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La pace pensando al popolo ucraino. Le parole di Riccardi (Sant’Egidio)

“Quando invochiamo la pace, non posso sentire dire che è una parola filo putiniana”, ha detto intervistato da Repubblica. “Aiutare Kiev a difendersi ritengo sia giusto, ma bisogna smarcarsi da una logica di guerra”

Quello di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è un appello alla pace, ma anche un invito a prestare attenzione a chi vuole strumentalizzarla. “Quando invochiamo la pace, non posso sentire dire che è una parola filo putiniana”, ha detto intervistato da Repubblica. “Quando parlo di pace ho in mente soprattutto il popolo ucraino bombardato”, ha aggiunto. Come commentato nei giorni scorsi su Formiche.net, nei giorni scorsi Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, aveva detto no alla manifestazione odierna, perché “del Pd”, mostrando nuovamente le ambiguità del suo “pacifismo”, fatto di appelli allo stop all’invio di armi all’Ucraina aggredita ma povero di richieste alla Russia di fermare l’invasione.

“Aiutare Kiev a difendersi ritengo sia giusto, ma non risolve il problema: si crea solo un equilibrio nel conflitto. Bisogna smarcarsi da una logica di guerra”, ha spiegato ancora Riccardi. “La voce di Papa Francesco oggi sembra inascoltata. Dopo le parole del Papa, a Kiev è stato emanato un decreto in cui si vieta di negoziare con i russi. Non ho visto da nessuna delle parti il desiderio di trovare una strada di pace. E sono molto preoccupato perché nel mondo post globalizzato, le guerre hanno una fisionomia particolare: si eternizzano”. Per uscirne, “ci vuole la diplomazia. Non lo dice solo il Papa ma anche [Henry] Kissinger. Il dialogo non può essere lasciato all’escalation della propaganda di guerra”.



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