Skip to main content

Idrogeno ed extraprofitti, le carte di von der Leyen per l’Europa

La presidente della Commissione europea traccia una mappa dell’Europa a prova di Russia e di gas. Mosca è in coma, ora l’Ue punti sul mercato dell’idrogeno e sulla transizione. Arriva un fondo per le industrie, mentre dal prelievo sui margini delle imprese energetiche si stimano 140 miliardi di gettito

Giacca gialla con sfondo blu, a ribadire che sì, l’Europa è al fianco dell’Ucraina e contro la Russia, senza se e senza ma. Ursula von der Leyen non poteva forse scegliere una mise diversa per tenere il suo tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione al Parlamento di Strasburgo. Somme, sottrazioni e qualche moltiplicazione per un continente che vive la sua ora più buia, senza sapere se il prossimo inverno ci sarà da batter i denti dentro casa o meno (qui l’intervista di Formiche.net a Paola De Micheli. Un discorso improntato all’energia e alle grandi scelte che attendono Bruxelles, nell’attesa che i cannoni tacciano, per sempre.

LA RUSSIA IN COMA

Il capo del governo comunitario ha fatto una premessa, quasi obbligata visto il tenore delle considerazioni. La Russia si sta disintegrando e se c’è un merito è quello delle sanzioni imposte da Europa e Stati Uniti. “Il settore finanziario della Russia è finito in rianimazione”, ha messo in chiaro von der Leyen, rimarcando come la vittoria contro l’ex Urss sia tutt’altro che un sogno. “Con il coraggio necessario Putin fallirà e l’Ucraina e l’Europa prevarranno. Oggi il coraggio ha un nome e quel nome è Ucraina, ha una faccia e sono le facce di uomini e donne ucraini che hanno resistito”.

NEL NOME DELL’IDROGENO

Passando poi alle questioni più di merito, ecco che ha preso la forma la mappa dell’Europa che verrà, sotto il profilo energetico si intende. Primo passo, la creazione del primo mercato dell’idrogeno a livello Ue. La Commissione europea proporrà di istituire una “Banca europea dell’Idrogeno che avrà un bilancio di 3 miliardi di euro, alimentato dal Fondo Ue per l’Innovazione, per costruire il futuro mercato dell’idrogeno nell’Ue”. Il motivo è presto spiegato.

“L’Ue si è posta l’obiettivo di utilizzare 10 miliardi di tonnellate di idrogeno verde’ entro il 2030, ma per questo bisognerà colmare l’attuale deficit d’investimento”, per “passare da un percato di nicchia a un mercato di massa”, ha detto von der Leyen, che ha insistito per un vero e proprio “cambiamento di paradigma” nell’economia europea riguardo all’energia.

UN FONDO PER L’INDUSTRIA

Non è finita. La Commissione europea proporrà una legge per le materie prime critiche per controllare meglio le catene di approvvigionamento della propria economia e un nuovo Fondo sovrano per “garantire che il futuro della nostra industria sia qui, in Europa”. Von der Leyen ha sottolineato che oggi le catene globali del valore sono dominate dalla Cina, soprattutto per le forniture di terre rare e di litio, e ha ricordato le due iniziative già prese dall’Ue in questo campo, con l’alleanza per le batterie, che ha già permesso di produrre in loco i 2/3 delle batterie oggi utilizzate dall’Ue, e il più recente Chips Act europeo per i semiconduttori, che, ha detto, sta cominciando a dare i suoi frutti. Senza considerare che la Commissione intende la Commissione europea intende creare una task force per elaborare una strategia su “come possiamo operare per abbassare in maniera ragionevole il prezzo del gas”.

IL NODO EXTRA-PROFITTI

La questione più calda è però la possibile tassazione degli extra profitti realizzati dalle società energetiche. Come già scritto nel pacchetto di misure energetiche di due giorni fa, l’Unione punta a raccogliere parecchie decine di miliardi grazie a un prelievo sui margini accumulati dalle imprese dell’energia. La stessa von der Leyen ha specificato che le imprese che producono energia elettrica a basso costo stanno realizzando profitti inaspettati, che non si sarebbero mai nemmeno immaginate “e che di questi tempi è sbagliato accumulare proventi straordinari approfittando della guerra, a spese dei consumatori. In momenti come questo i profitti devono essere condivisi e incanalati verso coloro che ne hanno più bisogno. La proposta di tetto ai super profitti di tali società dovrebbe raccogliere secondo Bruxelles oltre 140 miliardi di euro che ‘gli Stati membri potranno usare direttamente per mitigare la situazione”.

RITORNO A MAASTRICHT

Il numero uno della Commissione europea è poi tornata su un’antica suggestione dell’Ue, quel Trattato di Maastricht più volte finito nel mirino di molti Paesi membri in questi ultimi anni. “Servono norme Ue di bilancio che ci consentano investimenti strategici ma che salvaguardino nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche. Gli Stati membri dovrebbero disporre di una maggior flessibilità nel loro percorso di riduzione del debito”, ma “dovrebbe esserci tuttavia maggior responsabilità nell’attuare quanto concordato”, ha spiegato von der Leyen.

Dobbiamo tracciare, ha continuato la presidente della Commissione, “un cammino comune per il futuro, con più libertà di investimento e un maggior controllo su quanto realizzato. Occorre una maggiore responsabilità da parte degli Stati membri e il conseguimento di migliori risultati per i cittadini. Riscopriamo lo spirito di Maastricht: stabilità e crescita vanno necessariamente di pari passo”.


×

Iscriviti alla newsletter