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Caro energia. Le mosse di Eni, i timori di Scaroni e la proposta di Cattaneo

“Il caro energia è peggio della pandemia, la Norvegia ha decuplicato gli incassi: sì a un tetto europeo. Ha ragione Scaroni, l’Ue ha avuto una risposta tardiva. L’Italia faccia debito buono”. Intervista ad Alessandro Cattaneo, di Forza Italia

La Commissione europea ha annunciato che “collaborerà con gli Stati membri per sviluppare una proposta sui prezzi del gas prima del Consiglio europeo del 6 e il 7 ottobre a Praga”. Non solo Bruxelles prende tempo, ma prova a fare massa come in occasione della crisi economica post Covid. Ma sul caro-energia si registrano due mosse: la fee dell’Eni che prova così a sbloccare l’impasse in Austria e l’aspra analisi di Paolo Scaroni sul come andava gestita la doppia partita sanzioni-crisi del gas, su cui c’è la proposta del forzista Alessandro Cattaneo di fare debito buono.

Eni

La fee di Eni da 20 milioni di euro con cui far arrivare in Italia il gas fermo prima di Tarvisio, come annunciato dall’ad, Claudio Descalzi a margine degli Eni Award, è la mossa del Cane a sei zampe per ovviare al “non possumus” di Gazprom. Il colosso russo, nei patti, avrebbe dovuto dare una garanzia per il passaggio di questo gas al trasportatore che porta fisicamente il gas dall’Austria l’Italia, ma non lo ha fatto. “Quindi diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per un passaggio – ha osservato -. Noi stiamo vedendo come e se possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano, quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo”.

Il ragionamento di Descalzi è che tutta questa situazione “si poteva evitare ovviamente” visto che il gas é già in Austria e in Germania, non è nelle mani di Gazprom, aggiungendo che a breve saranno disponibili una serie di analisi di compliance entro questa settimana, “spero che questo problema possa essere risolto”.

Scaroni

“Essere atlantici significa tutelare i Paesi che fanno parte del Patto atlantico. Non credo sia un’eresia dire che la tutela deve essere doppia. La tutela militare e quella delle nostre economie in tempi di guerra”. L’ex ad di Enel e di Eni, attuale presidente del Milan non usa giri di parole e nella recente intervista al Foglio ha aperto un dibattito che in Italia non si è mai davvero sviluppato. Ha detto che, fermo restando il sì convinto alle sanzioni contro Mosca a cui alternativa non c’era, è mancata da parte dell’Ue una fase costruens: ovvero prevedere misure a supporto, che evitassero i problemi successivi alla voce approvvigionamento, come ad esempio il divieto di arricchirsi per quei paesi in ambito Ue che oggi moltiplicano gli incassi sul gas anche sulla pelle dell’Italia.

Scaroni ha auspicato che l’Europa non sia l’unico paese a pagare un dazio per l’appoggio all’Ucraina e si è chiesto che senso abbia oggi parlare di tetto al prezzo del gas dopo che, ad esempio la Norvegia, ha già moltiplicato gli incassi incidendo pesantemente sulle uscite di Paesi come l’Italia (che non ha i 200 miliardi della Germania).

Cattaneo

Il caro energia? Peggio della pandemia, dice a Formiche.net Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia, certo che la Norvegia abbia decuplicato gli incassi: per questa ragione si dice favorevole ad un tetto europeo. “Ha ragione Scaroni – precisa – l’Ue ha avuto una risposta tardiva. Scaroni pone dei temi assolutamente veri, come la risposta che l’Europa insieme poteva dare. Peraltro ricordo che Forza Italia, che è protagonista del Ppe, ha sempre non solo invocato, ma anche lavorato affinché l’Europa desse risposte all’altezza delle emergenze del momento”.

Tutto è iniziato un anno fa, ben prima della guerra. “Probabilmente nemmeno la guerra è servita quando è iniziata per capirne bene gli scenari a fondo. Insomma, in pochi avevano messo a fuoco che questa crisi energetica, sul sistema economico, era addirittura peggio della crisi della pandemia. Un’Europa ancora indaffarata ha tardato ad avviare la risposta. Oggi non c’è più tempo da perdere, insomma e quindi bisogna anche correggere alcuni degli errori fatti”.

Ma in che modo? Secondo Cattaneo, piaccia o no, serve incidere attraverso le istituzioni europee: “La soluzione passa da lì e quindi lì bisogna esserci autorevolmente. Ed è quello che stiamo facendo anche in queste ore”

Tetto sì, ma a chi?

È lesa maestà invocare un tetto a chi, come la Norvegia, ha moltiplicato gli incassi? “Ho letto che li ha decuplicati, ma dobbiamo capire che non siamo in un tempo ordinario. Un conto è l’ordinaria amministrazione, un conto sono scelte straordinarie. Non c’è nulla di più straordinario del momento che stiamo vivendo: siamo reduci da una pandemia, con una guerra in Europa e con un conflitto che è deleterio, con un aumento del prezzo del gas passando per il fatto che vengono bucati gasdotti strategici. E poi dobbiamo essere in grado di proteggere le infrastrutture strategiche con l’esercito. Quindi ci deve essere una solidarietà tra Paesi”.

Il caso italiano

Ma l’Italia non avendo i 200 miliardi della Germania o i 100 dell’Inghilterra cosa può fare in concreto? Secondo Cattaneo l’Italia dovrebbe fare debito buono, ovvero è tornato il tempo, come durante il Covid, di prevedere sostegni: contrariamente un terzo delle imprese nostrane fallirebbero.

E sottolinea di aver visitato durante la scorsa campagna elettorale alcuni bar, aziende, piccole imprese che avevano ricevuto bollette incredibili. “Se ti arriva la bolletta da 11.000 euro e hai un bar con quattro dipendenti cosa vuoi fare? Ci resta solo fare debito buono, se necessario. Se per ipotesi rinunciassimo a investire un solo euro in questa partita, immediatamente un terzo delle imprese nostrane fallirebbero e, conseguentemente, diminuirebbe il Pil e aumenterebbe il rapporto debito/Pil. Noi dobbiamo tenere in equilibrio quel rapporto e dobbiamo trovare quel tanto di debito giusto che serve per tenere in vita le imprese, in modo che quando questa crisi energetica sarà passata, le aziende siano vive e ripartano. Quindi attenzione anche ad una austerity eccessiva. Se poi le aziende muoiono il debito comunque crescerà”.

In Ue non è mai tardi

Ma non è un po’ tardi, pensarci oggi? Perché Bruxelles non ha preso provvedimenti prima dell’estate quando il trend era già chiaro? “Non è mai troppo tardi – conclude – lo dimostra la pandemia: quando l’Europa ha reagito, i risultati si sono visti perché l’Europa, quando sa essere unita e sa dare le risposte è una grande forza e lo stiamo vedendo col Pnrr, nella spinta al cambiamento, con la transizione ecologica. Penso che non sia mai troppo tardi, soprattutto quando l’Europa riesce a trovare un’unità di intenti. E noi di Forza Italia siamo contenti, perché vuol dire che all’interno della compagine di governo rappresenteremo il pezzo più europeista che in qualche modo anche su questo terreno sa e può dare le risposte più efficaci”.

@FDepalo

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