Il fuori programma tra la leader di Fratelli d’Italia e quello della Lega è la rappresentazione involontaria delle posizioni che i due ricoprono all’interno della colazione del centrodestra?
Basta un’immagine per sintetizzare la diversa posizione in cui si trovano, in questo momento, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La location è il Forum Ambrosetti, che ogni anno si tiene a Cernobbio, il momento l’inizio dell’intervento del leader della Lega che, a supporto delle sue parole, porta “delle slides”. “Le sides? No…”, si sente chiedere in sottofondo dalla presidente di Fratelli d’Italia, con una voce scherzosa. “Si, le slides, poca spesa tanta resa”, è obbligato a ribattere Salvini dopo un momento di esitazione.
Giorgia Meloni ha appena chiuso il suo discorso al primo e per ora unico confronto tra gli esponenti dei principali partiti che si scontreranno alle prossime elezioni del 25 settembre. Prima di lei hanno parlato Carlo Calenda, Enrico Letta e Giuseppe Conte, dopo di lei Matteo Salvini e Antonio Tajani. E la battuta di Meloni, che arriva proprio quando il leghista si accinge a parlare, fa sorridere la sala, e per un attimo distrae dall’intenzione del leader leghista: spiegare, con il supporto di contributi “esterni” (quindi le slides) le ragioni delle posizioni del suo partito su sanzioni, tetto al prezzo del gas, vicinanza (o lontananza) con la Russia.
“Io non mi arrendo, quando ci sono carri armati che invadono un Paese” come l’Ucraina, dice Salvini, “credo che ogni strumento vada perseguito”, ma “un ragionamento sullo strumento” delle sanzioni alla Russia che non funzionano “credo che sia doveroso”. E poi chiarisce un punto: “Se governo un Paese” questo “rimane stabilmente nelle alleanze di cui fa parte”.
Arrivano le slide a supporto: cita l’ex ad di Eni Paolo Scaroni, è lui ad aver detto che “con le sanzioni e questo costo energetico l’Italia e la Germania ci rimettono, gli Usa e la Norvegia ci guadagnano”, e non si può certo additare Scaroni di essere filorusso, sottolinea Salvini. Cita i dati del Fondo monetario internazionale, cita il Corriere della Sera di Luciano Fontana, moderatore della tavola rotonda, sempre a conferma del fatto che le sanzioni non funzionano, “e non dev’essere un tabù dirlo”.
Eppure, mentre le slides scorrono e Salvini parla facendo da solo il debunking di sé stesso, l’eco della domanda sorniona di Giorgia Meloni ancora rimbomba in sala: ma davvero usi le slides?