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Peggio del papeete di Salvini. Così Letta ha perso le elezioni (e il Pd) secondo Calise

Il sociologo e politologo Calise: “Il Pd ha perso la fiducia, punto, perché è un partito che non riesce ad esprimere una leadership, una visione e una capacità di alleanze”. E sulla scelta strategica non fa sconti: “Un partito che alla vigilia delle elezioni rompe le alleanze che ha portato avanti con successo nelle città ha una vocazione al suicidio”

Al di là dei risultati in rimonta rispetto ai sondaggi del Movimento 5 Stelle (che comunque dimezza i voti rispetto al 2018) e del Terzo polo come novità, dalle urne di ieri spicca sia il dato numerico del Pd , che il “come” è arrivato a quelle percentuali. Il Pd ha perso la fiducia dei cosiddetti ultimi (che scelgono M5S), del centro (che ha sostenuto FI e Tp e in parte anche FdI), e dell’uomo qualunque che si è astenuto oppure ha votato FdI.

Troppo facile dare la colpa agli ultimi due o tre segretari, anche perché il ragionamento dovrebbe investire obiettivi e valori che forse sono fermi al periodo pre Renzi. Per la prima volta nella storia del Pd si è arrivati al dunque: un congresso è inevitabile? E l’opposizione può essere un’opportunità per riscoprire la propria identità?

Formiche.net lo ha chiesto al prof. Mauro Calise, sociologo e politologo, secondo cui “Letta ha fatto peggio del papetee di Salvini, così ha perso le elezioni”. Chi ha dentro di sé il bastone del comando, aggiunge il docente di Scienza politica presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli e vice-presidente dell’International Political Science Association, può far risalire un partito o può assicurargli un dignitoso risultato come fatto da Calenda. Gli altri no.

Enrico Letta non si ricandiderà al prossimo congresso del partito.

Mi sembra una dignitosa assunzione di responsabilità, all’insegna di quella dignità che a Letta non è certo mai mancata.

Il Pd ha perso la fiducia di centristi, studenti, pensionati e ultimi?

Il Pd ha perso la fiducia, punto, perché è un partito che non riesce ad esprimere una leadership, una visione e una capacità di alleanze. Un partito che alla vigilia delle elezioni rompe praticamente la strategia di alleanze che ha portato avanti con successo nelle città ha una vocazione al suicidio. La politica è fatta di alcune regole abbastanza semplici: le regole, naturalmente, della sopravvivenza e poi quella della conquista del potere.

Quindi?

Quando Conte rompe, alla vigilia delle elezioni, è chiaro che lo fa perché ha bisogno di riguadagnarsi uno spazio di sinistra e questo spazio esiste. Non è un improvviso voltafaccia, ma l’unica scelta che Conte aveva, peraltro in una situazione in cui Di Maio si era portato via mezzo gruppo parlamentare o quasi. E quindi in quella situazione, perché mai avrebbe dovuto aspettare altri cinque mesi fuori dalla porta di Draghi?

Ha rischiato?

È stato più comodo pensare che i Cinque stelle erano spacciati, come detto dal coro dei media. Come è possibile che il Pd non abbia capito questo a livello strategico? È un fatto di una gravità enorme. Naturalmente adesso sappiamo che Letta se ne andrà a casa. Io personalmente non ho nessuna particolare antipatia nei suoi confronti, ma politicamente è stato peggio del papetee di Salvini. C’è stato un tale macroscopico errore di strategia politica, che tutto il resto ne consegue. Ma non è tutto.

Ovvero Calenda…

Vogliamo metterci pure il valzer con Calenda? Anche lì Calenda è venuto meno alla parola data. Ma mi scusi, lei fa un fidanzamento con Calenda e fa la photo opportunity. Il giorno dopo fa un altro fidanzamento con chi ha votato contro il governo Draghi per 50 volte, mentre il povero Conte l’aveva fatto in un’occasione sola. Non so come ci sia qualcosa da aggiungere a questa cronaca di una morte annunciata e poi tutto il resto è totalmente consequenziale.

Anche la risalita del Movimento 5 Stelle?

Conte, nel disprezzo di tutta la stampa italiana, ha avuto il coraggio di rompere dimostrando che si può riprendere un partito in condizione comatosa. Dal suo punto di vista si è finalmente fatto il partito personale, ha messo persino Grillo in disparte, si è liberato di Di Maio. Anche Calenda, partendo da zero, si è fatto da solo in sei mesi. Mica male, assolutamente.

Sembra che da un punto di vista strategico, identitario e valoriale, il Pd sia fermo al periodo pre Renzi, mentre nel frattempo nel mondo è accaduto di tutto. Solo colpa di Zingaretti e Letta o serve fisiologicamente un periodo all’opposizione?

Non penso che ci sia un problema di aggiornamento del sistema valoriale. Il Pd, insomma, c’è sempre. Il Pd ha posto il problema ma deve capire che oggi siamo a un filo dal 50% dei votanti: la stragrande maggioranza della gente ha staccato la spina o perché ha troppi problemi o perché se li risolve da solo. E questo è un primo dato, cioè la capacità di connettersi con l’elettorato. Perché non è che la road map della Meloni sia particolarmente sfavillante, è semplicemente vincente.

Tutta pancia, dice?

C’è una persona che comunica in maniera semplice e diretta e naturalmente dà l’aria di essere quella che ce la sta facendo. Ma ogni cinque anni abbiamo puntualmente un leader che sembra quello che cambierà le cose, ma l’unica rivoluzione l’hanno fatta i 5 Stelle. Insomma, non c’è un elettorato che legge i programmi o i sistemi valoriali. Certo, c’è uno zoccolo duro che più o meno cammina su questo, ma come fa un partito che si dice di sinistra a non capire quello che era successo nel sud? Se qualcuno va a lavorare a Milano per 1.200 €, dove la casa costa 1500, è chiaro che c’è un corto circuito. I 2/3 dei ragazzi sotto i 35 anni vivono ancora in famiglia. Ma chi usa il welfare in questo Paese come le famiglie?

Non l’hanno capito al Nazareno?

Possibile che non abbiano fatto questa analisi? E torniamo al problema del leader. Vede, alla fine, in una situazione così volatile, se tu hai veramente il bastone del comando puoi anche resuscitare un partito moribondo come i 5 Stelle. E, se sei bravo, puoi inventartene uno come ha fatto con grande tenacia e chiarezza Calenda. Ma se invece il partito in questione è un corpaccione diciamo oligarchico e poi il leader non ha neanche le caratteristiche del leader, beh, è un miracolo arrivare già al 19%.

@FDepalo


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