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Caccia europeo e produzione italiana? Se anche Vienna sceglie l’F-35

Sempre più Paesi scelgono l’F-35 per modernizzare le proprie forze aeree. Il prossimo potrebbe essere l’Austria, che avrebbe intenzione di sostituire i propri Eurofighter con gli apparecchi di Lockheed Martin. Il velivolo consolida ulteriormente il suo trend che potrebbe portarlo a diventare il caccia europeo per antonomasia. Un’opportunità anche per l’Italia, che ospita a Cameri il sito di assemblaggio per gli F-35

L’Austria potrebbe aggiungersi al novero di Paesi europeo che hanno scelto l’F-35 per modernizzare le proprie forze aeree, sostituendo a partire dal 2030 i propri Eurofighter Typhoon. L’indiscrezione arriva da Janes, che avrebbe appreso come la direzione armamenti del ministero della Difesa austriaco sia stata incaricata di eseguire un’indagine conoscitiva per l’eventuale acquisto di un caccia stealth di quinta generazione per l’Österreichische Luftstreitkräfte, l’aeronautica militare austriaca. I dettagli non sono ancora stati divulgati, ma la possibilità segue la pubblicazione del nuovo bilancio della Difesa austriaca di inizio mese, con un budget complessivo di 16 miliardi di euro.

Gli altri acquisti austriaci

Oltre all’F-35, la Luftstreitkräfte è in procinto di sostituire i propri addestratori Saab 105 con un numero ancora da stabilire, tra gli otto e i dodici, di addestratori avanzati, con gli M-345 o gli M-346FA di Leonardo tra le opzioni più probabili. L’intenzione di Vienna sarebbe anche riportare l’addestramento dei Piloti in patria, attualmente effettuato attraverso accordi Nato a Lecce e a Laage in Germania. Da sostituire anche tre Lockheed Martin C-130K Hercules, con la scelta che potrebbe ricadere su modelli aggiornati del C-130 oppure sui C-27J Spartan di Leonardo, i C295 di Airbus o i KC-390 Millennium di Embraer. Inoltre, il primo dei diciotto elicotteri AW169B di Leonardo, ordinati nel 2021 grazie a uno dei primi accordi G2G redatti dal governo italiano, ha già volato e i primi due dovrebbero essere consegnati a dicembre. Il nuovo tipo dovrebbe essere in servizio entro il 2029.

L’Europa degli F-35

Vienna è solo l’ultima delle capitali europee a scegliere il caccia della Lockheed Martin, e nel corso degli ultimi anni il velivolo si è affermato con decisione a livello continentale, con diversi Paesi che hanno deciso di affidare le proprie difese aeree all’apparecchio di quinta generazione. Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca sono tutti Paesi partner del programma, e tutti hanno attualmente in servizio o in fase di ordine F-35 nelle varianti A e B. Nel 2018 il Belgio è diventato il primo cliente europeo nell’ambito delle vendite militari estere, impegnandosi nell’acquisto di 34 velivoli, seguito due anni dopo dalla Polonia. Nel 2021 il novero di Paesi europei a volersi dotare degli F-35 è salito drasticamente, con Svizzera e Finlandia, seguita dalla scelta storica della Germania di affidarsi ai caccia della Lockheed per sostituire i suoi Tornado. Anche la Repubblica Ceca si è impegnata ad acquistare 24 F-35A per il ritiro dei suoi Gripen, e a giugno la Grecia ha presentato ufficiale richiesta per l’acquisto di venti F-35A entro il 2028. Anche la Spagna sta ora ipotizzando di dotarsi di F-35, ipotesi ventilata anche dal Portogallo. Svizzera, Finlandia, Germania e Repubblica Ceca sono tutti all’inizio del processo di acquisizione, e la Lockheed Martin ha stimato che entro il 2030 saranno dislocati in Europa oltre 550 F-35.

Le ragioni dietro il successo

Alla base del successo del Joint Strike Fighter c’è sicuramente l’elevato livello di interoperabilità tra alleati e partner assicurato dalla piattaforma. L’aereo è attualmente impiegato in diverse missioni Nato, dal Baltico al Mediterraneo, e gli Usa schierano in Europa diversi F-35 lungo il confine orientale dell’Alleanza. Inoltre, man mano che un numero maggiori di nazioni sceglie l’F-35, le Forze armate di quei Paesi diventano sempre più interoperabili a livello di equipaggi, di addestramento e di logistica. L’F-35, inoltre, è dotato di una solida tabella di marcia per gli aggiornamenti, che assicura che il velivolo rimarrà un solido asset per la difesa dei Paesi che li possiedono nei prossimi decenni. Il riemergere di un avversario convenzionale vicino ai propri confini, la Russia, ha inoltre indotto i Paesi del continente a dare priorità alle tecnologie stealth dell’F-35, in grado di assicurare un elevato livello di sopravvivenza contro i sistemi aerei complessi di Mosca.

“Off-the-shelf” o “buy European”?

Il tema è importante soprattutto in vista delle prossime tendenze dell’Europa per la propria Difesa. La buona riuscita dell’F-35 sul mercato europeo, infatti, da un lato aumenta l’interoperabilità delle diverse Forze armate del Vecchio continente, ma dall’altra focalizza il procurement europeo verso un prodotto statunitense. La scelta di preferire un sistema d’arma già pronto e performante, anche se proveniente da un mercato extra-europeo (principalmente Usa) rispetto a uno prodotto dalle imprese europee, infatti, potrebbe avere profondi impatti sull’architettura della Difesa dell’Europa nel suo insieme.

L’attenzione dell’Italia

La questione è di estremo interesse anche per l’Italia, dal momento che nel nostro Paese è ospitato, a Cameri, uno dei due soli stabilimenti d’assemblaggio dell’F-35, le Final Assembly and Check-Out (Faco), fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone), e l’unico in Europa, il centro di assemblaggio e verifica finale del programma del caccia della Lockheed Martin. Qui già vengono assemblati i velivoli destinati all’Olanda, e a marzo anche la Svizzera ha deciso di far assemblare i suoi F-35A presso lo stabilimento piemontese. Con l’aggiunta anche di Vienna al programma Jsf, l’Italia già si trova in una posizione privilegiata per inserirsi nella linea di produzione anche dei caccia destinati alle nazioni del Vecchio continente. Una tendenza che potrebbe portare Cameri a diventare l’hub principale per gli F-35 europei.

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