Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Terzo Polo? Ride Renzi, piange il Pd. L’analisi di Castellani

Lorenzo Castellani, politologo e docente di storia delle Istituzioni politiche alla Luiss non ha dubbi e ha spiegato a Formiche.net l’alleanza Italia Viva-Azione. “Il Pd ha fatto un errore strategico che costerà caro, spianando a Calenda e a Renzi la strada per creare davvero qualcosa di centro, svincolato da qualsiasi appartenenza”

Alla fine hanno trovato la quadra. Il collante probabilmente è il sogno di riportare a palazzo Mario Draghi, dopo il disarcionamento ordito dal Movimento 5 Stelle e da Lega e Forza Italia. Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno messo da parte (per il momento) un po’ del loro ego e hanno dato vita alla vera novità dello scenario partitico italiano. Oltre i confini della vanità, il terzo polo ora può dire di esistere davvero. “Ha trionfato la realpolitik. Ma a guadagnarci, in questa operazione è più che altro Matteo Renzi”. Lorenzo Castellani, politologo e docente di storia delle Istituzioni politiche alla Luiss non ha dubbi e ha spiegato a Formiche.net l’alleanza Italia Viva-Azione.

Perché a guadagnarci è il senatore di Rignano?

Renzi non si è ‘contaminato’ facendo alleanze. È rimasto da solo, offrendo un’alternativa alla destra e a sinistra. Sulla carta, però, Azione vale più di Italia Viva in termini di consensi. Ma la quadra è stata trovata sulle candidature: il 50% a Renzi e il 50% a Calenda. Il quale, comunque, ha barattato la sua leadership.

Tutti e due hanno barattato la leadership. È una sorta di diarchia. 

Sì, ma Renzi in caso di risultato modesto potrà sempre addossare la colpa ad Azione, che prima ha accettato di correre col Pd, poi  – tardivamente – ha aderito al terzo polo. In più, con questa alleanza, il leader di Italia Viva diminuisce sensibilmente il rischio di passare sotto le forche caudine della soglia di sbarramento al 3%.

C’è qualche chance nei collegi uninominali?

Mi sentirei di escluderlo. Nei collegi la partita è persa senz’altro. C’è pero qualche possibilità nel proporzionale. In questo senso prevedo un’erosione notevole al Pd, e in particolare nell’area riformista e democristiana.

Non pensa che possano erodere qualcosa anche al centrodestra?

Forse qualcosa a Forza Italia, ma è il Pd che ha fatto un errore strategico che costerà caro, spianando a Calenda e a Renzi la strada per creare davvero qualcosa di “centro”, svincolato da qualsiasi appartenenza.

La strategia del campo largo di Letta, dunque, ha fallito sotto tutti i fronti?

Dal momento in cui aveva escluso dall’alleanza il Movimento 5 Stelle, macchiato di draghicidio, sarebbe stato molto più conveniente spostare il baricentro verso i centristi, anziché puntare su Verdi e Sinistra Italiana, che invece sarebbero stati partner ideali in una logica di alleanza con i pentastellati.

In tutto questo, il centrodestra comunque appare favorito. 

Sì, ed è per questo che l’operazione Calenda-Renzi è insidiosa per il Pd. Essendo loro svincolati potrebbero, in caso di offerte allettanti da parte di un centrodestra vittorioso di misura (nei seggi), valutare seriamente qualche proposta che viene anche da quella parte. Non solo, qualora il terzo polo dovesse totalizzare più del 5% a livello nazionale, anche sui territori, potrebbe esercitare qualche pressione nell’ipotesi di un’alleanza col centrosinistra.

×

Iscriviti alla newsletter