Il governo tedesco prende tempo sull’offerta della società controllata da Pechino dopo il parere della Commissione europea che ha sottolineato “rischi seri” per le infrastrutture. Stati Ue in attesa, anche l’Italia
Il governo tedesco di Olaf Scholz sta prendendo tempo sull’offerta di Cosco , società controllata dallo Stato cinese, per una partecipazione del 35% in uno dei principali terminal del porto di Amburgo, il terzo più grande d’Europa. La decisione era attesa per la fine di agosto ma sembra che l’esecutivo abbia posticipato la scadenza di due mesi a seguito di una richiesta di maggior tempo da parte delle compagnie. È quanto riporta Noah Barkin, ricercatore del programma Asia al German Marshall Fund.
La Commissione europea avrebbe dato il suo parere sull’accordo che, per usare le parole di un funzionario tedesco, comporterebbe “rischi seri per le nostre infrastrutture critiche”, scrive. Un altro funzionario ha detto che la Commissione europea ha sottolineato che sarebbero state necessarie “sostanziali misure di mitigazione” per affrontare questi rischi. Dopo aver tentato di europeizzare la questione, ora la cancelleria di Berlino starebbe cercando un compromesso che permetta di portare avanti l’accordo, magari a condizioni diverse.
La decisione sarà un importante test per il rapporto tra Germania e Cina, ma anche tra Unione europea e Cina, in una fase in cui sembra si stiano ridisegnando le relazioni e le dipendenze. Sembrano allontanarsi i tempi di Angela Merkel, con la quale infatti l’accordo sembrava a un passo.
Tuttavia, indipendentemente dalla posizione del governo tedesco, rimarrà il nodo degli investimenti cinesi nei porti europei, avverte Barkin. Società cinesi possiedono già partecipazioni nei terminal dei principali rivali europei di Amburgo: Anversa e Rotterdam. “Il messaggio di aziende come Cosco è stato: ‘Dateci una quota e avrete il nostro traffico’”, scrive l’esperto. “Questi porti sono in concorrenza tra loro, dipendono dal commercio con la Cina e sono rimasti coinvolti in questo gioco di arbitraggio economico. Per contrastare questa situazione è necessaria una risposta politica più ampia da parte dell’Unione europea. Bloccare l’accordo di Cosco con Amburgo sarebbe un primo passo, ma solo un primo passo”.
Le società cinesi controllano già circa il 10% del traffico marittimo attraverso i porti europei (con partecipazioni di maggioranza nel porto greco del Pireo e in quelli spagnoli di Valencia e Bilbao, oltre a quote negli scali di Rotterdam nei Paesi Bassi e Vado in Italia). Alla luce di ciò, gli analisti del Merics hanno evidenziato alcuni rischi per la sicurezza: “Cosco compete su un campo di gioco impari con il sostegno dello Stato cinese e la sua posizione dominante sul mercato è un potenziale strumento geopolitico per Pechino”.
Come spiegato su Formiche.net nei mesi scorsi, diverse capitali europee aspettano la decisione di Berlino. Tra queste, anche Roma visto che l’accordo potrebbe avere un impatto sul ruolo del porto di Trieste, dove la compagnia di logistica Hamburger Hafen und Logistik AG, partecipata dall’ente amministrativo federale della città tedesca di Amburgo, ha acquisito il 50,01% della Piattaforma logistica.