Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ecco le Top 100 industrie della Difesa. Leonardo prima in Ue

Il sito americano DefenseNews ha pubblicato la sua annuale classifica delle prime cento industrie al mondo della Difesa. Grazie ai suoi risultati positivi, Leonardo sale al 12esimo posto complessivo, diventando la prima azienda in Unione europea. Ma le vere aspettative sono per il futuro, quando si potranno misurare gli impatti dell’aumento della domanda a seguito all’invasione dell’Ucraina

Nonostante le difficoltà legate alla crisi della catena di approvvigionamento dovuta al Covid, i ricavi delle prime cento aziende del settore della difesa sono aumentate per il sesto anno consecutivo, segno della continua resistenza dell’industria globale di fronte alla pandemia e ai relativi shock economici. È il quadro certificato dalla Top 100 di DefenseNews, l’autorevole sito americano che ogni anno stila la classifica delle prime cento aziende del Pianeta. Nel 2021 hanno registrato ricavi pari a circa 595 miliardi di dollari, l’8% in più rispetto all’anno precedente. A dominare il mercato sono ancora i campioni a stelle e strisce, con la Top5 tutta composta da aziende americane, ma l’ascesa dei colossi cinesi è evidente, e già al sesto posto insedia il vertice la Aviation industry corporation of China. Ottimo risultato per l’italiana Leonardo, che sale al dodicesimo posto, diventando la prima azienda del settore Difesa nell’Unione europea.

Il posizionamento di Leonardo

Grazie ai suoi risultati positivi, il gruppo di piazza Monte Grappa ha visto aumentare i propri ricavi del settore Difesa del 24%, raggiungendo i 13,8 miliardi di dollari di ricavi. La società italiana supera così il colosso francese Airbus che cala in 15esima posizione, (-10% rispetto al 2020, pari a 10,8 miliardi di dollari). Considerando le sole società dei Paesi occidentali, escludendo quindi la Cina, la società italiana si posizionerebbe in piena Top10, all’ottavo posto. Davanti a lei solamente la britannica BAE Systems (che non fa parte del mercato Ue) al settimo posto, con ricavi che sono aumentati del 10% (25,7 miliardi), in parte alimentati dal progetto europeo per il caccia di sesta generazione Tempest, a cui tra l’altro partecipa l’Italia (con Leonardo quale capofila) insieme a Giappone e Svezia.

Il quadro globale

Al primo posto si conferma Lockheed Martin, che ha registrato nel 2021 ricavi nel settore Difesa per 64,4 miliardi di dollari, in crescita del 3% rispetto al 2020. Al secondo gradino del podio si conferma nella classifica con 41,8 miliardi di ricavi Raytheon Technologies, sostanzialmente invariata dall’anno scorso, seguita da Boeing, che ha visto crescere il suo comparto difesa dell’8% con 35 miliardi di dollari di ricavato. Chiudono il gruppo di testa Northrop Grumman, stabile al quarto posto con 31,4 miliardi di dollari, e General Dynamics al quinto posto con 30,8 miliardi, un +3% rispetto al 2020.

Previsioni di crescita

Tuttavia, secondo l’amministratore delegato di Lockheed Martin (al primo posto della classifica per il 23simo anno di fila), Jim Taiclet, il settore non ha ancora “ingranato la marcia”. Nella lista, infatti, non sono ancora registrati gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha innescato una richiesta di armamenti a livello globale che potrebbe protrarsi per anni, e per il manager ci vorranno ancora due o tre anni per poter misurare con precisione gli effetti di questo aumento della domanda. Il conflitto, inoltre, sta spingendo diversi Paesi a selezionare sistemi già pronti piuttosto che aspettare i vari programmi in fase di sviluppo. Una nuova ondata di spesa che con ogni probabilità avrà importanti ramificazioni per l’industria della difesa globale nei prossimi anni. “Questo vale anche per i nostri alleati – ha proseguito il manager riferendosi al procurement militare – perché non solo devono passare attraverso i loro processi interni, ma devono anche passare anche attraverso quello degli Stati Uniti”.

Il resto d’Europa

Per quanto riguarda il mercato europeo, i ricavi totali si attestano a circa 120 miliardi di dollari, praticamente un quinto del totale globale. Dopo la BAE Systems e Leonardo ci sono le francesi Thales, al sedicesimo posto (10,2 miliardi, +11%), e Dassault al ventesimo posto, con un rialzo dei ricavi del 65% rispetto al 2020 dovuto soprattutto alla crescita di consegne del suo caccia Rafale, aumentato dai 13 dell’anno precedente ai 25 del 2021. A registrare invece un incremento del 29% sono i ricavi di Naval Group, che guadagna la 28esima posizione, mentre la tedesca Rheinmetall si conferma al 29esimo, con 4,7 miliardi, in crescita rilevante rispetto al 2020 (+13%). Sostanzialmente invariata la posizione di Fincantieri, che conferma una crescita del 6% della propria sezione Difesa e ricavi a 2,3 miliardi di dollari.

Aumenta la spesa globale

L’immagine restituita dalla lista di DefenseNews fa il paio con quanto registrato dall’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri) sulla spesa globale per la difesa per il 2021, che segnala per il 2021 la prosecuzione del trend di crescita, superando per la prima volta i duemila miliardi di dollari. La spesa militare degli Stati Uniti per l’anno scorso è stata, secondo il Sipri, di 801 miliardi di dollari, un calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, con l’amministrazione del presidente Joe Biden questo dato è destinato ad aumentare, anche di fronte alle necessità di contrastare l’aggressività cinese e russa. Per quanto riguarda l’Europa, poi, si prevede un ulteriore aumento della spesa a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La rincorsa del Dragone

La crescita globale è anche in parte guidata dalle aziende di Pechino del settore della difesa, che rappresentano poco meno del 20% dei ricavi complessivi della Top 100. Per il terzo anno consecutivo sono presenti nella lista sette società, con un fatturato complessivo di 117 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra superiore ai ricavi complessivi delle aziende dei Paesi della Nato, esclusi gli Stati Uniti, pari a circa 110 miliardi di dollari. La misurazione data da DefenceNews è tuttavia solo una stima per quanto riguarda il mercato cinese, dal momento che le società di Pechino non rilasciano i propri dati sulle entrate.

L’incognita russa

Infine, nell’elenco compare una sola azienda russa, la Tactical Missiles Corporation, l’unica che ha partecipato all’analisi di DefenceNews, che registra una crescita del 36% e ricavi per 3,9 miliardi di dollari posizionandosi in 36esima posizione, dalla 42esima del 2020. La crescita della società ci dà un limitato insight sul mercato della Difesa di Mosca, che nel 2019 era in caduta libera, con cali registrati da diverse compagnie del -16 al -34%. L’aumento dei ricavi è dovuto alla maggiore richiesta del mercato interno, con il Cremlino che nel 2021 ha aumentato le spese militari e rafforzato le forze armate in vista dell’invasione dell’Ucraina. Per il futuro, tuttavia, non è detto che questa crescita continuerà, dal momento che non sono ancora registrati gli impatti delle sanzioni occidentali e che molti acquirenti di armi russe, India in testa, stanno cominciando a guardare altrove per i loro approvvigionamenti.

×

Iscriviti alla newsletter