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Operazioni sotto copertura. 007 italiani verso la svolta?

Oggi i funzionari dell’intelligence italiana all’estero sono accreditati presso le ambasciate. Ma un emendamento unitario (con parere positivo del governo) al decreto Aiuti bis prevede che l’Aise possa “impiegare proprio personale” al fine di “attività di ricerca informativa e operazioni all’estero”. Il testo è vittima dello stallo in Senato ma segnala la volontà di cambiare passo (come indicato dal Copasir)

Come Guillaume Debailly, nome in codice Malotru, il protagonista di Le Bureau, che all’inizio della serie televisiva rientra in Francia dopo sei anni in Siria passati a tessere relazioni con l’establishment locale indossando i panni del professor Paul Lefebvre. O come Maria Adela Kuhfeldt Rivera, il nome che compariva sui documenti falsi della spia russa inseritasi nei circoli mondani di Napoli per tentare poi di infiltrarsi tra il personale della base Nato e della VI Flotta statunitense. Funzionari dell’intelligence infiltrati e/o sotto copertura, che possono rimanere inattivi anche anni per poi essere attivati quando il loro livello di inserimento nella società è ritenuto adeguato. Si tratta di penetrazione informativa, quella che il Glossario intelligence publicato tre anni fa dai Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica definisce “attività info-operativa condotta da un servizio di informazione per acquisire notizie in ambienti o organizzazioni di interesse, avvalendosi di uno o più infiltrati”.

Ora anche l’Italia sembra pronta, dopo decenni di dibattiti, a lasciarsi aperta questa ipotesi. Attualmente, infatti, i funzionari dell’intelligence italiana all’estero sono accreditati presso le ambasciate. Casi come quello di Malotru o Maria Adela, cioè di un ufficiale dell’intelligence che vive in un Paese terzo sotto falsa identità, non sono oggi possibili in quanto non previsti dalla legge.

Dal Senato è arrivato un segnale in questa direzione. Si tratta di un emendamento unitario, con parere positivo del governo, al decreto Aiuti-bis che riguarda la possibilità di autorizzare l’impegno di funzionari dell’Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna diretta dal generale Giovanni Caravelli). L’emendamento prevede che l’Aise possa “impiegare proprio personale” al fine di “attività di ricerca informativa e operazioni all’estero”. Il tutto deve essere previsto da un regolamento per disciplinare “il procedimento di autorizzazione all’impiego, del presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità delegata, ove istituita, nonché le relative modalità, condizioni e procedure, anche con riferimento alla specialità dei profili economici attinenti all’impiego del personale”. Inoltre, la proposta (Maurizio Gasparri di Forza Italia e Daniele Manca del Partito democratico) prevede che ogni sei mesi il presidente del Consiglio informi il Copasir di queste attività e operazioni condotte dall’Aise.

Nella giornata di mercoledì l’emendamento è rimasto bloccato nello stallo in commissione. Se ne riparlerà la prossima settimana. Ma la volontà politica di procedere in questa direzione sembra esserci e appare destinata a continuare anche con il prossimo Parlamento.

Durante la riunione del Copasir di martedì sono stati “condivisi tra tutti i componenti del Comitato” due emendamenti al decreto-legge Aiuti-bis: oltre a quello sulle operazioni sotto copertura, anche quello per l’istituzione di un Copasir provvisorio per la fase iniziale della legislatura e fino alla costituzione del nuovo Governo. Nella nota diffusa dal presidente Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia, si specificata che ciò era stato “già indicato” nella relazione annuale approvata il 19 agosto. In quel documento, infatti, c’è una sezione dedicata alle iniziative per “una maggiore proiezione all’estero della nostra intelligence”. Si sottolinea “l’esigenza di una più efficace proiezione e presenza dei nostri apparati di sicurezza sul fronte esterno sia in ragione dell’evoluzione degli assetti geopolitici sia in considerazione del quadro delle minacce, delle interferenze ed ingerenze di carattere ostile che, in una dimensione sempre più ibrida e asimmetrica, possono ledere i nostri interessi strategici”.

(Photo by Craig Whitehead on Unsplash)



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