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Diritti, energia e giovani. La road map di Più Europa spiegata da Magi

Il presidente di Più Europa a Formiche.net: “Un voto per il terzo polo favorirà Meloni e Salvini, ossia coloro i quali Calenda ambiva a combattere”. E sul programma: “Bene i rigassificatori, attenzione ai giovani e proseguire sulla strada dei diritti civili”

All’indomani dell’apertura ufficiale della campagna elettorale del Terzo Polo, composto da Italia Viva e Azione, gli ex alleati di Più Europa ripercorrono i passaggi dell’accordo politico poi naufragato, che avrebbe visto aggiungersi all’accordo con il Pd anche la forza guidata da Carlo Calenda. Un accordo che sembrava partito come “grande successo”, ma che è stato invece immediatamente abortito “per l’instabilità, ormai proverbiale, a cui Calenda ci ha abituati”. Ma ora si guarda avanti e Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, ha bene in mente le priorità della coalizione di centrosinistra e del suo partito.

Magi siete convinti che la scelta di rimanere col Pd sia quella vincente?

Certo, è una scelta contro i sovranismi, contro Putin e per un’Europa più forte e centrale. Ciò che è ben poco comprensibile è la scelta che ha fatto Carlo Calenda: gettare alle ortiche un percorso intrapreso con noi mesi e mesi prima della stipula dell’accordo con il Pd.

Ma il problema non siete voi, bensì i Verdi e Sinistra Italiana i cui programmi, oggettivamente, hanno punti antitetici rispetto a quelli di Azione. 

L’accordo politico a cui eravamo arrivati era un successo, anche per Calenda perché spostava il baricentro della coalizione su istanze liberal-democratiche. Peraltro le parole più convinte sulla bontà di quel patto le aveva pronunciate proprio Calenda. Ora ci troviamo invece a constatare che un voto per il terzo polo favorirà Meloni e Salvini, ossia coloro i quali Calenda ambiva a combattere.

Oggi il vostro partito su quali fronti si batte?

Prima di tutto sull’idea di Europa, che si contrappone a quella confederale che ha Meloni: un’impostazione tale per cui si renderebbe l’Ue incapace di assumere decisioni. Noi, al contrario, vogliamo un’Europa forte. Un’Unione in grado di indicare la via da seguire anche per dare risposte ai problemi dei singoli stati, così come è stato per la pandemia e con il Next Generation Eu.

Il Pnrr avrà un impatto senz’altro positivo, ma non si rischia di lasciare montagne di debiti alle nuove generazioni?

Nel nostro programma abbiamo infatti previsto un piano di “rientro” del debito, anche al di là del Pnrr. Un piano che è anche una parziale risposta ai fan degli scostamenti di bilancio sempre e comunque. È giusto concedere aiuti a famiglie e imprese in difficoltà, specie in questi momenti, ma occorre farlo responsabilmente e soprattutto evitando di lasciare ai più giovani debiti pesantissimi.

A proposito di imprese ed emergenze correlate (caro energia e speculazione sulle materie prime), quali sono le vostre proposte?

Sempre tornando alle giovani generazioni, una proposta importante è quella della de-contribuzione per i nuovi assunti nei primi tre anni. Secondo noi, sul fronte energetico, vanno previsti incentivi che auto-producono energia attraverso fonti rinnovabili. Su questo versante, andrebbe fissato un tetto al costo dell’energia prodotta dalle rinnovabili in modo da avere una misura che tassi gli extra profitti.

Ma i rigassificatori, si devono fare o no?

Assolutamente sì, così come occorre semplificare le procedure burocratiche in ottica di semplificazione per le imprese. Tutte cose peraltro scritte nell’accordo che Calenda ha stracciato.

Più Europa si è distinta in questi anni per aver portato avanti le battaglie sui diritti civili. Continuerete su questa strada?

È connaturato a Più Europa parlare di diritti. Guardi ad esempio il caso della legalizzazione della cannabis. Se non ci fossimo stati noi, non ci sarebbe stata neanche una discussione su questo tema. Un argomento che riguarda qualcosa come sei milioni di persone, che risolverebbe molti problemi legati alla lotta all’illegalità, al mercato nero. Le battaglie continuano, anche sui matrimoni egualitari, sulle adozioni per i single e sull’aborto farmacologico.

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