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Il prossimo governo alla sfida con la transizione ecologica

Legambiente ha voluto chiamare a confronto esponenti del mondo imprenditoriale e rappresentanti dei più importanti schieramenti politici sulle proprie proposte per una “transizione ecologica che serve all’Italia” nella prossima legislatura. Al centro la lotta alla crisi climatica, l’innovazione tecnologica, il lavoro, l’inclusione sociale

Secondo l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, che all’argomento ha dedicato il suo ultimo libro, la “transizione ecologica” comporta una serie di sfide che vanno dal sostegno alle energie rinnovabili alla carbon tax, dalla rigenerazione urbana all’economia circolare, dal ripensamento del sistema produttivo ai trasporti e all’agroalimentare. Più o meno gli stessi argomenti oggetto del decalogo che l’ASviS, l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, ha sottoposto alle forze politiche come memorandum per la prossima legislatura, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Eppure, nonostante siccità, ondate di calore e incendi che quest’estate hanno funestato l‘Italia, la crisi climatica è completamente assente nei discorsi dei principali leader politici di casa nostra, con un striminzito 0,5% delle dichiarazioni nei principali telegiornali trasmessi da Rai, Mediaset e La7: è il risultato di un monitoraggio sulla campagna elettorale realizzato dall’Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia. A parte Letta e Bonelli che dedicano un’attenzione particolare alle questioni ambientali, “la tematica nella quale si declina il discorso sull’ambiente è prevalentemente quella delle politiche energetiche e del tema dominante del caro gas/caro bollette”.

E questa mattina, a Roma, anche Legambiente ha voluto chiamare a confronto esponenti del mondo imprenditoriale e rappresentanti dei più importanti schieramenti politici sulle proprie proposte per una “transizione ecologica che serve all’Italia” nella prossima legislatura. Al centro la lotta alla crisi climatica, l’innovazione tecnologica, il lavoro, l’inclusione sociale. Tra i fari cui guardare: l’Europa, la riconversione ecologica del tessuto produttivo, la giusta transizione ecologica. Un documento che raccoglie 100 proposte suddivise in 20 aree tematiche, con riforme e interventi per una reale transizione ecologica.

“Nei prossimi cinque anni – ha detto Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – ci aspettiamo, da parte di tutti i partiti, a cominciare da quelli che sosterranno il prossimo governo, ci aspettiamo più coerenza rispetto allo storico voto unanime del febbraio scorso che ha portato all’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle future generazioni. Noi non faremo mancare il nostro contributo come dimostra la nostra agenda che mette al centro la difesa dell’ambiente e gli interessi delle imprese e delle famiglie”.

Nel dettaglio delle proposte, si va dalle politiche climatiche all’economia circolare, dalla mobilità all’agroecologia, dall’inquinamento delle acque allo smog, dalle aree protette alla tutela della biodiversità, dalla riconversione industriale al turismo, dalle politiche sulle città ai piccoli comuni, dalle bonifiche dei siti inquinati alla lotta all’illegalità, dalla rigenerazione urbana alla ricostruzione post terremoto. Tra le priorità la lotta ai cambiamenti climatici, che rischia di stravolgere l’economia del nostro Paese nel prossimo futuro.  Su questo l’associazione chiede di eliminare i sussidi alle fonti fossili; aggiornare il Piano Nazionale Energia e Clima; fissare un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio; approvare il Piano nazionale sull’adattamento climatico; ripensare le politiche territoriali, a partire da quelle urbane, “per ridurre il rischio idrogeologico e quello sanitario da ondate di calore”.

Altra priorità è la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Occorre approvare i decreti attuativi sulle semplificazioni previsti dalla legge delega sulla concorrenza, sulle Comunità energetiche rinnovabili e sulla produzione di biometano. “Si aggiornino le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rimaste ferme al 2010”.

Altra priorità l’economia circolare. Occorre innanzitutto facilitare la realizzazione di nuovi impianti su tutto il territorio nazionale e semplificare l’iter per l’approvazione dei decreti End of waste. In diverse parti del Paese, a partire dal Centro Sud e dalle Isole, stanno nascendo nuovi impianti industriali, sull’esempio delle imprese del Nord, che meritano di essere replicati. Anche perché in Italia il riciclo ha raggiunto punte di eccellenza ed è il Paese dove si ricicla di più e costi inferiori. A dirlo è uno studio della Bocconi e del Wuppertal Institut: da noi riciclare gli imballaggi è meno costoso che in Germania, Spagna e Francia.

“I dati dello studio – ha sottolineato Luca Ruini presidente del Conai – smentiscono la credenza per cui a risultati di riciclo migliori corrispondono costi più alti per le imprese. E infatti abbiamo appena abbassato la maggior parte dei contributi ambientali Conai a carico delle imprese ponendoci tra i Paesi europei che hanno apportato le riduzioni più consistenti”.

Gli errori da evitare nel prossimo futuro, secondo Legambiente, sono il ritorno al nucleare e il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Sul nucleare ribadisce che è “una fonte di energia in declino perché costosissima e pericolosa”. Per quanto riguarda il Ponte va abbandonato “l’insensato progetto” a favore di “investimenti in collegamenti veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treni da Reggio Calabria a Taranto e Bari”.

Intanto il movimento Fridays for Future ha indetto per il prossimo 23 settembre, ultimo giorno di campagna elettorale, uno “sciopero globale per il clima”. “Oggi abbiamo davanti nuove elezioni, si legge sul sito del movimento, ma la crisi climatica è ancora assente dal dibattito. Nell’ Agenda climatica vi sono un insieme di proposte che dovrebbero essere incluse in ogni programma e considerate da ogni candidato per affrontare l’emergenza climatica”. Cinque proposte su trasporti e mobilità; energia; lavoro; edilizia e povertà energetica; acqua.

Lo scorso 3 agosto, la comunità scientifica italiana ha inviato una “lettera aperta” alla classe politica italiana dove si chiede che la lotta alla crisi climatica venga posta “in cima all’agenda politica”. “Chiediamo con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire”. “Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci”. Il settimanale “Green & Blue” di oggi è tutto dedicato a questa petizione che ai primi di settembre aveva già registrato oltre 200 mila adesioni.

Tutti sanno bene, a cominciare dai nostri politici, che la transizione ecologica è un problema non più procrastinabile e che il prossimo esecutivo dovrà affrontarla con  impegno e azioni concrete, pena gravi ripercussioni economiche e sociali. Le proposte, come abbiamo visto, ci sono. Avranno i “nostri eroi” il coraggio e la volontà di farle proprie e metterle in pratica? La prossima legislatura è chiamata a dare le risposte attese.

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