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Ombre russe dietro ai cavi sottomarini tranciati in Europa

Di Gabriele Carrer e Otto Lanzavecchia

Dopo i danni ai gasdotti Nord Stream e alla rete ferroviaria tedesca, questi incidenti “sollevano nuovamente l’importanza del mondo cavi, che diventa l’elemento di interconnessione delle cinque dimensioni”, spiega Iezzi (Swascan)

La scorsa settimana il cavo sottomarino SHEFA-2, che collega le isole Faroe alla Scozia continentale attraverso le isole Shetland e Orcadi, è stato danneggiato in due punti diversi, lasciando gran parte delle isole senza connessione internet. Nel sud della Francia, invece, tre cavi-chiave che collegano la città di Marsiglia a Lione, Milano e Barcellona sono stati tagliati di proposito, ha riferito l’operatore del cavo Zscaler, parlando di pesanti conseguenze sulla connettività a livello mondiale (dato che quella sezione fa parte di un maxi-collegamento tra Asia, Europa e Stati Uniti). Le autorità francesi sospettano un atto di sabotaggio; quelle scozzesi, più caute, imputano i danni alle attività di navi da pesca di altura.

La rete globale di cavi dati sottomarini è un’infrastruttura critica di vitale importanza. Il 99% delle comunicazioni digitali mondiali transita attraverso questa rete, da cui dipendono l’economia globale e i servizi digitali. Ma “poiché i cavi si estendono in mare, attraverso i confini nazionali e sono spesso nascosti nel sottosuolo, hanno ricevuto un’attenzione limitata da parte dei responsabili politici”, si legge in un recente rapporto per il Parlamento europeo. La vulnerabilità delle infrastrutture marittime sta ricevendo più attenzione, continua il documento, a causa dell’attività navale russa dal 2014 e delle conseguenze geopolitiche della guerra in Ucraina. Tuttavia, “la governance europea della protezione e della resilienza dei cavi è ancora in ritardo e deve essere migliorata”.

In tutto, i cavi di fibra ottica tranciati in pochi giorni sono cinque. Due sul fondale del Mare del Nord, tre nel Golfo di Marsiglia. Gli incidenti fanno seguito ai sabotaggi ai gasdotti Nord Stream e alla rete ferroviaria tedesca. E sebbene non si possa puntare il dito con certezza contro la Russia, non si può nemmeno trascurare la natura e la frequenza degli eventi, assieme agli impatti sul sistema-Europa. Soprattutto, attacchi di questo genere rientrerebbero a pieno titolo nella linea di azione di Vladimir Putin, che mentre sventolava la minaccia nucleare ha bombardato l’infrastruttura cruciale del sistema energetico ucraino e lasciato senza elettricità il 30% del Paese appena prima dell’inverno.

“L’uomo di punta del Cremlino è un chekista: un poliziotto segreto addestrato nella tradizione leninista della coercizione attraverso il terrore politico”, rimarca l’esperta Brookings Constanze Stelzenmüller. Il sabotaggio, specialità della polizia segreta sovietica, “offre un rapporto benefici/costi di gran lunga migliore rispetto alle armi nucleari. Gli attacchi alle infrastrutture fisiche e digitali sono difficili da prevenire e ancor più da attribuire. Minano la fiducia nel governo e sfruttano le falle e le vulnerabilità delle società occidentali. Permettono all’avversario di eludere la punizione e di giocare con il tempo. Aspettiamoci altri incidenti di questo tipo, forse molti di più”.

Sembra proprio che il confronto nella quinta dimensione tra Russia e Occidente, inaspritosi con l’invasione dell’Ucraina, stia “debordando nel mondo reale”, dice Pierguido Iezzi, amministratore delegato di Swascan, polo italiano della cybersicurezza del Gruppo Tinexta. Parlando a Formiche.net, l’esperto evidenzia che gli attacchi pongono “un serio problema sulla difesa attiva di infrastrutture critiche vitali per il funzionamento del web. La quinta dimensione, quella del cyberspace e digitale, diventa vittima attraverso la fisicità dei cavi”.

A ogni modo, la sfilza di eventi “solleva nuovamente l’importanza del mondo dei cavi, che diventa l’elemento di interconnessione delle cinque dimensioni”, aggiunge Iezzi. “Questo tema è particolarmente importante per l’Italia, che costituisce anche fisicamente una importante dorsale nel bacino mediterraneo. Viviamo in un mondo di nodi connessi dalle reti: nel tempo ci siamo concentrati sul tutelare i nodi, dimenticandoci di proteggere e tutelare gli archi di connessione”, conclude il manager.

(Foto: Official U.S. Navy Page, Flickr)


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