiche.net, Teheran considera il rapporto con Roma “complementare”. L’Italia può offrire macchinari per l’industria. L’Iran, dal canto suo, energia, acciaio, prodotti petrolchimici e derivati del petrolio. Ma si tratta di settori colpiti dalle sanzioni secondarie statunitensi che, sostiene l’Iran, stanno facendo perdere un’occasione all’Italia. Inoltre, se anche i buoni recenti rapporti tra Roma e Washington dell’era Draghi continueranno dopo le elezioni, l’Italia non è coinvolta direttamente nei dialoghi sul Jcpoa, se non in quanto membro dell’Unione europea. Infine, non va dimenticato che l’amministrazione Biden ha ribadito più volte che un allentamento delle sanzioni non può avvenire senza passi avanti da parte di Teheran sul programma nucleare.
L’Iran non è l’unico Paese del Mediterraneo allargato, regione di prioritario interesse per la proiezione dell’Italia, a cambiare ambasciatore a Roma nelle prossime settimane. A breve sono attesi nella capitale anche i nuovi ambasciatori di Israele (Alon Bar, direttore degli Affari politici presso il ministero degli Esteri) e d’Egitto (Bassam Rady, attualmente portavoce della presidenza egiziana, già passato per Roma durante la sua carriera diplomatica).