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La guerra in Ucraina e le domande su Meloni. Parla Courtney Kube

La giornalista di Nbc News premiata all’Urbino Award: “Ci sono interrogativi su Meloni, in particolare sul posizionamento del prossimo governo in politica estera”

“La coalizione di centrodestra ha appena vinto le elezioni, aspettiamo a valutare l’operato del nuovo Esecutivo, anche se qualche interrogativo serpeggia”. Courtney Kube ha appena ritirato il premio Urbino Award. La giornalista di Nbc News arriva nella città del rinascimento e formula un paragone fra il primo cronista della città, cinquecento anni fa, e l’oggi. “Giovanni Santi, passeggiando per queste strade, le stesse che ho percorso anche io, ha fatto il nostro mestiere: ha raccontato quello che vedeva”. Inviata di guerra, reporter dai fronti più caldi, Kube ha fatto una panoramica sugli attuali conflitti in atto, in particolare in Siria e in Ucraina.

Kube che sviluppi prevede per il conflitto in Ucraina?

Temo che il conflitto si protrarrà ancora a lungo. Non siamo a un momento di stallo, ma si procede molto a rilento in entrambi i fronti.

Corrisponde al vero il fatto che le truppe ucraine stiano sopraffacendo quelle russe?

Le forze  ucraine stanno facendo una resistenza eroica. Ma penso che più le truppe ucraine respingeranno quelle russe, più Putin si sentirà messo all’angolo. E questo può rappresentare un pericolo concreto. Il rischio che possa ricorrere all’utilizzo di ordigni nucleari è concreto.

Che ruolo intenderà assumere l’amministrazione Biden nel conflitto? 
L’America continuerà a inviare aiuti, non solo militari all’Ucraina. Questo impegno penso che verrà portato avanti per lungo tempo. Tuttavia, è escluso che militari americani vengano inviati al fronte.

Prima ha accennato alla vittoria di Giorgia Meloni in Italia. Lei si occupa anche di temi legati alla sicurezza nazionale. C’è qualche reazione, negli USA, rispetto al trionfo del centrodestra?   
È molto presto. La coalizione si è appena affermata alle urne. Non ci sono elementi significativi in termini di sicurezza nazionale.  Valuteremo l’operato dell’Esecutivo.

Al di là della sicurezza, l’esito delle consultazioni come è percepito in America? 
Ci sono diversi interrogativi, in particolare sul versante della politica internazionale. Ci si interroga sull’ancoraggio dell’Italia all’Ue ma, soprattuto, ci si chiede se l’Italia continuerà, ad esempio, nel suo impegno a sostegno dell’Ucraina. D’altra parte, la connotazione della coalizione che è uscita vincente dalle urne è abbastanza evidente.

Che differenze ha notato tra il conflitto in Ucraina è quello in Siria, che lei ha seguito?

Le differenze sono molte. Il conflitto in Siria è quello che esercita su di me maggior fascino. Nel senso che è particolarmente complesso per una serie di questioni che si intrecciano. L’incursione turca al nord, le continue lotte tra forze democratiche siriane e la bomba pronta a esplodere legata all’immigrazione.

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