Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il presidente di Aiad, Guido Crosetto, si sono confrontati sui temi della sicurezza del Mediterraneo, la regione di principale interesse strategico per l’Italia. Dalle infrastrutture energetiche alle instabilità geopolitiche, la politica deve superare le sue divisioni e rivolgersi alla tutela del Mare nostrum, anche ipotizzando la creazione di un ministero del Mare
Il Mediterraneo, e in particolare la protezione e tutela degli assetti strategici che lo attraversano, dovrebbero essere una priorità per il Paese, al di là delle affiliazioni politiche. È quanto emerge dall’evento sulla sicurezza del Mare nostrum promosso dall’Osservatorio nazionale per la tutela del mare insieme a I am Learning Network presso Palazzo Altieri, dove si sono confrontati il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il presidente di Aiad, Guido Crosetto. Il Mediterraneo, com’è stato più volte ricordato nel corso dell’iniziativa, è infatti l’area di principale interesse strategico nazionale. Su di esso si affacciano le principali faglie di instabilità che minacciano la sicurezza del nostro Paese e dei suoi interessi, e attraverso le sue acque passano le reti commerciali, di telecomunicazioni ed energetiche vitali per l’Italia e il suo sviluppo.
Infrastrutture mediterranee
Proprio sul tema della tutela delle infrastrutture marine, sottomarine per la precisione, che consentono i collegamenti di informazioni ed energia è intervenuto il presidente Corsetto, che ha ricordato come, alla luce della recente evoluzione degli scenari internazionali, dovrebbero essere oggetto di un’attenta attività di monitoraggio e protezione. Sui fondali mediterranei, ha ribadito Crosetto, si dipanano oleodotti, gasdotti e canali per la fibra ottica, la cui protezione dovrebbe essere trattata come un tema trasversale, senza colore politico. Asset strategici che vanno protetti se si vuole traghettare il Paese fuori dalla crisi che oggi mette in pericolo cittadini e imprese, per la cui tutela deve agire l’intero arco parlamentare,
Serve unità politica
Fattore cruciale alla base di queste riflessioni è l’attuale momento storico, con i danni generati dalla crisi energetica e dall’inflazione che stanno colpendo tutti i cittadini, a prescindere dal colore politico di riferimento. Secondo Crosetto, la necessità di intervenire in questo senso chiama al superamento di ogni tipo di barriera ideologica o partitica, dal momento che gli effetti di queste crisi sono destinate a perdurare nel prossimo futuro, colpendo sempre più duramente l’economia reale del Paese. Per Crosetto, dunque, c’è bisogno di un nuovo modo di fare politica, fondato sul concetto di “comunità”, dove la tutela del Paese, dei suoi cittadini e delle sue imprese sia l’obiettivo comune di tutti i rappresentanti dei partiti.
A difesa del Mare nostrum
“Per anni il Mediterraneo è stato considerato quale un luogo di incontro e di pace – ha detto Guerini – ebbene, è necessario che quell’immagine, oramai distante, venga recuperata”. Secondo il ministro, infatti, le tensioni internazionali e le minacce terroristiche che da anni interessano le sponde del Mare nostrum sottolineano la necessità per una pianificazione attenta e specifica. Il Mediterraneo, ha ricordato il ministro, è un crocevia fondamentale per le economie europee sia dal punto di vista commerciale, sia da quello energetico, e attraverso di esso passa la maggior parte delle trasmissioni dati del Vecchio continente. Per questo, è necessaria una collaborazione tra Italia e Paesi europei per la sua sicurezza e tutela.
Un ministero del Mare?
L’evento è stata l’occasione per discutere sulla possibilità di istituire in Italia un ministero del Mare, dedicato a gestire e coordinare in maniera unificata e coerente tutte le diverse necessità d’azione che interessano la dimensione mediterranea (e non solo) del nostro Paese. Guerini e Crosetto hanno entrambi concordato come il tema sia all’attenzione della politica e delle istituzioni da tempo. L’importante per ora, hanno ribadito entrambi, è concentrarsi sull’elemento della sicurezza per l’intero bacino del Mediterraneo, che deve diventare il primo obiettivo a cui rivolgere l’attenzione di tutto il Paese.