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Così Facebook e WhatsApp evitano interferenze sulle elezioni italiane

Facebook

Controllo delle fake news, tutela dell’elettore, protezione da ingerenze esterne. Queste sono solo alcune delle misure per evitare manomissioni nel voto di domenica messe in campo dall’azienda di Mark Zuckerberg, consapevole di come i cittadini utilizzano sempre di più le sue piattaforme per informarsi

“Consapevoli che le nostre piattaforme continuano ad avere un ruolo nel dibattito pubblico sulle elezioni, lavoriamo attivamente per prevenire qualsiasi forma di abuso”. Forte dell’esperienza degli anni passati, Meta ha deciso di lanciare una sua campagna in vista delle elezioni italiane del 25 settembre, per evitare che sui suoi social network vengano diffuse fake news, che ci siano interferenze elettorali o che diventino luoghi dove venga promosso l’astensionismo al volo. Delle diverse misure prese in considerazione dall’azienda di Mark Zuckerberg, due sembrano andare proprio nella direzione di difendere l’elettore.

La prima è forse quella più scontata ma, allo stesso tempo, più complessa. Ridurre il numero dei contenuti falsi, o che non trovano riscontro nella realtà, non è infatti un’operazione facile. Ma è necessaria perché, come ammesso dalla stessa società, sempre più persone si informano sui social network e “sappiamo che vogliono vedere informazioni certe sulle nostre piattaforme. Di conseguenza, agiamo”. A iniziare dagli standard per delineare ciò che è consentito da ciò che è proibito. Tra questi ultimi, ci sono i contenuti rimossi da Facebook e Instagram che “disincentivano o interferiscono con il voto”. Anche semplicemente indicare il giorno sbagliato delle elezioni o dove si trovino i seggi elettorali può essere considerata un’azione fuorviante, così come i contenuti che rischiano di contribuire al rischio di danni offline.

Negli ultimi sei anni, inoltre, nessuno “ha costruito una rete di fact-checking più ampia di quella che abbiamo creato”. Meta collabora con oltre ottanta organizzazioni di monitoraggio, che analizzano e spulciano i contenuti pubblicati sui social in più di sessanta lingue. Tra queste, ci sono anche le italiane Pagella Politica, Facta e Open. Individuata la fake news, la visibilità di questa viene fortemente ridotta all’interno del News Feed, inviando una notifica di avvertimento all’utente che ha condiviso il contenuto, mentre gli utenti che potrebbero imbattersene troveranno un avviso informativo. A quelle che invece cercano di ricondividerlo vengono mostrati gli articoli dei fact-checker, così da renderlo partecipe sulla vera natura di quel determinato post.

Tuttavia, la disinformazione si presenta sotto diverse forme, anche tramite un semplice messaggio WhatsApp. Per questo, l’azienda ha messo in campo delle misure che puntano a ridurne la diffusione. “Dal 2020”, fa sapere Meta, “i messaggi che sono stati inoltrati cinque o più volte possono essere inoltrati a una sola chat. Questo ha portato a una riduzione globale del 70% del numero di messaggi inoltrati di frequente”. Quest’anno, inoltre, “abbiamo introdotto un nuovo limite: qualsiasi messaggio inoltrato potrà essere inviato solo a un gruppo WhatsApp alla volta”.

Creare un elettorato male informato, però, può essere anche un’esigenza che viene dal di fuori dei confini nazionali. Non a caso, durante le (poche) settimane di campagna elettorale, in tanti hanno parlato di possibili interferenze esterne nel voto italiano, probabilmente dalla Russia come già accaduto nel 2016 durante quelle statunitensi. Per Meta, tale questione è centrale. “Negli ultimi tre anni e mezzo, abbiamo condiviso regolarmente le nostre scoperte sui comportamenti inautentici coordinati (CIB) che rileviamo e rimuoviamo dalle nostre piattaforme”.

Oltre questo, c’è di più. “Dal 2017 abbiamo eliminato oltre 150 network in tutto il mondo, anche in vista di importanti elezioni nazionali. Abbiamo reso più difficile per le persone che non mostrano la loro vera identità operare sulle nostre piattaforme”. Per l’Italia, infine, “abbiamo attivato un Centro operativo virtuale, un’iniziativa che abbiamo implementato a partire dal 2018, che riunisce esperti in tutta l’azienda, persone specializzate in intelligence, data science, ingegneria, ricerca, attività operative, policy e team legali. Questi team lavorano insieme per identificare in tempo reale potenziali minacce sulle nostre piattaforme, accelerando i tempi di risposta. A tutto ciò, Meta si prefissa l’obiettivo di incentivare l’impegno civico, proteggere e sostenere i candidati, salvaguardare le persone e garantire la giusta trasparenza degli annunci di tutti i politici.

Qualche giorno dopo la pubblicazione della campagna, Meta ha ricevuto la richiesta “urgente” da parte dell’Autorità Garante per la privacy per capire quali iniziative intende promulgare e come intende realizzarle. Dall’azienda fanno sapere come “stiamo collaborando per spiegare come lavoriamo per contribuire a proteggere l’integrità delle elezioni italiane e per aiutare le persone ad accedere ad informazioni elettorali affidabili provenienti dal Ministero dell’Interno”.  Tutto con il fine di blindare le elezioni italiane più importanti degli ultimi anni.

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