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Aiuti militari e sanzioni. A Kiev Guerini rassicura Zelensky

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in visita a Kiev, ha incontrato il presidente Zelensky e il suo omologo Reznikov, e ha assicurato il continuo sostegno dell’Italia, ribadendo come le sanzioni e gli aiuti militari siano l’unica via per portare al tavolo della pace la Russia

Le sanzioni e gli aiuti militari sono l’unica via per convincere Putin che non c’è altra strada che non sia una pace equa. È il messaggio del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a margine dell’incontro avuto a Kiev con il presidente Volodymyr Zelensky e il suo omologo ucraino Oleksiy Reznikov. Il ministro ha ribadito come “L’Italia è a fianco dell’Ucraina e proseguirà si sostegno alla sua eroica resistenza”.

Da parte di Kiev, Zelensky ha ringraziato l’Italia per il suo “sostegno costante” a favore della sovranità e integrità territoriale del Paese dato “dal presidente del Consiglio Mario Draghi, dal governo e dal popolo italiano”. Per l’Italia, si legge in un comunicato del presidente ucraino, “nonostante le molte questioni interne, la situazione in Ucraina rimane molto importante” ribadendo come la priorità vitale per l’Ucraina sia il rafforzamento delle forze armate. Il ministro Guerini ha anche avuto l’occasione di visitare Irpin e Hostomel, sobborghi situati nella regione di Kiev.

I pacchetti di aiuti

Il ministro Guerini è sempre stato un convinto sostenitore della necessità di inviare aiuti militari all’Ucraina, difendendo tutti i decreti sull’avvio di armi e altro equipaggiamento a Kiev. Di recente, inoltre, si è anche ipotizzata la possibilità di prevedere forme di addestramento militare avanzato e condiviso, e il sollecito sblocco delle forniture militari decise dal governo e autorizzate dal Copasir. L’ultimo pacchetto di aiuti, il quarto, è stato approvato a luglio, pochi giorni dopo la crisi di governo, con l’elenco degli equipaggiamenti secretato.

Le armi all’Ucraina

Stando alle indiscrezioni di stampa, fino ad oggi il nostro Paese avrebbe mandato a Kiev mezzi blindati Lince, con protezioni anti mine, obici FH-70, mitragliatrici, munizioni e i sistemi di difesa terra-aria Stinger. Non è chiaro se saranno incluse anche le armi a più lungo raggio, ovvero i sistemi missilistici a lancio multiplo (Mlrs), simili agli Himars forniti dagli Stati Uniti. Kiev ha chiesto da tempo questo tipo di sistema d’arma, che sembra aver dato all’esercito ucraino un notevole vantaggio sugli invasori russi. Il presidente Zelensky, ha più volte ripetuto che “gli Himars e le altre armi di precisione stanno cambiando il corso della guerra a nostro favore”.

Il gruppo di contatto

A inizio settembre, inoltre, il ministro Guerini ha partecipato al vertice di Ramstein del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, l’iniziativa lanciata ad aprile scorso dal segretario della Difesa americano Lloyd Austin, riunisce i rappresentanti di circa cinquanta Paesi, tra capi dei dipartimenti della Difesa e personale militare di alto rango. Nell’occasione era stato ribadito ulteriormente il continuo impegno a rifornire Kiev di equipaggiamenti militari. Nel corso del vertice, lo stesso Austin aveva annunciato la decisione degli Stati Uniti di consegnare all’Ucraina nuovi aiuti militari per un importo di 675 milioni di dollari, con il nuovo pacchetto di aiuti che comprenderà, tra le altre cose, obici, veicoli Humvee, ambulanze corazzate, sistemi anticarro e munizioni aggiuntive per i sistemi missilistici a lancio multiplo Himars.

Il precedente di Urso

La missione di Guerini segue quella del senatore di Fratelli d’Italia e presidente del Copasir, Adolfo Urso, che il 9 settembre aveva incontrato a Kiev il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, sottolineando l’importanza di proseguire sulla linea dell’invio di equipaggiamento militare da parte dell’Italia verso l’Ucraina. Il tema di un nuovo pacchetto di aiuto alla difesa era avvenuto in forma privata a margine dell’incontro, con il senatore italiano che aveva anche ribadito “il pieno sostegno dell’Italia alla resistenza ucraina”, rassicurando la controparte ucraina che il supporto italiano non avrebbe risentito “della situazione politica transitoria legata alle elezioni”.

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