Il consigliere economico di Giorgia Meloni, Maurizio Leo, chiede di rimandare a dopo il voto la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi da 2,5 miliardi, senza la quale la banca rischia di saltare per aria. Ora palla a Lovaglio che punta sugli anchor investors
Fratelli d’Italia entra a gamba tesa sulla ricapitalizzazione di Mps, su cui l’assemblea dei soci si pronuncerà il prossimo 15 settembre. La banca più antica del mondo, come raccontato a più riprese da Formiche.net, è chiamata a un’iniezione da 2,5 miliardi, senza i quali non sarà possibile convolare a nozze e consentire il disimpegno del Tesoro, oggi azionista di controllo al 64%. Il massimo consigliere economico di Giorgia Meloni ha infatti chiesto un rinvio dell’operazione che invece il ceo Luigi Lovaglio vuole portare a casa a tutti i costi.
Ricapitalizzazione che sarà quasi certamente frazionata, con gli 1,6 miliardi messi sul piatto dal Mef pronti per essere iniettati e poi, successivamente, occorrerà raccogliere i restanti 900 milioni dal mercato, sotto la regia del consorzio bancario di garanzia. Il quale, giova ricordarlo, ha già espresso dubbi sull’effettiva opportunità di ricapitalizzare una banca pubblica in piena campagna elettorale e con un nuovo governo in vista.
“Dobbiamo rimandare la decisione sull’aumento di capitale”, ha detto a Bloomberg Maurizio Leo, che coordina l’ufficio economia e finanza del partito della Meloni. “È un momento difficile ed è meglio aspettare il nuovo governo. Quella del Monte dei Paschi è un’operazione importante, che deve tutelare sia i posti di lavoro sia un asset strategico per l’economia italiana”. E con il centrodestra avanti nei sondaggi è probabile che l’avvento di un governo a trazione FdI possa davvero cambiare le carte in tavola sul futuro di Mps. Il quale a questo punto si appresta a entrare in un periodo di grande incertezza.
Lovaglio non ha mai fatto mistero di puntare forte sugli anchor investor, come per esempio la francese Axa. Ma l’operazione per la ricapitalizzazione non è mai stata così in bilico. Intanto, Anima Holding tende la mano a Monte Paschi nella difficile ricapitalizzazione attesa a fine ottobre. La società di gestione del risparmio, forte di una cassa di 350 milioni, sarebbe pronta infatti a mettere a disposizione di Mps tra i 150 e i 250 milioni. Risorse che potrebbero risultare preziose per la riuscita di un’operazione resa più complessa dal contesto macroeconomico e politico.