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Occhio a deficit e mercati. Il nuovo governo visto da Oxford Economics

Per gli analisti dell’osservatorio britannico è quasi certa una vittoria della destra. Ma il difficile verrà dopo, applicando alla lettera tutte le promesse elettorali si rischia la collisione con l’Europa e un terremoto sul debito

Giorgia Meloni premier. Per molti analisti è molto più di un’ipotesi, al punto da aver messo già in conto le future mosse e scelte politiche di un governo a trazione Fratelli d’Italia. Si sono cimentati per esempio gli economisti di Oxford Economics, i quali hanno dedicato alle elezioni italiane del prossimo 25 settembre un webinar. Traendo anche delle prime conclusioni su quelle che potrebbero essere le decisioni nel campo economico e finanziario di un esecutivo a guida centrodestra.

Tanto per cominciare. “Il voto di domenica porterà molto probabilmente alla vittoria della coalizione di centrodestra”, hanno esordito gli esperti coordinati da Nicola Nobile. Tuttavia “riteniamo che il programma della coalizione, se attuato per intero, colpirebbe gravemente le finanze pubbliche, spingendo il deficit pubblico sopra il 6% per i prossimi cinque anni. E ciò significherebbe che il debito pubblico raggiungerà il 155% del pil nel 2027 con un aumento di 10 punti percentuali rispetto allo scenario di base”.

Di più. Oxford Economics, che sottolinea come “nonostante lo slancio per una crescita a breve termine” si rischia “una forte reazione del mercato per i rendimenti obbligazionari italiani”. Inoltre, “qualora il governo di destra applicasse alla lettera il suo programma, troverebbe difficoltà nel finanziare il debito sui mercati, oltre a dover fare a peno del Tpi (lo scudo anti spread allestito dalla Bce, ndr). Senza considerare che nel 2024 dovrebbe terminare la sospensione delle regole fiscali Ue (il Patto di stabilità, ndr), dando vita a una complessa trattativa con l’Europa”.

L’autorevole osservatorio britannico si dice tuttavia convinto che “le promesse elettorali della coalizione potrebbero essere attenuate o abbandonate nel processo di formazione del governo” anche perché “ci sono forti incentivi, come la necessità di avere il sostegno della Bce, affinché il prossimo governo mantenga un approccio più prudente. Semmai, ci aspettiamo che il nuovo governo segua altri Paesi, come Francia e Germania, nel fornire ulteriore sostegno fiscale per contrastare la crisi energetica”.

L’analisi di Oxford Economics segnala comunque come “alla luce delle precedenti esperienze dei governi di centrodestra, la sostenibilità fiscale non è l’obiettivo principale del loro programma economico e rimarrà un rischio che per alcuni anni graverà sulle prospettive economiche dell’Italia”. Insomma, “se il nuovo governo di destra si dimostrasse meno prudente di quanto ci attendiamo, cambieremmo rapidamente in negativo il nostro orientamento sull’Italia e sulla sostenibilità del suo debito”.

 

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