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Una “war room” con la Polizia Postale. Ecco come l’Acn ha difeso il voto 

“Le elezioni erano per noi un bel problema dal punto di vista cibernetico” alla luce della guerra in Ucraina, ha spiegato il direttore Baldoni. Ma “non abbiamo avuto particolari problemi, ogni situazione è stata prevenuta adeguatamente”

“Per la situazione geopolitica che si è creata con l’invasione dell’Ucraina è chiaro che le elezioni erano per noi un bel problema dal punto di vista cibernetico”. A spiegarlo è Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, intervenendo a un panel nel corso della Italian Tech Week. “I risultati ufficiali ci saranno tra qualche giorno, ci sono informazioni da tutelare non appena si chiudono le urne; questi dati possono essere manipolati”, ha dichiarato. “Noi insieme alla Polizia Postale abbiamo costituito due mesi fa una war room apposita e non abbiamo avuto particolari problemi: ogni situazione è stata prevenuta adeguatamente e, dopo le elezioni, abbiamo tirato il fiato”. Presente anche il Dipartimento affari interni e territoriali del ministero dell’Interno.

“Quest’anno”, ha aggiunto Baldoni, “sono aumentati di molto gli attacchi cyber in Italia. Sono incrementati in particolare in due momenti, un mese prima del 24 febbraio (il giorno dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina, ndr) e poi un grosso aumento si è registrato ad agosto. Sono stati toccati anche alcuni settori particolarmente sensibili, come energia e sanità. Le nostre analisi”, hanno aggiunto, “fanno vedere come mediamente siano cresciuti di più gli attacchi in Italia rispetto ad altri Paesi”.

A inizio settembre, l’Agenzia aveva diffuso una nota spiegando come “l’incremento generalizzato di attività malevole” evidenziasse “il perdurare di diverse campagne globali di tipo DDOS e intrusivo, nell’ambito delle quali l’Italia risulta essere un target particolarmente colpito”.

Molti gli episodi che sembrano confermare che, dopo il suo sostegno all’Ucraina e a pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, l’Italia era – ed è – al centro dell’attenzione di diversi Paesi, in particolare della Russia. Tra questi, la diffusione in Italia dell’hashtag #Dugina su Twitter, i recenti attacchi all’Italia da parte dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, gli attacchi informatici di Killnet a maggio e quelli recenti contro Eni (di cui non si hanno ancora elementi) e Gse (rivendicato dal camaleontico gruppo BlackCat che dalle indagini di Cluster25 appare una mera prosecuzione del collettivo ReVil, smantellato da un raid dell’intelligence russa a inizio anno).

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